Tonnellate di rifiuti dai paesi sviluppati, ultimatum della Malesia: “Non siamo la vostra discarica”

 

NON saremo più la vostra discarica“.

La Malesia ha inviato un messaggio perentorio ai paesi occidentali attraverso le parole di Change Yeo Bee Yin, ministro di Energia, scienza, tecnologia, ambiente e cambiamenti climatici.

La componente del governo ha preso posizione a Port Klang, il più grande porto del Paese, dopo l’ispezione compiuta in numerosi container di rifiuti e plastica.

La Malaysia, ha detto, intende rispedire il matriale a Paesi come Stati Uniti, Arabia Saudita, Canada e Giappone.

Sollecitiamo i Paesi sviluppati affinché rivedano la gestione della plastica e smettano di spedire i rifiuti nei Paesi in via di sviluppo.

La Malesia non continuerà ad essere la discarica per i Paesi sviluppati. I responsabili della distruzione del nostro ecosistema con queste attività illegali sono traditori“, ha aggiunto.

Il ministero ha individuato circa 60 container trasportati illegalmente con un carico di materiale contaminato.

Si tratta di cavi isolati provenienti dal Regno Unito, cartoni di latte australiani, cd inviati dal Bangladesh, scarti elettronici spediti dagli Usa e rifiuti domestici americani, canadesi, giapponesi e sauditi.

Dieci container, secondo i programmi del governo, verranno rispediti al mittente entro 2 settimane.

Per illustrare le dimensioni del problema, il ministro ha specificato che una singola azienda britannica ha esportato in Malesia oltre 50mila tonnellate di scarti di plastica con circa mille container negli ultimi due anni.

La compagnia ha utilizzato ripetutamente metodi illeciti, fornendo documenti falsi in relazione alle caratteristiche dei rifiuti.

L’azione dell’esecutivo prevede anche un giro di vite nei confronti degli impianti illegali di riciclaggio: nell’ultimo anno, sono stati chiusi oltre 150 stabilimenti.

 

(Articolo pubblicato con questo titolo il 28 maggio 2019 sul sito online del quotidiano “la Repubblica”)

 

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