L’italiana Leonardo guida il riarmo dell’Unione europea ANGELO MASTRANDREA, IL MANIFESTO 19/03/2022 Dossier. Dai sistemi satellitari di difesa ai droni, 28,7 milioni all’azienda pubblica. Due ong denunciano: finanziamenti poco trasparenti È un’impresa italiana a fare la parte del leone nei nuovi programmi di difesa dell’Unione europea. Dei 600 milioni di euro stanziati per la ricerca e lo sviluppo industriale nel settore delle armi, la società Leonardo – di proprietà del ministero dell’Economia – ne riceverà 28,7, superando di gran lunga la spagnola Indra (22,78) e la francese Airbus (10,17). La società italiana, che è già la più grande compagnia in Europa nel settore delle armi, coordinerà tre dei dieci maggiori progetti: il sistema di navigazione satellitare Galileo, finanziato per 35,5 milioni di euro, Essor, un progetto per la «tecnologia sicura» che ha ricevuto poco meno di 34 milioni, e gli anti-droni Jey Cuas, che riceveranno13 milioni. Inoltre, Leonardo partecipa ad altri consorzi, come quello per la realizzazione di un drone europeo. Nella distribuzione dei finanziamenti, l’Italia è al secondo posto dopo la Francia, dove il presidente Emmanuel Macron, presentando il programma per le prossime elezioni presidenziali, tre giorni fa ha annunciato che «dobbiamo intensificare i nostri investimenti» in armamenti «per poter affrontare una guerra ad alta intensità che può tornare sul nostro continente». Il nostro paese riceverà 40,36 milioni di euro, contro i 74,24 dei cugini d’oltralpe, superando Spagna e Germania che sfiorano i 40 milioni. A questi quattro paesi andrà quasi il 70 per cento del finanziamento. Le cifre si leggono in un rapporto diffuso ieri dalla Rete europea contro il commercio di armi e dal Transnational Institute, intitolato «Accendere le fiamme. Come l’Unione europea sta alimentando una nuova corsa agli armamenti». Secondo gli autori, i finanziamenti sono assegnati senza controlli e in maniera non trasparente. «Il processo decisionale è […]