Parco regionale del Vulture: anche questa volta si fermerà al ddl?

 

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Si apprende che Giunta regionale ha approvato un importante disegno di legge (ddl) riguardante l’Istituzione del Parco Naturale Regionale del Vulture ed il relativo Ente di gestione.

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Sarebbe opportuno ricordarsi che la nostra Regione ha già visto altri ddl in merito all’istituzione del Parco regionale del Vulture.

Si pensi all’ormai lontano 2007, anno in cui la Giunta regionale ripropose il perimetro del Parco estendendolo a 9 Comuni.

Anche in quell’occasione si parlò di un importante tassello a protezione dell’area del Vulture grazie all’approvazione di un ddl istitutivo del Parco regionale (cfr. http://www.olambientalista.it/parchiart62.htm).

Nel frattempo si è passati dall’Assessore all’Ambiente Enzo Santochirico all’Assessore Aldo Berlinguer.

Immagine.Aldo Berlinguer

Aldo Berlinguer

Sarà questa la volta buona per un celere impegno del Consiglio Regionale della Basilicata per approvare il deliberato della Giunta regionale facendolo divenire legge regionale, sancendo definitivamente la nascita del tanto sospirato Parco, comprensiva delle misure di salvaguardia, degli indirizzi e strumenti per il funzionamento dell’Ente Parco, del Piano del Parco, del Piano pluriennale economico e sociale, dei principi e delle procedure per l’adozione dello Statuto e del Regolamento del Parco?

Nel frattempo ricordiamo delle assurde modifiche alle perimetrazioni da parte dei Comuni interessati (Melfi, Rionero in Vulture, Rapolla, Barile, Ripacandida, Ginestra, San Fele, Atella e Ruvo del Monte) rispetto alle quali, già nel luglio scorso, la Ola poneva l’accento sulla necessità di essere più coerenti ed evitare un “parco-papocchio”.  

Si ricordava ai Sindaci e agli amministratori locali che nell’area insistono le istanze relative a permessi di ricerca idrocarburi denominate “Palazzo San Gervasio”, “La Bicocca”, “Frusci” e “San Fele”, con l’aggiunta di impattanti progetti industriali eolici e solari con evidenti finalità speculative.

La Ola lanciò un condivisibile appello: chi ostacola oggi l’istituzione del parco dovrà assumersi la responsabilità di non aver saputo o voluto opporsi a questi interessi. (cfr. http://www.olambientalista.it/?p=38837).

Come Associazione A.I.L. e Coordinamento Salviamo il Paesaggio – Difendiamo i Territori, scrivevamo, nel giugno scorso, che il tentativo di istituire il Parco regionale del Vulture rappresenta l’occasione per dimostrare coerenza con l’idea di difendere la propria Terra dalle petrolobby e delle rinnovabili speculative nell’ottica di abbracciare una politica energetica a misura d’uomo piuttosto che a misura delle società di capitali.

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Ci sentiamo di dire che ogni metro quadrato in più che si riuscirà a far rientrare nella perimetrazione del Parco, rappresenterà la possibilità concreta di salvarlo da una sua irreversibile compromissione.

L’area del Vulture Alto Bradano è sempre più minacciata da attività ad alto impatto che, in alcuni casi, trovano sostegno da parte di amministrazioni comunali consenzienti spesso attratte da “scintillanti” piani di sviluppo locali derivanti da convenzioni con le società d’affari proponenti.

Quelle stesse società che spesso si mostrano disponibili alla riqualificazione dei centri urbani, alla sistemazione della viabilità comunale e a fornire tante altre belle “patacche” al territorio comunale dopo averlo flagellato in modo incommensurabile (cfr. http://www.olambientalista.it/?p=38852). 

Si spera che il Parco regionale del Vulture non sia l’ennesima occasione persa per un’area che ha bisogno di essere tutelata non soltanto dall’attivismo dei cittadini, ma anche da concreti atti istituzionali i quali, sarebbe auspicabile, non si fermino al ddl.

 

16 febbraio 2016

 

Donato Cancellara

Associazione Intercomunale Lucania

Associazione VAS per il Vulture alto Bradano

La Nuova del 17.2.2016.

La Nuova del 17.2.2016.1.

La Nuova 17.2.2016.3.

 

 

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