Le Alpi marittime potrebbero presto diventare patrimonio Unesco

 

Sulle Alpi esistono già quattro siti iscritti nel patrimonio naturale dell’Unesco, di cui due italiani (le Dolomiti e, in condivisione con la Svizzera, il monte San Giorgio); presto però la lista dei patrimoni mondiali dell’umanità potrebbe allungarsi grazie alle Alpi marittime, che sono state candidate dall’Italia come capofila insieme a Francia e Principato di Monaco

Il responso è atteso entro giugno, e non si tratta affatto di un passaggio proforma.

Come aggiungono dal ministero dell’Ambiente, infatti, per quanto riguarda la candidatura degli “Ecosistemi forestali della Sila” per l’iscrizione nella lista del patrimonio mondiale come sito naturale, il Consiglio direttivo ha deciso di soprassedere alla sua presentazione in quanto la candidatura ha ricevuto una valutazione negativa da parte dell’Uicn (l’Unione internazionale per la conservazione della natura), organo di valutazione del Comitato del patrimonio mondiale competente per i siti naturali.

«Nessuno si senta amareggiato – commenta il ministro dell’Ambiente, Sergio Costa – se la candidatura della Sila non ha trovato accoglimento, gode già del prestigioso riconoscimento Mab Unesco, ed è un nostro preciso impegno organizzare nei prossimi mesi presso l’Unesco una serie di iniziative per valorizzare quel territorio.

L’Italia è orgogliosa di avere un patrimonio naturale e una ricchezza di biodiversità che il mondo ci invidia.

Stiamo ulteriormente arricchendo il quadro dei siti patrimonio mondiale dell’umanità, riconoscimenti che aiutano a promuovere il territorio, la microeconomia locale e l’ecoturismo».

La Commissione nazionale ha anche preso atto favorevolmente della richiesta del ministero dell’Ambiente di avviare un procedimento per estendere il sito Unesco delle faggete vetuste a ulteriori foreste, tra le quali quelle delle le foreste del Cansiglio e dei parchi nazionali del Pollino, dell’Aspromonte e del Gargano.

 

(Articolo pubblicato con questo titolo il 25 gennaio 2019 sul sito online “greenreport.it”)

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