L’Anpi a Draghi: “Il riarmo ci porta verso il disastro”

DI TOMMASO RODANO, IL FATTO QUOTIDIANO, 25 MARZO 2022

Il tema di fondo, la faglia su cui si confronta e si divide la sinistra italiana, è lo stesso anche qui: la spesa militare e le armi all’Ucraina. Il diciassettesimo congresso di Anpi a Riccione viene anticipato da un messaggio del presidente della Repubblica. Il saluto di Sergio Mattarella, diffuso a poche ore dall’inizio dei lavori, è rituale nella forma ma non nella sostanza. Sembra un monito anche all’associazione dei partigiani, schierata contro l’invio di armi e l’aumento dei fondi per la Difesa. “L’attacco della Russia contro l’Ucraina – dice il Capo dello Stato – colpisce le fondamenta della democrazia, rigenerata dalla lotta al nazifascismo, dall’affermazione dei valori della Liberazione combattuta dai movimenti europei di Resistenza”. Mattarella riconosce, in sostanza, la continuità ideale tra la resistenza ucraina e quella dei partigiani italiani ed europei. Sull’Ucraina nemmeno l’Anpi ha una posizione unitaria, tra le tesi anti-riarmo del presidente Gianfranco Pagliarulo (in procinto di essere confermato per un nuovo mandato) e quelle opposte del 99enne Carlo Smuraglia, ex partigiano e storica guida dell’associazione.
Il congresso di Riccione conferma che la linea largamente maggioritaria è quella di Pagliarulo, fissata nella sua lunga relazione introduttiva. Tra i passaggi più applauditi c’è quello sulla “militarizzazione del dibattito pubblico” e sul “misto di fake news e aggressioni verbali” dei principali giornali italiani “verso chiunque si permetta di contraddire il loro verbo”. La platea apprezza i passaggi contro l’escalation. “Preoccupa l’impegno assunto da Draghi per l’ulteriore invio di armi e soldati – insiste Pagliarulo –. Le armi parlano solo il linguaggio della guerra. E ci avvicinano alla ‘linea rossa’, al coinvolgimento diretto”.
Per il resto, la giornata di Riccione testimonia che Anpi gode di ottima salute e prova a guardare al futuro. Lo slogan della kermesse – “Va dove ti porta la Costituzione” – è l’aspirazione di coniugare i valori dell’antifascismo e l’esperienza della generazioni dei combattenti, con le energie di giovani e millennials. Una sfida tutta da costruire – tra i delegati è ancora netta la prevalenza dei capelli grigi – ma confortata dai numeri degli iscritti (135mila, in aumento rispetto al 2021) e dal ricambio in atto negli organi direttivi locali. L’efficacia della rete di relazioni di Anpi è evidente dagli ospiti del congresso. Apre il video saluto di un commosso Patrick Zaki, poi tra palco e “Zoom” si alternano Enrico Letta, Giuseppe Conte, Roberto Speranza, Stefano Bonaccini, i rappresentanti di Cgil, Cisl e Uil, Liliana Segre, don Ciotti, l’arcivescovo di Bologna Matteo Maria Zuppi e ancora molti altri. Letta conferma con retorica felpata la sua linea sul sostegno militare all’Ucraina (“Nessuno di noi può fare come i Caschi blu di Srebrenica, che si voltarono dall’altra parte e che consentirono il massacro di 8 mila bosniaci”). Conte, in video, si smarca definitivamente dalla posizione degli alleati sul riarmo (“Sarebbe inaccettabile scegliere la strada degli investimenti militari invece di intervenire sulle urgenze delle famiglie e delle imprese”). Tutti uniti, sulla carta, dai valori costituzionali. Divisi ancora dalle armi.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Vas