Venezia e Grandi Navi. Il bando “Fuori dalla Laguna” è ingannevole

Venezia e Grandi Navi. Il bando “Fuori dalla Laguna” è ingannevole

Il Bando governativo per un progetto finalizzato a portare le Grandi Navi Fuori della Laguna di Venezia rimane assai vago, non precisando il punto dove esse saranno sistemate. Si pensa che il problema sia risolto per il solo fatto di non vederle più passare per il Bacino di S. Marco davanti al Palazzo Ducale. I confini della Laguna per legge e per la giurisdizione che vi ha ancora su di essa l’attuale ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, cominciano all’inizio delle dighe Foranee dalla parte del Porto di Lido, di Malamocco e di Chioggia fino alla terraferma. Il “Fuori della Laguna” comincia al di là di questi confini. Tuttavia fin dal decreto Clini-Passera di 10 anni fa, questo Fuori della Laguna è stato utilizzato in realtà come slogan fuorviante e ingannevole soprattutto dai sostenitori del progetto Duferco-De Piccoli e in particolar modo dal Comitato NO! GRANDI NAVI. Anche dal senatore Felice Casson in un’intervista di qualche giorno fa a un giornale locale. Tale progetto infatti prevederebbe un approdo di Grandi Navi all’interno della Laguna, al di qua delle dighe foranee, lato diga di Treporti Cavallino, zona ambientale ad alto tasso turistico e a 500 metri di distanza dalla recente Isola del Mose. Il pericolo (che quasi nessuno conosce e che non viene mai nominato) derivante dall’attuazione di tale progetto è che esso è obbligato allo scavo di ben 2.3000.000 metri cubi di fondale (forse qualcosa meno poiché solo recentemente il Duferco-De Piccoli ha ridotto la presenza delle banchine di attracco). Lascio immaginare le conseguenze devastanti che un tale scavo comporterebbe sulla potenza del grande volume di acqua che si abbatterebbe nel bacino lagunare in cui si trova la città di Venezia, con un effetto di aumento dell’acqua alta e corrosione ulteriore sulle circostanti barene. Uguali problematiche derivano dall’ingresso delle Grandi Navi per il porto di Malamocco percorrendo il Canale dei Petroli (assieme a un traffico commerciale) per giungere alla Marittima. Anche qui sono necessari scavi di fondali ugualmente deleteri. Occorre convincersi che non ci sono soluzioni su questo problema nel voler far coesistere due elementi incompatibili: la città e il suo ecosistema con la crocieristica com’è prospettata attualmente. Il Fuori della Laguna dovrebbe essere off-shore in mare (demenziale) o altro porto come Trieste o altri luoghi che hanno il porto fuori della città, non come Venezia che ce l’ha al suo interno. Se la mettiamo sul piano della salvaguardia dei valori occupazionali relativi alla crocieristica, allora bisogna puntare su navi di stazza ben minore dei modelli attuali spinti sempre di più a un gigantismo estremo. Ne beneficerebbe soprattutto la qualità del turismo e gli insostenibili flussi che ne stanno distruggendo l’anima.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Vas