Elezioni 2018 – Programma ambientale delle liste di Centro Sinistra collegate al Partito Democratico

 

Lista Italia Europa Insieme

Insieme per la salvaguardia della bellezza e del paesaggio 

Insieme intende dare completa attuazione all’art.9 della Costituzione, proteggendo il paesaggio dalla aggressione del cemento e dall’asfalto e dall’inutile consumo.

È necessario recuperare, salvaguardare, restaurare centri storici, borghi e casali, elementi costituenti la nostra identità, secondo politiche ora interrotte che invece sono state adottate in tutto il mondo secondo le linee guida messe in atto in Italia.

Recuperare, curare, proteggere i beni di cui è costituita l’Italia, consapevoli che solo dalla loro conservazione può derivare benessere duraturo per il nostro Paese.

Occorre mettere in sicurezza il patrimonio storico-artistico analizzandone le tipologie e i sistemi costruttivi e introducendo catene e analoghi presidi leggeri e di poco costo atti a salvaguardarli dai terremoti.

L’Italia ha bisogno di una legge che blocchi il consumo del suolo, a partire dalle aree costiere, di una legge che renda più incisivo il contrasto all’abusivismo edilizio e prioritaria la messa in sicurezza dal rischio sismico e idrogeologico del nostro territorio.

Purtroppo negli ultimi anni il principio della tutela è stato soppiantato da quello della “valorizzazione” secondo il quale la bellezza ha la sola funzione di generare ricchezza, guadagno, essere funzionale al turismo.

Tutelare il territorio attraverso politiche di prevenzione del dissesto idrogeologico e di consumo zero del suolo vuol dire dare priorità alle politiche di prevenzione del dissesto idrogeologico, di messa in sicurezza delle aree a rischio di terremoti, frane, alluvioni, di valorizzazioni delle aree protette.

L’Italia è vittima da decenni di fenomeni endemici di cementificazione incontrollata, spesso abusiva del territorio: occorre azzerare l’ulteriore consumo di suolo e affermare concretamente il principio che le città, il territorio sono beni comuni e non merci.

Vogliamo avviare pratiche di gestione condivisa, partecipata, equa e trasparente dei beni comuni. Dobbiamo attuare una politica di consumo zero del territorio, privilegiando campagne di recupero e di riqualificazione del patrimonio urbanistico esistente, spesso di rilevanza storica.

Tra i dispositivi di incentivo si propone il varo di misure di sostegno per la riqualificazione dell’edilizia urbana, così come per la riconversione dei terreni a coltivazioni tradizionali e di qualità.

Ci impegniamo a rilanciare alcune preziose esperienze amministrative locali che hanno attuato una politica restrittiva sulla migrazione di importanti opere d’arte a fini di esposizioni effimere, spesso scientificamente e culturalmente improbabili

Tra le nostre priorità ci sono un’effettiva messa in sicurezza degli edifici scolastici e l’ampliamento degli investimenti sugli acquedotti “colabrodo” che perdono oltre il 40%.

Nelle città vive ormai la maggioranza delle donne e degli uomini.

Le città sono beni comuni ma in Italia più che altrove sono abbandonate a se stesse o peggio lasciate nelle mani di interessi privati contrari all’interesse generale, sono luoghi di crescente crisi sociale ed ecologica: aumentano i poveri, aumentano le famiglie senza casa, aumentano le case vuote, aumentano i costi e al tempo stesso aumentano i problemi ambientali.

La congestione automobilistica nelle grandi città porta con sé fenomeni d’inquinamento e di abbassamento della qualità della vita, legata alla perdita di tempo e a tutto quello che ciò comporta in termini di mancata vita di relazione e affettiva.

Per questo motivo dobbiamo pensare sempre più a sistemi di mobilità collettiva, efficienti e ispirati ad una logistica delle città studiata prima dello sviluppo urbanistico e non dopo come accade in Italia.

Insieme propone come prime misure urgenti

  • Approvare, la legge sul consumo del suolo e interventi immediati per prevenire il dissesto idrogeologico e i rischi nelle aree sismiche attraverso un’adeguata politica di tutela del territorio, contrastando il consumo del suolo, l’abusivismo edilizio e quei provvedimenti di legge tesi a fermare le demolizioni.
  • Investimenti concreti sulla mobilità sostenibile attraverso la cura del ferro, il sostegno al trasporto pubblico e ai sistemi di multi-sharing “e alla “mobilità dolce”. 

Insieme per un “Green New Deal” e per il “rinascimento” del sistema produttivo

Insieme sostiene la necessità di un vero e proprio “Green New deal”: non basta sottoscrivere un accordo internazionale solenne per battere i cambiamenti climatici e i loro effetti devastanti.

L’Italia è la seconda potenza manifatturiera d’Europa: ma per mantenere e migliorare questa posizione dobbiamo riconsiderare in modo strategico i driver che la influenzano, adattandoli alle nostre competenze specifiche e all’imperativo della creazione di lavoro di qualità: capitale umano, globalizzazione, finanza, dimensione d’impresa, energia, l’ambiente.

In questo senso pensiamo che la proposta di nuova economia e società non possa fare a meno di integrare davvero e in modo profondo, anzi “rivoluzionario” l’idea un Green New Deal che, a partire dalla realtà dei cambiamenti climatici, della scarsità delle risorse e della dipendenza energetica, punti ad attività economiche “intense” in lavoro di qualità ed innovazione, alla riorganizzazione degli spazi urbani, alla mobilità sostenibile, alla democrazia “energetica”; tematiche queste che danno alle belle parole “libertà” e “partecipazione” un senso nuovo, lontano da individualismi esasperati, ma anche da imposizioni moralizzatrici.

Questo presuppone scelte di campo precise e anche la fine della  subordinazione a poteri economici speculativi, che hanno bloccato la crescita dell’Italia ben più che i problemi legati al costo del lavoro: dai concessionari parassiti, alle corporazioni, ai fautori delle grandi opere pubbliche inutili, dagli ex monopolisti energetici legati a vecchi privilegi, a quei gruppi industriali che non si rendono conto che anche per loro la competitività passa attraverso investimenti nelle risorse umane e nell’innovazione verde.

Apprezziamo lo sforzo di innovazione e la volontà di rilancio della proposta di politica industriale 4.0, ma poniamo con forza il tema del superamento della “neutralità tecnologica” e dell’illusione che tutti i settori industriali, anche quelli meno produttivi, meno utili, meno pronti a cambiare, più fossili, possano e debbano essere sostenuti ancora a lungo; possono invece essere accompagnati a una ristrutturazione o via via superati, a favore di quelli più in grado di trovare mercato in una società in profonda trasformazione, ma nella quale comunque c’è e ci sarà  bisogno di acciaio, di macchinari, di  prodotti alimentari, di energia ecc., ma prodotti in modo diverso rispetto al ventesimo secolo. In questo senso è necessario un grande lavoro e risorse adeguate per la riconversione e formazione, di intesa con il sindacato.

Non partiamo da zero: l’Italia è anche la seconda Green economy dopo la Germania e il suo valore corrisponde a 190 Miliardi di euro, il 13% dell’economia nazionale.

È il primo Paese per contributo del fotovoltaico al mix elettrico nazionale (8%); il suo sistema economico è il secondo per minore intensità di emissioni dopo la Francia (senza il nucleare), è leader europeo nel riciclo industriale e nell’economia circolare: questa è una forza da valorizzare con misure adeguate.

Insieme intende accompagnare le imprese italiane in questa delicata fase e contribuire a un vero e proprio “Rinascimento” industriale del nostro paese.

Insieme propone come prime misure urgenti

  • Incentivi agli investimenti nel settore dell’energie pulite e rinnovabili,
  • incentivi per la realizzazione di depuratori e investimenti per la raccolta delle acque reflue e il loro riutilizzo in impieghi irrigui (dove è richiesta una minore qualità dell’ acqua)
  • investimenti per avviare un processo virtuoso basato sulle 4 R partendo dalla riduzione degli imballaggi e delle plastiche,  incentivare il riuso e riciclo dei materiali e rendere effettivo in tutto il territorio il sistema della raccolta differenziata attraverso il sistema “porta a porta”.

Insieme per la salvaguardia della bellezza e del paesaggio

Insieme intende dare completa attuazione all’art.9 della Costituzione, proteggendo il paesaggio dalla aggressione del cemento e dall’asfalto e dall’inutile consumo.

È necessario recuperare, salvaguardare, restaurare centri storici, borghi e casali, elementi costituenti la nostra identità, secondo politiche ora interrotte che invece sono state adottate in tutto il mondo secondo le linee guida messe in atto in Italia. Recuperare, curare, proteggere i beni di cui è costituita l’Italia, consapevoli che solo dalla loro conservazione può derivare benessere duraturo per il nostro Paese.

Occorre mettere in sicurezza il patrimonio storico-artistico analizzandone le tipologie e i sistemi costruttivi e introducendo catene e analoghi presidi leggeri e di poco costo atti a salvaguardarli dai terremoti.

L’Italia ha bisogno di una legge che blocchi il consumo del suolo, a partire dalle aree costiere, di una legge che renda più incisivo il contrasto all’abusivismo edilizio e prioritaria la messa in sicurezza dal rischio sismico e idrogeologico del nostro territorio.

Purtroppo negli ultimi anni il principio della tutela è stato soppiantato da quello della “valorizzazione” secondo il quale la bellezza ha la sola funzione di generare ricchezza, guadagno, essere funzionale al turismo.

Tutelare il territorio attraverso politiche di prevenzione del dissesto idrogeologico e di consumo zero del suolo vuol dire dare priorità alle politiche di prevenzione del dissesto idrogeologico, di messa in sicurezza delle aree a rischio di terremoti, frane, alluvioni, di valorizzazioni delle aree protette.

L’Italia è vittima da decenni di fenomeni endemici di cementificazione incontrollata, spesso abusiva del territorio: occorre azzerare l’ulteriore consumo di suolo e affermare concretamente il principio che le città, il territorio sono beni comuni e non merci.

Vogliamo avviare pratiche di gestione condivisa, partecipata, equa e trasparente dei beni comuni. Dobbiamo attuare una politica di consumo zero del territorio, privilegiando campagne di recupero e di riqualificazione del patrimonio urbanistico esistente, spesso di rilevanza storica.

Tra i dispositivi di incentivo si propone il varo di misure di sostegno per la riqualificazione dell’edilizia urbana, così come per la riconversione dei terreni a coltivazioni tradizionali e di qualità.

Ci impegniamo a rilanciare alcune preziose esperienze amministrative locali che hanno attuato una politica restrittiva sulla migrazione di importanti opere d’arte a fini di esposizioni effimere, spesso scientificamente e culturalmente improbabili

Tra le nostre priorità ci sono un’effettiva messa in sicurezza degli edifici scolastici e l’ampliamento degli investimenti sugli acquedotti “colabrodo” che perdono oltre il 40%.

Nelle città vive ormai la maggioranza delle donne e degli uomini. Le città sono beni comuni ma in Italia più che altrove sono abbandonate a se stesse o peggio lasciate nelle mani di interessi privati contrari all’interesse generale, sono luoghi di crescente crisi sociale ed ecologica: aumentano i poveri, aumentano le famiglie senza casa, aumentano le case vuote, aumentano i costi e al tempo stesso aumentano i problemi ambientali.

La congestione automobilistica nelle grandi città porta con sé fenomeni d’inquinamento e di abbassamento della qualità della vita, legata alla perdita di tempo e a tutto quello che ciò comporta in termini di mancata vita di relazione e affettiva.

Per questo motivo dobbiamo pensare sempre più a sistemi di mobilità collettiva, efficienti e ispirati ad una logistica delle città studiata prima dello sviluppo urbanistico e non dopo come accade in Italia.

Insieme propone come prime misure urgenti

  • Approvare, la legge sul consumo del suolo e interventi immediati per prevenire il dissesto idrogeologico e i rischi nelle aree sismiche attraverso un’adeguata politica di tutela del territorio, contrastando il consumo del suolo, l’abusivismo edilizio e quei provvedimenti di legge tesi a fermare le demolizioni.
  • Investimenti concreti sulla mobilità sostenibile attraverso la cura del ferro, il sostegno al trasporto pubblico e ai sistemi di multi-sharing “e alla “mobilità dolce”.

Insieme per la tutela dell’agricoltura, della biodiversità, delle aree protette e degli animali

Insieme intende valorizzare l’agricoltura per migliorare la qualità di vita

Il settore agricolo necessita di una riforma della PAC (Politica Agricola Comune), che consenta una più equa distribuzione dei fondi pubblici e  che dia maggiore supporto e sostegno all’agricoltura di qualità, alle produzioni tipiche fortemente legate al territorio, all’agricoltura biologica, ai piccoli agricoltori,  al commercio agricolo locale, in modo da avvicinare il produttore al consumatore, e ai produttori tradizionali che vogliono cambiare e rendere più sostenibili i propri metodi.

Inoltre è necessario contrastare l’incertezza dei mercati delle materie prime agricole e i rischi connessi al fenomeno della volatilità dei prezzi, sviluppando all’interno della PAC nuovi ed efficaci strumenti di gestione dei rischi di mercato.

E’ indispensabile ed urgente un nuovo approccio della PAC che alla logica delle posizioni di rendita sostituisca la premialità dei comportamenti, passando dal prevalente sostegno alla superficie coltivata all’introduzione di nuovi parametri di  sostegno, basati sulla qualità ambientale, sul valore della produzione, sulla qualità del lavoro, sull’integrazione delle filiere agroalimentari, sull’aggregazione dell’offerta attraverso le associazioni dei produttori, sulla creazione di nuova occupazione e sull’innovazione.

Occorre, infine, eliminare gli eccessi di burocratizzazione della PAC, introducendo un sistema di aiuti semplificato, trasparente, facile da gestire ed idoneo a snellire le procedure amministrative che gravano sugli agricoltori, specialmente sui piccoli produttori.

La nostra opposizione all’uso degli OGM in agricoltura e nell’alimentazione è radicale, non solo per motivi di sostenibilità ambientale, di sicurezza alimentare e di tutela della biodiversità, ma anche perché gli OGM sono la negazione dei punti di forza dell’agricoltura italiana, che devono essere sempre di più la tipicità, il legame con il territorio, la distintività e la differenziazione basata su una biodiversità animale e vegetale, che rappresenta uno dei patrimoni di maggior valore del nostro Paese.

L’Europa e l’Italia devono essere OGM free, deve essere vietato l’uso di OGM nell’alimentazione umana.

Il consumatore deve avere il diritto di sapere cosa mangia e quindi conoscere attraverso l’etichetta il contenuto e la composizione del prodotto alimentare nonché l’origine delle materie prime utilizzate.

Dobbiamo disincentivare gli allevamenti intensivi e i pesticidi e sostenere il biologico e il biodinamico, l’agricoltura di qualità, i prodotti tipici a denominazione di origine protetta, i GAS e i mercati contadini.

Considerato il contributo nocivo delle emissioni in atmosfera del comparto agricolo, occorre che il settore agricolo stesso non solo si adatti al cambiamento climatico, ma che contribuisca a mitigarlo.

La sicurezza alimentare deve anche essere garantita attraverso una progressiva riduzione dell’uso dei pesticidi, seguendo il percorso iniziato con il blocco dell’uso del Glifosato annunciato dal ministro Martina.

Insieme ritiene che non debba essere stravolta la legge sulle Aree protette, la Cederna-Ceruti.  

In un momento in cui i giovani manifestano un rinnovato interesse ai temi ambientali e naturalistici e l’enciclica di Papa Francesco richiama uomini e governi ai loro doveri a favore dell’ambiente, sarebbe una follia stravolgere i nostri 23 bellissimi Parchi Nazionali e Aree Marine Protette.

Occorre, anzi, prevederne dei nuovi, stanziando risorse adeguate per la loro gestione e definizione.

L’ultimo decennio ha visto una crescita costante nei cittadini della preoccupazione per la tutela degli animali.

L’82% dei cittadini europei afferma di essere d’accordo che sia un dovere proteggere i diritti degli animali.  Vogliamo una legislazione sempre più avanzata per garantire i diritti degli animali  e per salvaguardare  il benessere animale negli allevamenti zootecnici.

Insieme propone come prime misure urgenti:

  • Valorizzare l’agricoltura biologica e biodinamica e introdurre una legislazione più severa sui reati agroalimentari e sull’agropirateria;
  • Adozione di una Legge che tuteli la destinazione agricola dei terreni;
  • Combattere il consumo di suolo attraverso l’approvazione di una Legge che tuteli la destinazione agricola dei terreni;
  • Estendere l’obbligo di indicazione nell’etichetta dell’origine delle materie prime agricole trasformate a tutti i prodotti alimentari;
  • L’inserimento aggiuntivo nell’art. 9 della Costituzione della tutela dell’eco-sistema e del benessere animale, oltre alla definizione di un Codice dei Diritti degli Animali, allo sviluppo di programmi di prevenzione del randagismo con adeguati programmi di sterilizzazione degli animali randagi e di promozione della loro adozione.
  • Dare attuazione all’iniziativa dei cittadini “Stop Vivisection”, tramite una nuova norma che cambi la Direttiva 2010/63/EU, sostituendo l’utilizzo di animali con metodi alternativi e prevedendo fra l’altro lo sviluppo di strumenti di innovazione tecnologica nelle future legislazioni europee e finanziamenti associati ai soli metodi sostitutivi.
  • Dare attuazione al Programma Quadro del Settore delle Foreste (PQSF)

Insieme per la casa

Insieme intende affrontare organicamente il problema  Casa, andando concretamente incontro a chi ha bisogno e vive il dramma dell’emergenza casa, con  risorse sull’affitto e sulla morosità incolpevole.

L’edilizia pubblica è insufficiente  a coprire la richiesta di alloggi per le famiglie disagiate.

Stimiamo il fabbisogno attuale di alloggi in almeno 1 milione unità .

L’edilizia residenziale pubblica non basta a dare risposte a chi vive situazioni di disagio abitativo e risulta sufficiente per appena 1/3 di chi ne ha veramente bisogno.

Un tema che si conferma tra i più importanti da affrontare, anche in considerazione del fatto che per oltre 1,7 milioni di famiglie che hanno un contratto di affitto (il 41,8% del totale), il canone supera il 30% del reddito familiare, correndo quindi il rischio di scivolare verso forme di morosità e di possibile marginalizzazione sociale.

Si tratta perlopiù di cittadini italiani (circa il 65%), distribuiti sul territorio nazionale in maniera piuttosto omogenea.

Un bacino sul quale occorre intervenire al più presto, come confermano anche i dati relativi ai nuclei che occupano le graduatorie per le case popolari.

Tra questi, il 57% paga un canone di locazione superiore a 450 euro al mese, trovandosi quindi in difficoltà nell’adempiere al pagamento.

Insieme propone come prime misure urgenti

  • Attivare un nuovo Piano casa senza consumo del suolo che metta sul mercato alloggi in affitto calmierato e vendita calmierata.
  • Creare un Fondo permanente destinato agli inquilini morosi  incolpevoli, cioè a quelle persone che hanno sempre pagato l’affitto e non riescono più a pagarlo o perché hanno perso il lavoro e per difficoltà economiche familiari dovute ad esempio a una grave malattia.

 Lista + Europa

Sostenibilità vuol dire prima di tutto prendersi cura del futuro.

Per questo vogliamo rendere sostenibile dal punto di vista ambientale la nostra crescita economica, e allo stesso tempo, abbassare il debito pubblico, perché sia sostenibile dai nostri figli. Ormai non c’è più tempo: è indispensabile un salto di qualità sia nelle politiche ambientali che in quelle di bilancio.

Dobbiamo costruire un nuovo modello di sviluppo sostenibile nel lungo periodo, rispettoso dell’ambiente e che assicuri una migliore qualità della vita.

La nostra e quella del nostro pianeta. Ecco perché la stella polare di tutte le nostre decisioni deve essere la sostenibilità.

Anche quella economica: dobbiamo fermare la crescita della spesa pubblica per costruire un fisco che favorisca il lavoro e l’impresa, non la rendita. Altrimenti, a pagare non saranno solo le generazioni future. Saremo noi, qui e ora.

Ambiente ed energia

È indispensabile un salto di qualità delle politiche ambientali, con l’obiettivo di costruire un nuovo modello di sviluppo sostenibile nel lungo periodo, rispettoso dell’ambiente e idoneo ad assicurare una migliore qualità della vita.

Occorre un nuovo approccio che assuma la sostenibilità ambientale come stella polare nella formazione di tutte le decisioni.

I più urgenti obiettivi ambientali sono la riduzione delle emissioni-serra, responsabili dei cambiamenti climatici in atto, e la riduzione dell’inquinamento dell’aria, il quale soprattutto nei centri urbani (e in val Padana) è responsabile di costi umani e sanitari enormi.

Il report The Lancet Commission on pollution and health dedicato agli effetti dell’inquinamento sulla salute umana, ha evidenziato come inquinamento e povertà siano strettamente legati: l’obiettivo della riduzione di inquinamento ed emissioni non è in contrasto quindi con lo sviluppo, la crescita economica e l’innovazione tecnologica.

Per raggiungere l’obiettivo ambizioso della decarbonizzazione è necessario che la transizione sia graduale ma inesorabile, con un apporto sempre maggiore di energie rinnovabili e l’uso del gas naturale come fonte di transizione.

È utile favorire disincentivi di mercato all’uso di fonti inquinanti come il sistema europeo di scambio delle quote di emissione, che garantiscano una convenienza economica alla riduzione delle emissioni, per non mettere in contrapposizione crescita economica e sostenibilità ambientale.

Anche l’introduzione di una carbon tax può disincentivare i processi ad alta intensità di emissioni, nel quadro di una complessiva riduzione della pressione fiscale.

Ci batteremo perché gli impegni del Governo a uscire dal carbone entro il 2025 e ottenere entro il 2030 che il 55% dell’elettricità provenga da fonti rinnovabili vengano rispettati senza compensazioni illegittime ai produttori che tardino ad adeguarsi.

Linee d’azione coerenti per l’Italia sono l’elettrificazione dei consumi energetici, compresi quelli per il trasporto privato attraverso la diffusione dei veicoli elettrici (anche ibridi in una fase di transizione) e la riduzione delle emissioni nocive nei centri urbani, quest’ultima ottenibile con il disincentivo (con misure di mercato come l’Area C di Milano) ai veicoli con motori a combustione e alle forme più inquinanti di riscaldamento degli edifici.

Queste politiche devono associarsi a investimenti in potenziamento del trasporto pubblico urbano anche ferroviario (con strumenti contendibili di affidamento), alla diffusione del car sharing e bike sharing e all’eliminazione dei vincoli allo sviluppo di forme di share economy nella mobilità.

È anche necessario proseguire con le politiche per l’efficienza energetica degli edifici pubblici e privati: si tratta di investimenti con ricadute sia ambientali che economiche generalmente molto favorevoli e per questo riteniamo sia importante favorire incentivi cedibili finanziariamente.

In coerenza a tutti questi obiettivi, il primo passo per fornire segnali coerenti al sistema economico è introdurre principi di fiscalità ambientale più rigidi volti a disincentivare in generale il consumo di risorse finite, con eliminazione da subito dei sussidi pubblici alle fonti fossili d’energia, come auspicato dal “Catalogo dei sussidi favorevoli e dannosi all’ambiente” del ministero dell’ambiente e in coerenza con la nostra proposta di revisione fiscale.

La transizione al mercato del settore dell’energia deve essere completata con una regolamentazione corretta (non esosa per i cittadini rispetto alle buone prassi internazionali e nello stesso tempo mirata allo sviluppo) delle reti gestite in monopolio e una promozione senza indugi della concorrenza nei settori in competizione, limitando il potere di mercato degli ex monopolisti.

Sul piano ambientale occorre inoltre perseguire altri importanti obiettivi.

La riduzione del consumo di suolo, in coerenza con le linee indicate dall’Unione Europea e tenendo conto dell’ampiezza del processo di cementificazione che ha interessato il nostro paese, con grave impatto sull’ambiente, sul paesaggio e sulla produzione agricola. 

La salvaguardia e la corretta gestione della risorsa “acqua”, nel contesto di un cambiamento climatico che ne riduce la disponibilità.

Il recupero di condizioni ottimali nei mari e nelle acque interne, con l’obiettivo di ripristinare e tutelare le risorse biologiche.

Una seria e coerente politica di salvaguardia dei parchi naturali e delle altre zone protette, anche con la prospettiva di ampliarne l’estensione. Una crescita della sensibilità nei confronti delle specie animali, da tradurre anche in vincoli di comportamento.

La riduzione e una progressiva eliminazione di tutti gli inquinanti immessi nell’ambiente, anche attraverso un contrasto sempre più forte nei confronti di tutti i fenomeni di illegalità connessi alla produzione ed allo smaltimento delle sostanze inquinanti.

Lista Civica Popolare

Per la lista Civica Popolare Lorenzin i punti relativi alle politiche su ambiente ed energia sono praticamente identici a quelli del “Manifesto Italia 2020. Costruiamola insieme”, uscito dalla Conferenza Programmatica nazionale del PD.

La lista del ministro della Salute uscente, Beatrice Lorenzin, ha due leggere differenze rispetto al Partito democratico.

Accenna esplicitamente alla chiusura delle discariche abusive e auspica maggiori detrazioni per il verde privato dei condomini.

Lista Sudtiroler Volkspartei

 

 

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