DI SERENA TARABINI, EXTRATERRESTRE IL MANIFESTO 24 MARZO 2022 Il movimento Fridays For Future torna in piazza per un nuovo sciopero globale domani con una rivendicazione di azioni urgenti per contrastare il cambiamento climatico che si unisce alle lotte sociali e all’appello contro la guerra e le sue conseguenze. «Un pianeta ecologicamente sano ma attraversato da guerre e violazioni dei diritti umani non è il pianeta che vogliamo. Ripudiamo la guerra, lo sfruttamento e l’oppressione in tutte le sue forme. Un pianeta sano e vivo non potrà mai coesistere con qualsiasi conflitto armato, inutile, devastante. L’abbiamo sempre detto: non usciremo dalla crisi climatica senza giustizia climatica. E la giustizia climatica è giustizia sociale», si legge nel comunicato del gruppo italiano, nato a seguito del primo sciopero per il clima che l’allora quindicenne Greta Thumberg iniziò nel 2018, coinvolgendo in meno di un anno giovani di tutti i continenti. Sui siti dei vari Paesi si susseguono le mappe con le città che aderiscono, 7500, tramite le quali è possibile unirsi alle marce che le attraverseranno. #PeopleNotProfit è il motto che accompagnerà l’appuntamento, ricordandoci che lo scenario devastante in cui ci troviamo a vivere è la conseguenza di un sistema malato basato su estrattivismo, sfruttamento, colonialismo e che solo cambiando decisamente rotta possiamo fermare. In questa cornice si instaura anche l’attuale conflitto in Ucraina, che ci mostra come, al pari della crisi climatica, dove la quasi totalità delle emissioni globali prodotte dai Paesi ad alto reddito si abbatte fortemente su economie a basso impatto, così anche nella guerra a rimetterci siano le persone più fragili e senza alcuna responsabilità. «La causa della crisi climatica – i combustibili fossili come il gas – è anche tra le principali cause di guerre e conflitti, e i profitti fossili finanziano dittatori e armi in tutto […]
VAS in campo
COMUNICATO STAMPA SEMPLIFICAZIONI: NON CI SIAMO!IN QUESTO DECRETO POCO CORAGGIO A TUTELA DELL’AMBIENTE “Oggi il Governo ha dato il via libera al Decreto semplificazioni. Alcune modifiche positive cisono state e riguardano la cancellazione del massimo ribasso per gli appalti e la mancataliberalizzazione per l’utilizzo dei subappalti. MA NON CI SIAMO! La centralizzazione di tutti i pareri, con la costituzione di Commissioni e Comitati ad hoc,come per la VIA, e la concomitante abbreviazione dei tempi dell’espressione di questi nonè certo rassicurante. Escludere per tutte le decisioni le amministrazioni locali rischia di nontenere conto delle reali situazioni in cui verranno calati i progetti con il possibile rischio dicausare danni all’ambiente e alla qualità della vita. Su economia circolare legata ai rifiuti e sulla bonifica e riconversione dei siti industriali siamodavvero lontani anche da quanto chiede il Parlamento Europeo rispetto all’impatto negativoche queste decisioni avranno sull’ambiente. Pensare all’utilizzo dei fondi che stanno arrivando dall’Europa per rilanciare l’economia delnostro Paese è sicuramente una necessità irrinunciabile, ma questa deve esserel’occasione per cambiare davvero il sistema ormai insostenibile su cui si sono basate lescelte sulle opere e sull’economia fino ad oggi. Inoltre ricordiamo che i controlli sonoessenziali per evitare infiltrazioni mafiose negli appalti e a garantire la sicurezza sul lavoro.La crisi sociale ed economica che la pandemia ha generato, l’aumento conseguente delledisuguaglianze sociali, sono questioni che possono essere affrontate solo con dei realicambiamenti degli stili di vita e creando una società più equa e sostenibile.Chiediamo che ci siano modifiche sostanziali che migliorino questo decreto”. Roma, 29 maggio 2021
Non possiamo dimenticare. Finita la Ilª Guerra si è discusso a lungo su quale dovesse essere considerata la data simbolica di riferimento per ricordare la shoah: si trattava di decidere su quali eventi fondare la riflessione pubblica sulla memoria. Erano emerse in particolare due opzioni alternative. Il deputato Furio Colombo aveva proposto il 16 ottobre, data del rastrellamento del ghetto di Roma (il 16 ottobre 1943 oltre mille cittadini italiani di religione ebraica furono catturati e deportati dall’Italia ad Auschwitz): questa ricorrenza avrebbe permesso di focalizzare l’attenzione sulle deportazioni razziali e di sottolineare le responsabilità anche italiane nello sterminio. Dall’altra parte vi era chi sosteneva (in particolare l’Associazione nazionale ex deportati politici nei campi nazisti) che la data prescelta dovesse essere il 5 maggio, anniversario della liberazione di Mauthausen, per sottolineare la centralità della storia dell’antifascismo e delle deportazioni politiche in Italia. Alla fine si stabilì di celebrare il Giorno della Memoria ogni 27 gennaio perché in quel giorno del 1945 le truppe dell’Armata Rossa, impegnate nella offensiva Vistola-Oder in direzione della Germania, liberarono il campo di concentramento di Auschwitz. In questi giorni Vas ha aderito a varie iniziative tra cui voglio ricordare la fattiva organizzazione dell’incontro in diretta facebook aperto dalla figura di Nedo Fiano (attraverso i ricordi del figlio Emanuele) realizzato insieme all’Anpi Niguarda, il Teatro della Cooperativa, l’Associazione Nazionale Ex deportati.