Impugnata al TAR la delibera della Giunta Regionale della Campania che ha istituito la struttura di missione “programmazione e gestione delle risorse idriche”

Immagine.Logo Regione Campania La Legge Regionale n. 16 del 7 agosto 2014 (collegato alla legge di stabilità regionale 2014) ai comma 92 e 93 primo capoverso dell’art. 1 ha testualmente previsto: “… nelle more dell’approvazione della legge per il riordino del Servizio Idrico Integrato, al fine di agevolare l’attuazione degli atti dipianificazione ed i relativi procedimenti amministrativi riguardanti il ciclo integrato delle acque, è costituita, presso la Giunta regionale della Campania, ai sensi dell’art. 36 del Regolamento n. 12 del 15 dicembre 2011, una Struttura di Missione con il compito istituzionale di coordinamento dei piani strategici regionali finalizzati all’utilizzazione dei fondi regionali, nazionali ed europei, orientando gli investimenti ad una efficace ed efficiente gestione della risorsa idrica regionale, nonché assicurando il migliore raccordo con le autorità di bacino”..” per gli aspetti inerenti la fruizione e la gestione dl patrimonio idrico…”.

Con Deliberazione della Giunta Regionale n. 367 dell’8 agosto 2014 è stata istituita la struttura di missione “programmazione e gestione delle risorse idriche” della Campania.

Il provvedimento si fonda sul maxiemendamento alla finanziaria regionale che il governo ha appena impugnato in via principale alla corte costituzionale: in realtà la delibera crea solo l’ufficio che poi provvede a privatizzare.

Il Consiglio dei Ministri ha infatti impugnato dinanzi alla Corte costituzionale la Legge della Regione Campania n. 16 del 7 agosto 2014 “Interventi di rilancio e sviluppo dell’economia regionale nonché di carattere ordinamentale e organizzativo (collegato alla legge di stabilità regionale 2014)”.

Alcune disposizioni, istituendo nuove professioni turistiche, contrastano con i principi fondamentali della legislazione statale in materia di professioni, in violazione dell’art. 117, terzo comma, della Costituzione. Altre disposizioni – spiega Palazzo Chigi – in materia di condono edilizio, di servizio idrico integrato e di concessioni termominerali contrastano con i principi fondamentali della legislazione statale in materia di governo del territorio, in violazione dell’art. 117, terzo comma, della Costituzione, invadendo altresì le competenze esclusive statali in materia di tutela dell’ambiente e di tutela della concorrenza di cui all’art. 117, secondo comma, lett. s) ed e) della Costituzione”.

Il governo con i propri atti chiaramente non contesta che si privatizza ma che si violano le regole fissate a livello nazionale, dove è stabilito che la concessione delle fonti e del ciclo integrato è degli enti locali riuniti negli Ambiti Territoriali Ottimali (A.T.O.): la Regione invece avoca a sé il potere.

L’obiettivo è quello di decidere a chi dare la concessione esautorando i comuni: ma vi è di più!

La Regione vuole dare la concessione senza gara: se affida a un’azienda speciale o un altro ente pubblico, esautora i comuni e lo si potrebbe anche sopportare.

Ma il problema è che prevedono di affidare a privati violando le regole sulla concorrenza che possono essere fissate solo dal Parlamento e che la Regione Lazio con la propria legge tenta di esautorare.

I Comitati per l’acqua pubblica si sono riuniti e hanno deliberato l’impugnativa con un ricorso al TAR con cui chiedono la sospensiva per andare, in via incidentale, a discutere dinanzi alla Consulta.

In data 21 novembre 2014 è stato presentato un Ricorso conto la privatizzazione dell’acqua promosso da Legambiente, Associazione Acqua Bene Comune (cd. Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua), Associazione Verdi Ambiente e Società (V.A.S.), Associazione COBAS Confederazione dei Comitati di Base, U.S.B. (Unione Sindacati di Base) Federazione Campania, Associazione Federconsumatori provinciale di Napoli, nonché 27 singoli cittadini con in testa:

  • la dott.ssa Salvio Consiglia, portavoce del Coordinamento dei Comitati per l’Acqua Pubblica;
  • l’On. Luigi Di Maio, Vice Presidente della Camera dei Deputati;
  • l’On. Roberto Fico, Presidente della Commissione Parlamentare di Vigilanza RAI;
  • l’On. Federica Daga, componente della Commissione Ambiente della Camera dei Deputati e componente del Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua;
  • l’On. Luigi Gallo, componente della Commissione Cultura della Camera dei Deputati;
  • il Sen. Sergio Puglia, componente della Commissione Lavoro e Previdenza del Senato nonché della Commissione Bicamerale di Vigilanza e Controllo degli Enti gestori di Previdenza e Assistenza.

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