La Sardegna brucia e, come al solito, i “soliti noti” pensano alla caccia mentre l’ISPRA boccia la proposta di calendario venatorio

 

Pernice sarda

Nonostante la sbandierata “salvifica” collaborazione delle associazioni venatorie alla prevenzione antincendio (come se chiunque non dovesse far la sua parte), è pesantissimo il bilancio della stagione del fuoco in Sardegna, il peggiore degli ultimi anni (già 1.902 incendi nel 2019 contro i 1.016 del 2018), tanto da far richiedere alla Regione autonoma della Sardegna la dichiarazione dello stato di emergenza (deliberazione Giunta regionale n. 32/58 dell’8 agosto 2019, “Dichiarazione di sussistenza dello stato di emergenza nel territorio della Regione Sardegna, in conseguenza degli eccezionali incendi a partire da luglio 2019“).

Eppure, nel silenzio, pare proprio che nelle stanze assessoriali si lavori per una nuova stagione di caccia che accolga le peggiori istanze del mondo venatorio.

In grave ritardo è stato chiesto il parere di legge sulla proposta di calendario venatorio regionale 2019-2020 all’I.S.P.R.A. e tuttora non è stato convocato il Comitato regionale faunistico per il relativo esame.

Nulla trapela dagli uffici assessoriali, ma il parere n. 49150 dell’8 agosto 2019 è stato reso dall’I.S.P.R.A., consulente ex lege di tutte le amministrazioni pubbliche in Italia, ed è pesantemente negativo sulla proposta di calendario venatorio: in assenza di pianificazione faunistico-venatoria e di adeguati censimenti non è consentita la caccia alla Tortora, alla Pernice sarda, alla Lepre sarda, mentre non dev’essere consentita la caccia al Moriglione e alla Pavoncella, per riscontrata rarefazione a livello nazionale e internazionale.

La caccia al Beccaccino deve chiudere entro il dicembre 2019, mentre al  Tordo sassello, Tordo bottaccio e Cesena deve avvenire entro il 20 gennaio 2019, in base a norme e documenti scientifici internazionali (c.d. Key Concepts). 

E queste sono solo alcune delle censure principali.

I tempi si dilatano con l’intento nemmeno tanto celato di far comprimere i giorni utili per un’eventuale impugnazione da parte delle Associazioni ambientaliste e animaliste davanti ai Giudici amministrativi, come già avvenuto con successo negli ultimi anni

Tuttora non è stato approvato il piano faunistico-venatorio regionale e sono scarsi i censimenti e i monitoraggi faunistici.

E’ questo il modo di gestire il patrimonio faunistico isolano?

Le Associazioni ambientaliste e animaliste non lasceranno nulla di intentato per la difesa della fauna selvatica sarda.

L.A.C.     WWF    Gruppo d’Intervento Giuridico onlus

(Comunicato pubblicato con questo titolo il 16 agosto 2019 sul sito online del Gruppo d’Intervento Giuridico)

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