REPORT dell’assemblea nazionale aperta contro il Decreto Sblocca Italia

 

Presso la sala cittadina di Roma in via Boemondo n. 7 si è svolta sabato 29 aprile 2017 l’Assemblea nazionale aperta contro il decreto Sblocca Italia.

Vi hanno partecipato da tutta Italia rappresentanti e portavoce, oltre quelli che non hanno confermato la loro piena adesione ma non sono potuti essere presenti dal Piemonte – dalle Marche – dalla Calabria e dalla Sicilia, dei seguenti comitati e associazioni:

Zero Waste Lazio, Zero Waste Sardegna, Osservatorio Molisano sulla Legalità CB, VAS onlus, Associazione Italiana Insegnanti di Geografia (A.I.I.G.), Comitato di Quartiere Valmelaina Roma, Rete Cittadini Aprilia LT, Associazione Unione Giovani Indipendenti (U.G.I.) Colleferro, Rete delle donne per la rivoluzione gentile, Comitato Rifiuti Zero di Rovigo, Associazione “La Terra dei PFAS” di Padova, Coordinamento dei Comitati Ambientalisti della Lombardia, Comitato “Terre Nostre Torretta” di Rovigo, Comitato “Forum Rifiuti Veneto”, Comitato “Mamme per la Salute” di Venafro IS, Comitato “Donne 29 agosto” di Acerra NA, Associazione “Viviamo Vitinia” Roma, Rete per la Tutela della Valle del Sacco (ReTuVaSa), ISDE – Medici per l’ambiente, Coordinamento Regionale Umbria Rifiuti Zero, Comitato “Non Bruciamoci il Futuro” di Macomer (NU), Ass. Nuovo Senso Civico di Lanciano CH.

Erano presenti inoltre i legali che hanno collaborato al ricorso al TAR Lazio nelle persone del prof. Antonello Ciervo di Roma, dell’avv. Carmela Auriemma di Acerra NA ed in forma straordinaria del prof. Paolo Maddalena (ex presidente della Corte Costituzionale).

Ha aperto i lavori Massimo Piras, coordinatore nazionale del “Movimento Legge Rifiuti Zero per l’Economia Circolare”, che ha anticipato la modalità di svolgimento della riunione, con una prima fase dedicata al confronto sugli aspetti giuridici ed una seconda fase dedicata agli aspetti politici.

Ha quindi invitato ad illustrare la genesi e la storia del Movimento la Dott.ssa Franca Battelli, Presidente di Zero Waste Sardegna, che ha ricordato la nascita del Movimento, avvenuta in modo informale nell’aprile del 2014 secondo il principio apartitico e non governativo, basandosi sui principi già condivisi di costruire un movimento, una federazione a base regionale con una struttura orizzontale di coordinamento, tenendo sempre un atteggiamento trasversale ed indipendente nel confronto con istituzioni e forze politiche.

La piattaforma iniziale condivisa è stata impostata tra le prime comunità che hanno organizzato un coordinamento regionale come il Lazio, la Sardegna, il Piemonte, la Lombardia ed il Molise ed altre in grado di costruire questo percorso come Abruzzo, Basilicata, Liguria, Marche e Puglia.

Ad agosto del 2015 il Movimento insieme all’ass.ne CETRI-TIRES ha inoltre provveduto al deposito presso il registro della trasparenza della Comunità Europea della nascita dell’Alleanza per l’Economia Circolare (A.C.E.) costruita sulla base del documento prodotto per la consultazione pubblica della Commissione Europea sul “nuovo pacchetto” di misure da inserire nella omonima direttiva per l’economia circolare.

Hanno aderito ad A.C.E. al convegno in ottobre a Roma per la presentazione del “manifesto costitutivo” anche SLOW FOOD Italia, ARCI, ISDE Italia – Medici per l’ambiente, Cittadinanzattiva nazionale ed il Movimento di Volontariato Italiano (Mo.V.I.).

Il 12 marzo 2016, sempre presso la ” Sala Cittadina ‘Igino Giordano’ di Via Boemondo n. 7, in Roma, si é costituito legalmente il “Movimento Legge Rifiuti Zero per l’Economia Circolare”, a cui ha aderito anche l’associazione “Verdi Ambiente e Società” (VAS), ed altre associazioni per il Lazio – Sardegna – Liguria – Lombardia – Piemonte – Abruzzo – Molise – Basilicata – Calabria.

Lo stesso giorno è stato costituito anche il “Comitato Sì Blocca Inceneritori”, per promuovere un referendum per l’annullamento dell’art. 35 del Decreto Sblocca Italia.

Purtroppo la raccolta delle firme sul referendum non ha raggiunto il quorum per causa del successivo mancato impegno della FLT-CGIL a raccogliere le firme sui quesiti ambientali (inceneritori e trivellazioni), facendo cadere uno dei principali punti di forza su cui era stato costruito il raggruppamento referendario.

Ha ripreso la parola Massimo Piras per sottolineare che la relazione della Dott.ssa Franca Battelli è servita per mettere in evidenza che “non abbiamo lasciato e non intendiamo lasciare intentato nulla nella battaglia contro il Decreto Sblocca Italia, da portare fino in fondo (contro il Piano di incenerimento del Governo Renzi)“.

Ha preso quindi la parola per la relazione il prof. avv. Antonello Ciervo che ha illustrato una sintesi dei punti qualificanti del ricorso presentato da VAS e dal Movimento LEGGE RIFIUTI ZERO.

Intervento del prof. avv. Antonello Ciervo

Ha anticipato la tecnica giuridica utilizzata e la sua analisi per poi aprirvi il dibattito su come proseguire, facendo presente che il ricorso è stato impostato sui tre seguenti punti di violazione delle norme europee e nazionali in vigore:

1) il rispetto della corretta gerarchia dei rifiuti, che non consente di poter saltare le fasi prioritarie del riciclo e del recupero prima di predisporre un “piano nazionale di inceneritori”, basato su una falsa interpretazione del principio di “prossimità” e su un falso rispetto degli obiettivi di raccolta differenziata e di una pretesa riduzione di nuove discariche;

2) la violazione e falsa applicazione della Direttiva 2008/98/CE, per mancato esperimento della procedura di Valutazione Ambientale Strategia (VAS) ex ante sia rispetto alla riclassificazione e potenziamento degli inceneritori esistenti che soprattutto sulla previsione di nove nuovi impianti di cui si determinano a monte sia l’area geografica di ubicazione che la specifica potenzialità termica;

3) la determinazione fittizia di un “fabbisogno impiantistico” legato a criteri del tutto opinabili ed all’applicazione di formule di rendimento impiantistico e scelte del tutto arbitrarie preordinate ad avviare il “residuo secco” della raccolta differenziata direttamente all’incenerimento bypassando la fase prioritaria del recupero di materia.

Riguardo all’aspetto tecnico di politica giudiziaria l’Avv. Ciervo ha fatto presente che la Giustizia Amministrativa è quasi sempre più sensibile nei riguardi del Governo e di fronte ad un aut aut tende a rimandare ogni decisione.

Ha fatto altresì presente che attaccando il Decreto Sblocca Italia si pone una questione di legittimità costituzionale, come ha fatto per l’appunto la Regione Lombardia che si è vista però respingere il suo ricorso dalla Corte Costituzionale, a giudizio della quale non c’è nessuna violazione della procedura di VAS in quanto recepita a monte.

La sentenza della Suprema Corte sul ricorso della Regione Lombardia è arrivata dieci giorni prima del deposito del nostro ricorso, per cui è stato ritenuto più opportuno mettere in rilevo nel ricorso la violazione della Direttiva 2008/98/CE e non tentare la questione di legittimità costituzionale con un ricorso in via incidentale.

È stata decisa la richiesta di sospensiva “temerariamente”, a differenza di altri due ricorsi presentati senza domanda incidentale di sospensione: la richiesta è stata motivata inserendo come base due pareri tecnici prodotti dal Movimento Legge Rifiuti Zero e da ISDE Italia-Medici per l’ambiente rispettivamente sul fabbisogno sbagliato e sull’impatto sanitario ed ambientale derivato dalle previsioni dello SbloccaItalia.

L’Avv. Antonello Ciervo ha voluto mettere in evidenza che malgrado il rigetto della richiesta è stata ottenuta comunque una vittoria, dal momento che la 1° udienza è andata deserta da parte dell’Avvocatura di Stato e il Collegio Giudicante ha dato al Governo il tempo di difendersi, come ha poi fatto consegnando al di fuori dei termini di tempo prescritti una documentazione difensiva indiretta del M.I.S.E..

L’Avv. Ciervo ha sottolineato che a questo punto occorre fissare una richiesta di udienza nel merito, impostata sui seguenti distinti due profili da tenere in considerazione:

1) la richiesta di fissazione urgente di udienza di merito del ricorso al TAR Lazio;

2) una contestuale richiesta di riunificazione di tutti i ricorsi presentati, di cui il diritto a chiederlo è un dato tecnico con rilevanza politica.

Massimo Piras ha precisato che ci sono altri due ricorsi presentati, dal Forum Ambientalista per alcune associazioni della Toscana e dalla associazione “Raggio Verde” per altre nel Lazio, a cui è stato proposto per ora senza esito positivo di condividere una comune strategia giuridica e di mobilitazione popolare.

Ha anche ricordato che nel ricorso di VAS e del Movimento LEGGE RIFIUTI ZERO è intervenuta ad adiuvandum l’avv. Carmela Auriemma, per conto del Comitato “Donne 29 agosto” di Acerra (NA) e dell’associazione “Mamme salute ed ambiente di Venafro” (IS) che ha invitato ad intervenire.

Intervento dell’Avv. Carmela Auriemma

La stessa avv. Auriemma ha messo quindi in risalto come il 3° comma dell’art. 35 del Decreto Sblocca Italia preveda la riconversione delle autorizzazioni AIA in base alla “massima potenza termica”: a tal riguardo ha fatto presente la drammatica situazione dell’inceneritore di Acerra (che brucia non il CSS ma rifiuto “talquale” soltanto tritovagliato come a Brescia !!!).

Tale impianto è stato autorizzato nel 2008 con Decreto Legge del governo Berlusconi utilizzando artatamente motivi di “urgenza” per un massimo di 600.000 tonn/anno, senza alcun coinvolgimento della popolazione interessata, ed oggi “riclassificato” dallo SbloccaItalia a circa 750.000 tonn/anno e con ulteriore incremento previsto dal Piano Gestione Rifiuti Regione Campania a circa 900.000 tonn/anno !!!!

Per i suddetti motivi si è intervenuti ad adiuvandum nel nostro ricorso al TAR Lazio.

Poiché il legislatore prima con l’inceneritore di Acerra e poi con il Decreto Sblocca Italia ha consentito di aumentare senza procedura di VAS il quantitativo, è a suo giudizio più che legittimo contestare alla Pubblica Amministrazione questa disapplicazione, con riserva del risarcimento dei danni ambientali subiti.

L’Avv. Carmela Auriemma ha voluto sottolineare un altro aspetto riguardante la normale credenza che non ci sarebbe pericolo grazie alle tecnologie: a tal riguardo ha messo in evidenza il rapporto tra emissioni ed immissioni, citando un rapporto dell’ISPRA secondo cui bisogna tener conto anche di una valutazione integrale dell’impatto ambientale.

A questo punto Massimo Piras ha invitato ad intervenire il Prof. Paolo Maddalena.

Intervento del Prof. Polo Maddalena

Ha esordito affermando che il Decreto Sblocca Italia è un lasciapassare alla multinazionali.

Ha proseguito sostenendo che ci dobbiamo tenere stretti la nostra Costituzione e che la dobbiamo difendere dalla propaganda neo-liberistica.

Si è quindi voluto compiacere con tutti e due gli avvocati di cui si sente fiero per la professionalità dimostrata, affermando che “siamo affidati in buone mani e non agli schiavi della borghesia che privilegia il singolo rispetto agli interessi generali“.

Dopo aver messo in risalto questo problema generale, il Prof. Paolo Maddalena è passato al problema specifico all’ordine del giorno, facendo presente che cosa comune ad entrambi gli avvocati è la riunificazione dei tre ricorsi.

Il ricorso di VAS e Movimento LEGGE RIFIUTI ZERO è a suo giudizio fatto bene: caduta la censura sulla procedura di VAS per causa della sentenza della Corte Costituzionale, rimane la critica della gerarchia delle fonti ed a tal riguardo secondo lui è opportuno portare in memoria le molti situazioni già cambiate rispetto alla VAS con atti ad adiuvandum o memorie aggiuntive ulteriori.

Il Prof. Paolo Maddalena ha quindi fatto presente che la cultura borghese è “civilistica” e privilegia la proprietà privata, evidenziando che risale allo Statuto Albertino del 1848 in contrasto con la nostra Costituzione secondo il cui 2° comma dell’art. 42 “la proprietà privata è riconosciuta e garantita dalla legge, che ne determina i modi di acquisto, di godimento e i limiti allo scopo di assicurarne la funzione sociale e di renderla accessibile a tutti.

Il Prof. Paolo Maddalena ha citato anche l’art. 2 della nostra Costituzione secondo cui “la Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo, sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale.”

Ha fatto presente che nella comunità esistono sia il singolo che la collettività (il popolo) e che il danno ad entrambi questi soggetti è stato disciplinato dalla Direttiva 2004/35/CE sulla responsabilità ambientale e dalla legge n. 349/1986 che ne è stata anticipatoria.

Fra le possibilità di intervento il Prof. Paolo Maddalena ha incluso anche un possibile ricorso ex art. 700 del Codice Civile.

Ha voluto citare le leggi francesi a tutela del popolo francese ed ha concluso il suo intervento facendo presente che sta costituendo una rete nazionale di avvocati in difesa di tutti gli interessi collettivi.

Terminata la discussione con ulteriori chiarimenti richiesti dall’assemblea ai giuristi intervenuti e precisate le opzioni da mettere in campo per l’azione giuridica, il coordinatore Massimo Piras ha fatto una relazione sulle possibili azioni “politiche” da mettere in campo e dato quindi inizio al dibattito a supporto da lanciare a livello nazionale, per il contrasto in sede giuridica ed il sostegno al ricorso sino al Consiglio di Stato, con forme di mobilitazione popolare con due – tre ulteriori proposte specifiche da inserire in una campagna di sottoscrizione nazionale i cui contenuti già accennati saranno definiti a breve.

Appena disponibili saranno pubblicati i video degli interventi dei relatori citati.

Roma 4 maggio 2017                                                                              il coordinatore nazionale

Massimo Piras

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