Vertice Ue, raggiunto accordo sul pacchetto clima: gas serra ridotti del 40% entro il 2030

Articolo pubblicato il 24 ottobre 2014 sul sito www.repubblica.it/ambiente.

Immagine.Salva il clima

BRUXELLES – L’Europa abbasserà le proprie emissioni di CO2 della metà – rispetto a quelle fissate nel 1999 – entro il 2030: questo è l’ambizioso traguardo che il vecchio continente si ripromette di raggiungere in 15 anni per far fronte a riscaldamento climatico e dipendenza energetica dall’estero.

L’accordo sul pacchetto clima è stato sottoscritto in nottata dai leader dei 28 paesi e salutato con entusiasmo, tramite Twitter, dal Presidente del Consiglio europeo, Van Rompuy: “Buone notizie per il clima, per la salute dei cittadini, per i lavori sostenibili e per i colloqui in vista di Parigi 2015“.

Immagine.Herman Van Rompuy

Nel dettaglio il rapporto prevede una riduzione obbligatoria di gas serra (CO2) del 40 percento entro il 2030, nell’insieme dell’Ue, e prevede di portare al 27 percento la produzione di energia pulita (fonti rinnovabili) sul totale dell’eurozona. 

Negli stessi tempi e della stessa percentuale (27%) sarà l’incremento dell’efficienza energetica, anche attraverso l’utilizzo di tecnologie a risparmio energetico.

Obiettivo ambizioso: integrare le reti energetiche. Non si parla solo di riduzione delle emissioni e rispetto dell’ambiente, il pacchetto prevede anche un sostanziale miglioramento delle reti elettriche, cosa  che può aumentare risparmio ed efficienza. 

L’intesa per l’interconnesione delle reti prevede due step: uno iniziale entro il 2020 che prevede di raggiungere il 10 percento di reti in comune, per arrivare alla soglia del 15 percento entro il 2030. 

A questo scopo, l’Ue s’è impegnata a mettere sul tavolo aiuti finanziari e altre forme di sostegno a progetti che siano funzionali ad incrementare l’interconnessione.

Migliorare la rete è importante per aumentare l’indipendenza energetica, un problema reso ancora più importante dalla crisi in Ucraina e la minaccia di blocchi della fornitura di gas russo.

É un risultato positivo su un accordo ambizioso – ha detto ancora Van Rompuy – che consentirà all’Europa di presentarsi con le carte in regola alla riunione internazionale sul clima che si terrà l’anno prossimo a Parigi“.

Secondo il presidente del consiglio europeo l’accordo ha anche un alto valore in termini occupazionali: l’intesa creerà “posti di lavoro sostenibili – ha detto – per rilanciare la competitività“.

Sostegno ai Paesi più poveri. La parte centrale dell’accordo, che ha impegnato le parti in un dibattito durato più di otto ore, è la questione della ripartizione degli oneri: centrale per i paesi poveri, soprattutto quelli dell’Europa orientale, dipendenti ancora dai combustibili fossili come il carbone, rispetto ai paesi più ricchi che si affidano da tempo su tecnologie più avanzate, come il nucleare. 

In questa situazione Paesi come la Polonia, che ha ricevuto un”pacchetto di compensazione” che l’aiuterà amodernizzare il propriosistema energetico.

Verranno inoltre creatimeccanismi di sostegnodelsistemadelle quote diemissione di CO2europee, tra cui unFed Fundssu una piccola parte(2%) delle vendite diquesti certificati, che verrà messo a disposizione di questi. 

Spagna e il Portogallo hanno chiesto una migliore interconnessione con le reti energetiche europee, un argomento che provoca attrito da anni tra Madrid e Parigi. 

Gli spagnoli aspetteranno il finanziamento del piano di investimenti di 300 miliardi di euro da presentare entro la fine dell’anno da parte della nuova Commissione Juncker.

Il Ministro dell’Ambiente italiano, Gian Luca Galletti, su Twitter:

 Immagine.Tweet Galletti su accordo clima

Legambiente:”L’accordo peggiora le cose”. Nonostante l’accordo venga salutato con entusiasmo dalle istituzioni italiane ed europee, secondo Legambiente quello sottoscritto peggiora la proposta poco ambiziosa e inadeguata della commissione uscente“. 

La Onlus green italian prosegue chiarendo che: “Gli obiettivi auspicati dal pacchetto clima non sono coerenti con la riduzione delle emissioni di almeno il 95 percento al 2050: la sola in grado di contribuire a contenere il riscaldamento del pianeta almeno sotto la soglia critica dei 2 gradi. 

Ridurre le emissioni dell’ottanta percento entro il 2050 non sarà sufficiente visto che le emissioni globali continuano a crescere e il loro picco non sarà raggiunto presto.  

La scienza, infatti, ci dice che se vogliamo mantenere l’aumento della temperatura al di sotto dei 2°c – e visto che l’obiettivo europeo sarà usato come riferimento dagli altri paesi nei negoziati verso il nuovo accordo globale sul clima previsto a Parigi nel dicembre 2015 – è necessario che l’Unione europea si impegni ad una riduzione delle emissioni di gas-serra almeno del 95 percento da qui al 2050”.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Vas