Il Piano paesaggistico della Toscana e le Apuane

Su questo stesso sito il 27 giugno 2014 è stato pubblicato un articolo di Tomaso Montanari dal titolo <<Apuane. Le ruspe cancellano i monti>>, che inquadrava bene il problema della progressiva cancellazione delle Alpi Apuane da parte dell’industria del marmo (http://vasonlus.it/?p=5930#more-5930).

Sul sito www.greenreport.it il 27 giugno 2014 sono stati pubblicati tre articoli che danno l’aggiornamento della situazione e che di seguito riportiamo con i rispettivi titoli.

Piano paesaggistico della Toscana, via libera in Commissione. Ma per le Apuane niente da fare

La Commissione territorio e ambiente del Consiglio regionale della Toscana  ha approvato all’unanimità  il Piano paesaggistico che integra il Piano di indirizzo territoriale (PIT), principale strumento urbanistico regionale, e sarà discusso e messo ai voti dell’aula nella prossima riunione del Consiglio regionale.

L’assessore all’urbanistica, Anna Marson  ha commentato: «Sono soddisfatta per il fatto che la commissione ha votato il documento all’unanimità».

 Immagine.Anna Marson

Ma l’esponente della giunta Rossi però ha aggiunto «Non condivido tutti gli emendamenti apportati: a partire da quelli in generale sulle attività estrattive a quelli, in particolare, sulle cave delle Apuane. Stiamo lavorando adesso per capire se è possibile condividere con il Ministero dei beni e delle attività culturali le modifiche apportate per la loro validazione». 

In una nota la Regione spiega che «Il piano toscano non interessa i soli beni paesaggistici su cui già ci sono vincoli statali, quelli che vengono definiti ‘paesaggi eccellenti’, ma anche i paesaggi delle periferie, delle zone industriali anche degradate, dei bacini fluviali, delle aree in abbandono, delle colline coltivate e delle piane urbanizzate. L’obiettivo è definire regole utili e comuni alla loro riqualificazione, oltre che conservazione. E in questo sta l’importanza e novità del documento: un piano portato a termine con la collaborazione sia degli enti locali che del sistema delle università toscane». 

Nonostante che sembri abbia vinto chi non voleva ridurre l’attività estrattiva nelle Apuane, la Marson ha ribadito che «Nell’insieme il piano costituisce una significativa innovazione anche culturale nel trattare il paesaggio. Per quanto riguarda le cave abbiamo lavorato negli ultimi mesi con particolare impegno per trovare una mediazione alta che nel tutelare l’ambiente consentisse non solo di salvaguardare i posti di lavoro in essere, ma anche di promuoverne di nuovi. Purtroppo su questo tema devo riscontrare l’indebolimento dell’impianto complessivo ad opera di alcuni emendamenti votati in commissione».

Cosa non quadra alle Apuane

Articolo di Renzo Moschini – Gruppo San Rossore

 Immagine.Renzo Moschini

Renzo Moschini

La vicenda delle Apuane ha assunto ormai come era giusto e inevitabile un rilievo nazionale. 

Ma le ragioni non appaiono ancora del tutto chiare e ancor meno le soluzioni. 

A innescarla è stato il piano paesistico regionale già più volte ritoccato che secondo gli imprenditori provocherebbe gravi conseguenze economico–sociali. 

Le cifre che circolano al riguardo come è stato detto sono spropositate e poco credibili. 

Ma il punto non è questo. 

Anche alcuni parlamentari toscani del Pd hanno detto in questi giorni che è possibile oggi conciliare l’economia e la tutela dell’ambiente. 

In effetti il parco regionale delle Apuane fu istituito  proprio per salvaguardare questa esigenza ed evitare la distruzione di un patrimonio nazionale e mondiale.

Eppure in questa rovente polemica nessuno – neppure tra gli amministratori del parco – ha finora ricordato che a questo mirava appunto il piano del parco previsto dalla legge e non a caso affidato ad uno dei maggiori esperti italiani del Politecnico di Torino Roberto Gambino.

Immagine.Roberto Gambino

 Roberto Gambino

Dimenticanza niente affatto casuale perché lì è cascato l’asino. 

Di quel piano nessuno ha saputo più niente se non che con il nuovo codice dei beni culturali non avrebbe più potuto e dovuto occuparsi proprio del paesaggio. 

Ecco perché oggi a riproporre un problema irrisolto è il piano paesistico messo a punto dalla regione che però non riguarda TUTTI i problemi della gestione del territorio e specialmente delle cave. 

Ecco perché dinanzi alle migliaia di firme già raccolte contro la distruzione da parte delle ruspe delle cave colpisce e stupisce che gli amministratori degli enti locali e del parco carrarino eludano la questione. 

Tanto più grave e allarmante nel momento in cui in Toscana è in discussione non solo la legge Marson ma anche la nuova legge regionale sui parchi. 

Sarebbe bene che se ne ricordassero innanzitutto quegli amministratori e rappresentanti istituzionali che appartengono allo schieramento politico che in Toscana i parchi li vollero e li votarono.

 Urbanistica e territorio Apuane, Legambiente: piano paesaggistico “depotenziato” dalla lobby bipartisan del marmo

È evidente a tutti che ieri, 26 giugno, la lobby della speculazione del marmo è entrata in Consiglio Regionale e l’ha fatta da padrone in tutti i banchi, da destra a sinistra. 

Scene e risultato sono stati vergognosi: nella discussione sul Piano Paesaggistico proposto da Rossi e Marson, sono spuntati emendamenti così precisi e mirati a rendere inefficace il Piano nella limitazione delle cave di marmo all’interno del Parco delle Alpi Apuane, che se l’avessero scritto direttamente gli industriali del marmo non sarebbero riusciti a fare di meglio. 

È emerso inoltre con tutta evidenza che la speculazione estrattiva a danno del Parco delle Alpi Apuane è un obiettivo così strategico, che in Consiglio Regionale si sono sperimentate positivamente le “grandissime intese”, visto che la Commissione competente ha votato quasi all’unanimità gli emendamenti-killer al Piano Paesaggistico, con il contributo fondamentale del PD e di Forza Italia. 

Ai vari rappresentanti politici che ora si sperticano nello spiegare quanto il nuovo testo armonizzi ambiente e lavoro, Legambiente risponde che così si coniuga solo la speculazione a buon mercato con la distruzione irreversibile di un patrimonio ambientale di rilevanza europea e mondiale. 

L’Associazione chiede pertanto a tutto il mondo politico-istituzionale della Toscana, nel prossimo appuntamento in plenaria del Consiglio Regionale, previsto martedì primo luglio, di ripristinare i dispositivi proposti meritoriamente dalla Giunta Regionale. 

Nella sua versione originale, infatti, il Piano Paesaggistico costituirebbe un fiore all’occhiello delle politiche regionali ed un vanto di assoluto rilievo nazionale. 

Meriti che sarebbero seriamente adombrati nel caso si confermassero gli emendamenti killer pro industriali del marmo. 

L’Associazione aderisce e sostiene la petizione su Avaaz.org per fermare la distruzione delle Alpi Apuane, con l’obiettivo di raccogliere oltre 100.000 firme entro il 1° luglio.  (https://www.avaaz.org/it/petition/Ferma_la_distruzione_delle_Alpi_Apuane

Facciamo ancora una volta appello al Presidente Rossi e a tutti i Consiglieri Regionali di conservare integralmente il Piano Paesaggistico – dichiara Fausto Ferruzza, Presidente di Legambiente Toscanamantenendo i fondamentali dispositivi di tutela del paesaggio toscano e dei delicatissimi ambienti acquatici ed ipogei delle Alpi Apuane!

 Immagine.Fausto Ferruzza

“Sarebbe inaccettabile – commenta Matteo Tollini, responsabile regionale aree protette di Legambientecontinuare ad assistere all’escavazione generalizzata nel cuore del Parco Regionale delle Alpi Apuane, un patrimonio delicato e inestimabile dove l’Unione Europea ha individuato il 50% di tutti i siti strategici in Toscana per la conservazione della biodiversità.

 Immagine.Matteo Tollini

Matteo Tollini

Se la Regione Toscana continuerà con questa politica ambigua ricorreremo alla Corte di Giustizia Europea per infrazione dell’Italia nell’applicazione delle Direttive UE”.

  

Legambiente Toscana

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