Mentre la discussione sul nuovo stadio della Roma esplode e la società calcistica minaccia ricorsi contro la soprintendenza (contraria), arriva Beppe Grillo, Roberto della Seta ha un’opinione diversa (favorevole) da quella di Legambiente della quale è stato presidente … Secondo l’Istituto nazionale di urbanistica del Lazio, «è stato un errore confondere lo stadio con i grattacieli e metterli insieme sulla riva del Tevere. La Valle del Tevere va tutelata: non ammette operazioni così invadenti. È stato un errore stravolgere il PRG invertendo il principio sacrosanto dell’uso pubblico della rendita che per i due terzi deve tornare alla città. Principio stabilito dal Piano Regolatore vigente dal 2008 e poi divenuto norma nazionale». Il gruppo di lavoro dell’Inu Lazio – formato da Domenico Cecchini, Lucio Contardi, Maria Laura D’Anna, Lucia Fonti, Carmela Mariano, Gianpaolo Messina, Daniel Modigliani, Simone Ombuen, Roberto Pallottini e Patrizia Ricci – ricorda che «questi errori li abbiamo denunciati più di due anni fa, in un documento pubblico. Sostenevamo già allora che lo Stadio nel luogo dove un tempo c’era un galoppatoio, potrebbe farsi, purché nel rispetto del Piano Regolatore, tutelando e valorizzando le qualità ambientali e paesaggistiche. Perciò occorre rivedere l’impianto e i costi delle infrastrutture di trasporto che sono alla base della pretesa di realizzare i grattacieli, una nuova “centralità”, anche questa in spregio al PRG. Le centralità infatti dovrebbero spostare attività e servizi di alto livello nelle periferie che ne sono prive, ma l’area di Tor di Valle è vuota, non è una periferia urbanizzata! Così, oltre ad essere sbagliata dal punto di vista ambientale, la pretesa centralità è soprattutto sbagliata dal punto di vista urbanistico perché propone solo pesi insediativi aggiuntivi nel posto sbagliato. In questa ottica occorre rivedere drasticamente l’impianto del progetto e i costi delle infrastrutture, guardando alla città e all’intero ambito […]