Buco ozono Antartide rimane e sta alterando ecosistema

(ANSA, ore 9:49 del 21 dicembre 2014) – Per molti il buco nell’ozono significa rischio di scottature e di cancro alla pelle, ma le radiazioni dei raggi ultravioletti non sono il solo problema. Secondo una nuova ricerca a guida australiana, il buco nell’ozono sopra il Polo Sud, effetto delle emissioni di sostanze chimiche tossiche causate dall’uomo, rimane grande quanto prima e sta “riscrivendo” gli andamenti meteo e l’intero ecosistema attraverso Australia, Antartide e Sud America. Lo strato di ozono, una forma di ossigeno che si trova nella stratosfera, assorbe i raggi ultravioletti ad alta energia e impedisce così a tali raggi di raggiungere l’atmosfera, dove può danneggiare il Dna di piante e animali.

Il buco è stato scoperto nel 1985 e la causa è stata individuata nelle sostanze chimiche dette clorofluorocarburi (Cfc) e halon, usati come propellenti negli aerosol e in refrigerazione.

Immagine.Buco dell'ozono.1

Le sostanze furono messe al bando ma sono rimaste nella stratosfera, permettendo alle letali radiazioni di raggiungere la Terra e sono un principale fattore nei tassi crescenti di cancro alla pelle in Australia.

Scienziati guidati da Sharon Robinson della Scuola di Scienze Biologiche dell’Università di Wollongong, con la collaborazione di colleghi dell’Oak Ridge National Laboratory in Tennessee, hanno documentato che la radiazione sta avendo un effetto molto più ampio.

 Immagine.Sharon Robinson

Sharon Robinson

Gli impatti sull’ecosistema osservati finora includono cambiamenti nei tassi di crescita degli alberi in Sud America e in Nuova Zelanda, una crescita ridotta di muschio antartico e mutamenti di biodiversità nei laghi antartici“, scrive la studiosa sulla rivista Global Change Biology.

Poiché non assorbe più la luce ultravioletta, la stratosfera si è raffreddata, il che riduce la pressione atmosferica sopra il Polo Sud e sospinge verso sud la corrente a getto meridionale, insieme con i sistemi meteo a essa associati, prosegue Robinson.

Questo ha aiutato a raffreddare l’Antartide e ha diretto verso l’Australia eventi meteorologici più estremi.

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