Orti urbani e giardini: Raggi vuole nuove regole per la gestione del verde pubblico

 

Un orto urbano al Tintoretto. Foto d’archivio

La Giunta Raggi, ad inizio agosto, ha dato il proprio via libera ad un nuovo regolamento per la concessione degli spazi verdi di proprietà comunale.

Servirà a stabilire quali sono i criteri di assegnazione di aree destinate a diventare giardini ed orti urbani.

L’iter amministrativo

Il procedimento, passato in Giunta l’8 agosto, è stato trasmesso ai 15 municipi di Roma Capitale per consentire l’espressione del relativo parere.

Dovranno farlo in tempi rapidi, “entro il termine di 20 giorni” dalla sua ricezione.

A quel punto, entro la fine di agosto, il testo sarà pronto per essere votato in Assemblea Capitolina.

L’obiettivo del regolamento

Con la nuova delibera, che va a sostituire quella mai entrata in vigore del 2019, l’amministrazione cittadina “intende fornire una regolamentazione del fenomeno degli orti giardini urbani che da una parte tenga conto delle legittime istanze dei cittadini di poter effettuare delle attività fisiche e sociali” si legge nel dispositivo “ e dall’altra che ”consenta di coniugare tali istanze con l’opportunità di incentivare iniziative che conducano ad una riqualificazione ed al recupero del patrimonio ambientale capitolino”.

Il Comune agricolo e gli orti urbani

Roma è il più grande comune agricolo d’Europa.

Dei suoi 128mila ettari di superficie infatti ben il 45% è destinato ad uso rurale. 

Un primato che va gestito anche alla luce dei numerosi orti urbani che, soprattutto negli ultimi 10 anni, sono stati realizzati nel tessuto cittadino.

E che dimostrano una crescente attenzione da parte dei romani verso questo tipo di opportunità. Talvolta messa in pratica in maniera del tutto spontanea. 

Cosa prevede il regolamento

Le migliaia di lotti che da nord a sud sono stati coltivati, rappresentano una ricchezza.

Ma anche un onere per l’amministrazione che ha deciso di formulare nuove regole per riuscire a gestirli.

Il Campidoglio ha perciò differenziato orti e giardini urbani in ragione della loro estensione e della loro destinazione.

In tal modo ha previsto concessioni che variano dai due ai sei anni.  

In ogni evenienza, comunque, potranno essere rinnovate una sola volta, previa richiesta da parte del soggetto che ne aveva la concessione.

Le aree invece, una volta terminata l’assegnazione, vanno riconsegnate “libere da ogni manufatto entro tre mesi decorrenti dalla fine del ciclo vitale delle coltivazioni”. 

Per quanto riguarda i criteri di assegnazione di queste aree verdi, il Comune ha deciso di valorizzare soprattutto la prossimità spaziale dei richiedenti che, se abitano a meno di un chilometro dal futuro orto urbano, possono conseguire fino a 25 punti.

Con un incentivo di 15 punti, il Comune ha invece deciso di incoraggiare anche i giovani sotto i 40 anni a prendersi cura di queste aree verdi.

La contestazione

Il nuovo testo che regolamenta gli orti urbani a Roma ha già incassato le prime obiezioni.

Secondo Luigi di Paola, per anni tra i portavoce degli ortisti capitolini ed attuale presidente della commissione Ambiente del Municipio VIII, il nuovo regolamento “ha una forte impronta di controllo centralizzato e depotenzia il contributo di associazioni ed enti di prossimità”.

A proposito di questi ultimi, l’idea di fargli produrre delle osservazioni entro soli 20 giorni, “che guarda caso – ha fatto notare Di Paola – rientrano proprio nel periodo di chiusura per ferie dei municipi”, appare singolare se, l’intenzione, era quella di coinvolgere i municipi stessi.

A breve, comunque, il regolamento sarà calendarizzato e discusso in Assemblea Capitolina. 

Il precedente, approvato nel 2015, era invece stato elaborato a seguito d’un confronto che, ha ribadito Di Paola, “per mesi aveva coinvolto cittadini ed associazioni”. 

(Articolo di Fabio Grilli, pubblicato con questo titolo il 24 agosto 2020 sul sito online “Roma Today”)

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N.B. – Con decisione n. 2 del 16 gennaio 2019 la Giunta Capitolina ha adottato il “Regolamento  Capitolino del verde pubblico e privato e del paesaggio urbano di Roma Capitale”, fortemente voluto dall’allora Assessora all’Ambiente Pinuccia Montanari, su cui nel successivo mese di febbraio sono stati acquisiti i “pareri” dei Municipi: al 2° comma dell’art. 3 ricomprende anche gli “orti urbani” fra le tipologie di verde urbano, che alla lettera j) dell’Allegato n. 3 nella classificazione delle topologie di verde sono definiti come “aree pubbliche destinate alla coltivazione di orti urbani e giardini di comunità e concorrenti all’infrastruttura verde della città”.

A tutt’oggi non risulta che la Giunta Capitolina abbia controdedotto ai “pareri” espressi dai Municipi, anche per causa delle dimissioni che il 10 febbraio 2019 ha dato l’Assessora Pinuccia Montanari.

Solo il 4 settembre 2019 la Sindaca di Roma Virginia Raggi ha dato la delega relativa esclusivamente alle Politiche del Verde all’Assessora Laura Fiorini, che ha sottoposto il testo adottato del Regolamento a ben 306 emendamenti, fra i quali figura anche l’esclusione degli “orti urbani” dalla disciplina del Regolamento del Verde.

L’assessora Laura Fiorini non ha formalizzato ufficialmente i suoi emendamenti, lasciandone al cons. Roberto Di Palma (M5S) il compito di farne un esame congiunto con il gruppo tecnico che per circa 6 mesi ha contribuito alla redazione del testo del Regolamento del Verde assieme all’Assessora Pinuccia Montanari: per ammissione dello stesso cons. Roberto Di Palma, che ha voluto proseguire la serie degli incontri in periodo di lockdown anche in videoconferenza, il confronto si è arenato allo scorso mese di luglio, ponendo un pesante stop alla “fretta” dichiarata dal cons. Di Palma anche e soprattutto per le divergenze con l’Assessora Laura Fiorini, che sembra aver condiviso le censure portate collegialmente a diversi suoi emendamenti, ritenuti peggiorativi.

Ma l’assessora Laura Fiorini non si è limitata ad emendare soltanto il testo adottato del Regolamento del Verde, dal momento che  ha voluto sottoporre ad una revisione  complessiva anche la decisione n. 185 del 28 dicembre 2018 con cui la Giunta Capitolina ha voluto attualizzare il “Regolamento degli Orti Urbani” approvato dalla Assemblea Capitolina con deliberazione n. 38 del 17 luglio 2015: sotto la spinta sempre dell’allora ancora Assessora Pinuccia Montanari lo ha fatto con la proposta n. 183 riguardante il “Regolamento per l’affidamento in comodato d’uso e la gestione di aree verdi di proprietà di Roma Capitale per la realizzazione di orti/giardini urbani”, su cui hanno espresso “parere” i Municipi.

Ma l’assessora Laura Fiorini, non appena insediata, ha sottoposto ad una complessiva revisione anche la proposta n. 183, arrivando a farla ritirare con nota prot. n. 54777/2020, per apportarvi le modifiche da lei volute, che consistono sostanzialmente nella sostituzione dello strumento giuridico del comodato d’uso gratuito (originariamente previsto per l’affidamento delle aree a orti/giardini urbani) con quello della concessione a canone ricognitorio e nella introduzione di una nuova categoria di orti urbani, nati per in iniziativa dell’amministrazione capitolina e dalla stessa realizzati.

A seguito del suddetto ritiro è stato presentato con lo stesso oggetto un nuovo Regolamento degli orti e giardini urbani, che l’Assessora Laura Fiorini ha fatto adottare dalla Giunta Capitolina con decisione n. 104 del 7/8 agosto 2020, addirittura con procedura d’urgenza.

In data 11 agosto 2020 la proposta è stata trasmessa ai Municipi per l’espressione di “parere” da rendere entro 20 giorni, vale a dire entro il prossimo 31 agosto!

Dott. Arch. Rodolfo Bosi

 

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