PTPR del Lazio: a distanza ormai di quasi tre mesi il Presidente Marco Cacciatore deve ancora convocare la X Commissione Urbanistica sulla proposta di deliberazione consiliare n. 42 del 17 febbraio 2020

 

Marco Cacciatore

Come dovrebbe essere ormai noto a tutti, dopo l’approvazione del P.T.P.R. avvenuta con deliberazione del Consiglio Regionale n. 5 del 2 agosto 2019 e le criticità sollevate dal MIBACT, a conclusione di ben 9 sedute di un tavolo congiunto il 18 dicembre 2019 è stato sottoscritto un “DOCUMENTO CONDIVISO” in base al quale le Norme approvate nell’anno precedente dal Consiglio Regionale dovevano essere sostituite integralmente con le Norme modificate e condivise in sede di tavolo congiunto, così come dovevano essere sostituite in toto le 42 Tavole B e le 42 Tavole A di cui è stato parimenti condiviso adeguamento alle Norme.

Di fronte alla inerzia della Regione Lazio, con nota prot. 4211-P del 3 febbraio 2020 (trasmessa via pec e registrata al protocollo della Regione n. 966211 del 4 febbraio 2020) la Direttrice Generale Archeologia, Belle Arti e Paesaggio del MIBACT, arch. Federica Galloni, ha fatto presente alla Regione Lazio che «l’esame dei contenuti del PTPR ed in particolare delle Norme del PTPR come approvate dalla D.C.R. 5/2019, condotto dal tavolo congiunto … è stato concluso con la stesura di un testo normativo denominato “02.01 –Norme del PTPR – Testo proposto per l’accordo Regione/MIBACT».

L’arch. Federica Galloni mantiene la validità formale della deliberazione  del Consiglio Regionale n. 5 del 2 agosto 2029, sostituendone però gli allegati (Norme e Tavole), per lasciare inalterata l’approvazione del PTPR entro la data ultima della scadenza fissata al 14 febbraio del 2020:  una approvazione ex novo dopo tale scadenza non sarebbe possibile e farebbe decadere in toto la delibera n. 5/2019.

Con deliberazione n. 50 del 13 febbraio 2020 la Giunta Regionale si è vista allora costretta ad adottare una proposta di deliberazione consiliare, che ha assunto il n. 42 del successivo 17 febbraio per essere sottoposta al previo esame della X Commissione Urbanistica, presieduta da Marco Cacciatore (M5S),  prima di essere trasmessa al Consiglio Regionale per la sua definitiva approvazione.

Sono trascorsi ben 22 giorni prima che tutta l’Italia venisse messa in quarantena dal successivo 10 marzo e costringesse ad un iniziale blocco di tutti i lavori delle Commissioni Consiliari Permanenti della Regione Lazio.

Se solo l’avesse voluto, Marco Cacciatore (M5S) avrebbe potuto convocare quanto meno una seduta della X Commissione Urbanistica da lui presieduta per consentirle di esercitare la sua funzione consultiva sulla proposta di deliberazione consiliare n. 42 del 17 febbraio 2020: lo consente tanto la lettera c) del 1° comma dell’art. 33 dello Statuto della Regione Lazio quanto la lettera b) del 1° comma dell’art. 16 del Regolamento del Consiglio Regionale, ai sensi del quale il Presidente «convoca la Commissione e ne forma l’ordine del giorno».

L’ultima seduta della X Commissione Urbanistica si è tenuta il 5 marzo 2020: dal 17 febbraio al 5 marzo il Presidente Marco Cacciatore ha svolto 4 sedute (precisamente il 18 e 25 febbraio ed il 3 e 5 marzo 2020) senza ritenere di calendarizzare almeno la proposta di deliberazione consiliare n. 42 del 17 febbraio 2020.

Il 26 marzo 2020 la Giunta Regionale ha espresso un parere riguardo alla emergenza Covid19, in cui dà fra l’altro la seguente indicazione: «per comprovate situazioni di gravità ed emergenza nazionale, deliberata dal Consiglio dei ministri, e/o regionale, decretata dal Presidente della Giunta, e nelle more dell’adozione delle opportune modifiche al Regolamento dei lavori del Consiglio regionale, ai fini del regolare svolgimento dei lavori dell’Aula, delle commissioni consiliari e degli altri organi interni, la ‘presenza dei consiglieri regionali’ è equiparata, nel caso in cui questi non possano riunirsi secondo modalità ordinarie, a quella in VIDEOCONFERENZA purché, nel rispetto dei criteri di trasparenza e tracciabilità, siano individuati sistemi che consentano di identificare con certezza i consiglieri regionali, garantire la continua interazione tra gli stessi nelle fasi di discussione e di votazione, assicurare il regolare svolgimento delle sedute, con particolare riguardo alle modalità di espressione del voto, nonché, ove previsto, l’adeguata pubblicità delle sedute stesse».

Il 28 marzo 2020 l’Ufficio di presidenza del Consiglio regionale (Udp) ha approvato due delibere finalizzate a far ripartire le attività consiliari, attraverso le sedute in modalità telematica delle commissioni e degli altri organi istituzionali.

Si tratta in particolare della Delibera n. 51 “Disciplinare per lo svolgimento delle sedute in modalità telematica delle commissioni consiliari e di altri organi istituzionali”, in base al quale le sedute si considerano svolte, in via convenzionale, nella sede istituzionale del Consiglio regionale: tutta la documentazione funzionale, ivi compresi gli emendamenti, i subemendamenti e le osservazioni, allo svolgimento della seduta verrà trasmessa esclusivamente mediante posta elettronica certificata (PEC), così come le stesse convocazioni.

L’espressione del voto avviene per appello nominale.

Sono così riprese le sedute di quasi tutte le commissioni in modalità telematica, a partire dalla XI Commissione  convocata per il 30 marzo, ma non quelle della X Commissione Urbanistica.

Sul sito del Governo il 6 aprile 2020 è stato pubblicato il comunicato n. 39 con cui è stato annunciato che il Consiglio dei Ministri «ha deliberato di sollevare ricorso per conflitto di attribuzione dinanzi alla Corte Costituzionale nei confronti della Regione Lazio in relazione alla delibera del Consiglio regionale n. 5 del 2 agosto 2019».

La notizia del ricorso del Governo ha scatenato reazioni scomposte da parte di alcune forze politiche.

A prendere sul serio l’iniziativa come unico gruppo politico  è stato il Movimento Cinque Stelle che ha reagito però in  ordine sparso.

Pur non conoscendo i motivi ed i contenuti del ricorso, a due giorni di distanza dall’annuncio del ricorso del Governo l’8 aprile 2020 il Movimento 5 Stelle Lazio ha emanato un comunicato dal titolo “Lazio: M5S, su PTPR la priorità è evitare che decadano tutele” con cui dichiara che «sul Piano Territoriale e Paesaggistico Regionale la priorità, per il bene comune, è evitare che l’atto decada lasciando senza tutele l’ambiente e i beni paesaggistici e culturali del Lazio e gettando così i territori della nostra regione di nuovo in pasto ai palazzinari – e in generale ad istante particolaristiche – che, forti di un ritorno al far west generato dalla totale assenza di regole, potranno imporre i propri interessi dando il via ad una nuova ondata di cemento».

Pur non potendo sapere a quel momento che il ricorso del Governo chiede l’annullamento, previa sospensione, della deliberazione n. 5 del 2 agosto 2019 con i suoi contenuti, perché considera valido l’eventuale accordo così come individuato nella proposta di deliberazione consiliare n. 42 del 17 febbraio 2020, che fa salva la deliberazione n. 5/2019 ma con le Norme e le Tavole modificate sulla base del “Documento di condivisione” sottoscritto il 18 dicembre 2019 da MIBACT e Regione, il Comunicato del M5S ipotizza comunque il rischio di  una decadenza in toto del PTPR così come approvato ed arriva a presumere che in tal caso si verifichi un far west, perché sarebbe scaduta la proroga al 14 febbraio del 2020 entro cui si sarebbe dovuto approvare definitivamente il PTPR.

Va precisato che in tal caso l’ultimo periodo del 1° comma dell’art.  21 della legge regionale n. 24/1998 dispone che «decorso inutilmente tale termine [del 14 febbraio 2020, ndr.], operano esclusivamente le norme di tutela di cui al Capo II [che riguardano quasi interamente i cosiddetti “beni diffusi”, vincolati ope legis, ndr.] e, nelle aree sottoposte a vincolo paesistico con provvedimento dell’amministrazione competente, SONO CONSENTITI ESCLUSIVAMENTE INTERVENTI DI ORDINARIA E STRAORDINARIA MANUTENZIONE, RISANAMENTO, RECUPERO STATICO ED IGIENICO E RESTAURO CONSERVATIVO.»

Non si piomberebbe affatto “nel caos normativo ancor più a danno del territorio, delle tutele del paesaggio e dei beni culturali o archeologici”, che il M5S Lazio teme nell’evidente ignoranza però della norma suddetta.

Nel Comunicato Stampa dell’8 aprile 2020 si dichiarava ad ogni modo che «l’azione più urgente è trovare una soluzione in grado di evitare lo stallo e correggere eventuali incongruenze dell’atto, alla luce dei rilievi sollevati dalla Corte, nelle sedi competenti: in Commissione Urbanistica, con l’esame della delibera di accordo e intesa, e in Aula».

Anche per conseguenza della notizia del ricorso del Governo, il 10 aprile 2020 la Consigliera Gaia Pernarella (M5S) ha scritto al Presidente Marco Cacciatore, ai 2 Vice Presidenti ed ai membri della X Commissione (di cui anche lei è membro) per sollecitare la calendarizzazione  della proposta di deliberazione consiliare n. 42 del 17 febbraio 2020.

Ha fra l’altro fatto presente come «non serva essere statisti o giuristi per capire che una volta superati i rilievi sollevati dal Ministero, decadrebbero i presupposti per impugnativa e ritengo inoltre che non dovremmo dar adito a chi accusa questo consiglio di inerzia volontaria».

Il giorno dopo 11 aprile 2020 sulla sua pagina facebook Marco Cacciatore ha pubblicato un post dal titolo “PTPR: A DISPOSIZIONE PER RATIFICARE L’ACCORDO MIBACT-REGIONE”, in cui dichiara di aver «ricevuto il 13 febbraio una proposta di delibera che recepisce l’accordo di co-pianificazione Regione-Mibact» e che «forse si poteva ratificare l’accordo prima di pubblicare il Ptpr» e dopo aver premesso che «certo, BISOGNA PROCEDERE CON LE FORME TIPICHE DI CONVOCAZIONE e quindi alla presenza dei consiglieri in Aula» comunica che «trattandosi di mero recepimento, coinvolgerò prima l’ufficio di presidenza e poi l’intera Commissione consiliare sull’eventuale esigenza di votare nella stessa Commissione il rinvio all’Aula».

Motiva anche questa sua iniziativa nel modo seguente: «Questo in attesa che il ricorso del governo sia depositato e si possano leggere le motivazioni, considerati i termini sospesi non solo a livello regionale per il funzionamento del Consiglio, ma anche per quanto riguarda gli organi e procedure giudiziarie di ogni ordine e grado

Ad una settimana di distanza il 17 aprile 2020 la Presidente del M5S Roberta Lombardi ha trasmesso una lettera con cui chiede l’eventuale convocazione della Commissione in videoconferenza.

Riguardo alla convocazione di una Commissione Consiliare Permanente il 2° comma dell’art. 24 del Regolamento del Consiglio Regionale dispone testualmente che «se … un Presidente di gruppo ne domandi la convocazione per discutere argomenti urgenti, il Presidente della Commissione provvede che essa si riunisca entro il decimo giorno successivo a quello in cui gli sia pervenuta la richiesta».

La richiesta di calendarizzazione della Presidente del M5S Roberta Lombardi si avvale della suddetta possibilità: in ottemperanza alla suddetta disposizione il Presidente Marco Cacciatore avrebbe dovuto provvedere di conseguenza a convocare la X Commissione entro il 27 aprile.  

Il 21 aprile 2020 la capogruppo del M5S Roberta Lombardi ha emanato un nuovo comunicato dal titolo “Lombardi: si voti subito accordo tra Regione e MIBACT per evitare deregulation del territorio” con cui comunica di «avere formalizzato questa mia richiesta con una lettera al Presidente del Consiglio Mauro Buschini e alla Conferenza dei Capigruppo.

L’approvazione della proposta di Legge con la quale si sancisce l’accordo tra Regione Lazio e Mibact restituirebbe il proprio senso sostanziale al Ptpr».


Il 27 aprile 2020, ultimo giorno entro cui avrebbe dovuto convocare la Commissione Urbanistica, sulla sua pagina facebook Marco Cacciatore ha pubblicato un 2° post dal titolo “IL PTPR TORNI IN AULA, EVITIAMO IL FAR WEST” in cui ribadisce che «se il pessimo Ptpr approvato in Aula ad agosto decadesse in toto, anche in seguito all’impugnativa del Governo, saremmo piombati nel caos normativo ancor più a danno del territorio, delle tutele del paesaggio e dei beni culturali o archeologici» e fa sapere di avere «proposto alla Commissione l’ipotesi di manifestare la nostra disponibilità a riunirci in videoconferenza, in modo da poter rinviare all’Aula l’accordo tra Regione e Mibact», precisando che «sentiti i Vicepresidenti della Commissione, che con me compongono l’Ufficio di Presidenza, la mia proposta non è stata condivisa perché ritenuta una forzatura» e che «la Commissione avrebbe espresso solo un parere obbligatorio e non vincolante, che mia intenzione era quella di votare direttamente il rinvio all’aula per accorciare i tempi e che l’accordo è atto di mero recepimento

Come si può ben vedere, non risponde al vero che si piomberebbe “nel caos normativo ancor più a danno del territorio, delle tutele del paesaggio e dei beni culturali o archeologici”, che il consigliere Marco Cacciatore continua a temere nell’evidente ignoranza però del 1° comma dell’art. 21 della legge regionale n. 24/1998.

Non sembra rispondere totalmente al vero nemmeno che “i lavori del Consiglio Regionale sono rimessi a un disciplinare che delega al Presidente del Consiglio Regionale e il suo Ufficio di Presidenza la valutazione sulla convocazione di ogni Commissione”, perché come già detto in precedenza il 28 marzo 2020 l’Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale ha approvato la Delibera n. 51 “Disciplinare per lo svolgimento delle sedute in modalità telematica delle commissioni consiliari e di altri organi istituzionali”, che riguardano tutti gli atti da sottoporre ad esame: il Presidente Marco Cacciatore ne desume invece che la proposta di deliberazione consiliare n. 42 del 13 febbraio 2020, che gli è stata trasmessa il successivo 27 febbraio, non riguardi “la gestione emergenziale” (come se un ricorso per conflitto di attribuzione non sia affatto una emergenza) e non faccia nemmeno parte degliatti sottoposti a scadenza”, per cui “non è il caso dell’accordo Mibact-Regione sul Ptpr”.

Il Presidente Marco Cacciatore sembra lasciare intendere di non volere comunque convocare la X Commissione perché la sua proposta “di poter rinviare all’Aula l’accordo tra Regione e Mibact” non è stata condivisa dai Vice Presidenti  della X Commissione Enrico Panunzi (PD) e Fabrizio Ghera (Fratelli d’Italia), che l’hanno ritenuta una forzatura: sembra ignorare che la bocciatura della sua proposta “di votare direttamente il rinvio all’aulanon lo esime dall’obbligo di consentire comunque alla X Commissione il “parere” di sua competenza sulla proposta di deliberazione consiliare n. 42 del 13 febbraio 2020.

La riprova di stare a glissare sul suddetto obbligo viene dal fatto che “di fronte al rifiuto dei Vicepresidenti della Commissione, il M5S regionale non ha potuto far altro che presentare una lettera al Presidente dell’Aula, a firma della Capogruppo Roberta Lombardi, per chiedere direttamente la calendarizzazione del Consiglio regionale”.

Non fa sapere però che la lettera di Roberta Lombardi riporta “come da Regolamento è imposto il PASSAGGIO NELLA X CCP PER TRE MESI DOPO L’ASSEGNAZIONE” e rimette “alla valutazione degli Organi di aula l’eventuale convocazione in video conferenza della Commissione, anche solo ai fini del voto di rinvio all’Aula”.

Ignora che la lettera della Presidente del M5S Roberta Lombardi, a cui rimanda, è stata di fatto una richiesta di convocazione urgente della X Commissione Urbanistica da lui ignorata del tutto e comunque disattesa.     

A quel momento mancavano ormai solo 13 giorni alla scadenza dei tre mesi e continuava ad essere vigente “il pessimo Ptpr approvato in Aula ad agosto“, perché indebitamente pubblicato dal 13 febbraio 2020, che quindi più di 2 mesi e mezzo consentiva di fare un danno sul territorio che nel ricorso del Governo viene definito gravissimo ed irreparabile.

Marco Cacciatore si salva la coscienza affermando nel post scriptum che lui ad ogni modo continua “a stare dalla parte della salvaguardia, checché ne dicano e pensino sedicenti ambientalisti“: stendiamo un velo pietoso sul seguito che si è permesso di scrivere, con una sentenza da plurale maiestatis senza alcuna dimostrazione dell’accusa che rivolge ai “sedicenti ambientalisti” e che non è di certo degna di una persona che ricopre la sua carica istituzionale. 

Il 4 maggio 2020 sempre sulla sua pagina facebook Marco Cacciatore ha pubblicato un 3°post dal titolo “COMMISSIONE IN VIDEOCONFERENZA: SI RIPARTE DA PTPR E PIANO RIFIUTI”, in cui esordisce affermando che «giovedì 7 maggio il Consiglio voterà la modifica del regolamento d’Aula per consentire lo svolgimento della Commissione in videoconferenza

La notizia non risponde al vero dal momento che il 7 maggio 2020 il Consiglio Regionale voterà la modifica del Regolamento per consentire i lavori del Consiglio stesso e non delle Commissioni le cui sedute in videoconferenza sono state consentite fin dalla fine di marzo, come attesta la seguente convocazione.

Il Presidente Marco Cacciatore fa quindi il seguente annuncio: «PTPR: porterò in Commissione il rinvio all’aula per il recepimento dell’accordo sul Ptpr tra Mibac e Regione. Lo scopo è quello di ridurre la portata del conflitto tra organi, recentemente sfociato nel ricorso alla Consulta da parte del governo. In questo modo si potrà impedire la decadenza del Piano e dei suoi vincoli, ottemperando a un passaggio previsto da legge come il recepimento dell’accordo, nel quale dovranno essere integrate le eccezioni del Mibac che auspico possano anche riportare il PTPR alla sua natura: un atto per la salvaguardia e non per lo sviluppo – soprattutto edilizio e secondo me insostenibile – come invece è uscito dall’aula.»

Alla data di oggi il Presidente Marco Cacciatore non ha a tutti gli effetti ancora convocato la X Commissione Urbanistica, che avrebbe potuto se non dovuto fare quanto meno dai primi del mese di aprile e comunque entro i 10 giorni successivi alla richiesta della capogruppo Roberta Lombardi.

Non è dato di sapere se la seduta si terrà entro gli ormai 10 giorni che mancano alla scadenza dei 90 giorni entro cui per prassi la X Commissione dovrebbe esprimere il proprio “parere” sulla proposta di deliberazione conciliare n. 42 del 17 febbraio 2020: di certo c’è che, pur con tutte le “giustificazioni” che ha portato sui suoi post, perdendosi in sterili tergiversazioni, con il comportamento che ha fin qui tenuto il Presidente Marco Cacciatore ha di fatto allungato i tempi per licenziare in Aula il prima possibile la votazione del Consiglio Regionale sulla proposta della Giunta.

Se Marco Cacciatore avesse dato il seguito peraltro dovuto dapprima al sollecito della consigliera Gaia Pernarella, lasciato del tutto inascoltato benché inoltrato ormai da quasi un mese, ed ancor più poi alla richiesta di convocazione urgente della Presidente del M5S Roberta Lombardi, invece di inventarsi inusuali “scorciatoie”, a quest’ora la X Commissione avrebbe dovuto esprimere da un pezzo il proprio “parere” riguardo alla proposta di deliberazione n. 42 del 17 febbraio 2020.

E in tutto questo frattempo non è stato fatto nulla per cercare di far sospendere almeno l’efficacia della deliberazione n. 5 del 2 agosto 2019, che è stata indebitamente pubblicata sul BURL e che continua potenzialmente a produrre danni sul territorio.

Auguriamoci che domani il Consiglio Regionale sappia essere in grado di concordare le forme ed i modi per tornare ad essere pienamente operativo, visto che è del tutto inattivo dal 4 marzo 2020.   

Dott. Arch. Rodolfo Bosi

AGGIORNAMENTO

Le modifiche regolamentari approvate che il Consiglio Regionale ha approvato il 7 maggio 2020 seguono le due delibere dell’Ufficio di presidenza del Consiglio regionale che hanno permesso lo svolgimento nelle settimane precedenti delle riunioni in modalità telematica delle commissioni (eccezion fatta per la X Commissione), grazie a un’interpretazione evolutiva del regolamento, formulata dalla Giunta per il regolamento nella seduta del 26 marzo scorso, “nelle more dell’adozione delle opportune modifiche al Regolamento dei lavori del Consiglio regionale”.

Il giorno successivo al voto del Consiglio Regionale, il Presidente Marco Cacciatore ha fatto la seguente convocazione:

 

 

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