Governatore del Trentino ordina cattura orso che ha ferito un uomo

L’ordinanza annunciata è arrivata ed inizia la ricerca per la cattura dell’orso che l’altro ieri ha ferito un uomo che passeggiava in un bosco col cane.

Il presidente della Provincia autonoma di Trento, Ugo Rossi, l’ha firmata dopo l’episodio avvenuto sabato in località Predera, nel territorio di Terlago, Comune di Vallelaghi.

Prevede un “intervento di monitoraggio, identificazione e rimozione di un orso pericoloso per l’incolumità e la sicurezza pubblica”.

Il mandato di trovare l’orso prevede che i forestali del Trentino, nel caso si trovassero in pericolo durante la cattura, possano ucciderlo, secondo l’ordinanza.

Il presidente Rossi ordina “al Servizio Foreste e Fauna tramite il personale del Corpo forestale trentino di procedere, nel più breve tempo possibile” a monitorare l’area, identificare l’esemplare e procedere a cattura per captivazione permanente o abbattimento.

“L’ordinanza contingibile e urgente è – ricorda l’amministrazione provinciale – il principale strumento di cui l’amministrazione provinciale dispone per la gestione di eventi straordinari come quello di due giorni fa”.

Domani intanto si riunirà la Commissione dei 12 (Commissione paritetica Stato-Regione, ndr), per l’esame della norma di attuazione depositata dalla Provincia autonoma di Trento, “che, se approvata – spiega l’amministrazione provinciale – consentirebbe di gestire in via ordinaria, quindi in maniera diretta e più rapida, nel rispetto del quadro normativo nazionale ed europeo, tutto quanto concerne la presenza dell’orso in Trentino.

Continua nel frattempo l’attività di monitoraggio e presidio della zona con personale forestale sia nei cinque punti di accesso principali, anche con il compito di informare le persone che vi transitassero, sia con una squadra di emergenza di quattro persone e due cani, finalizzata anche alle attività di cattura previste dall’ordinanza.

Il mandato di trovare l’orso prevede che i forestali del Trentino, nel caso si trovassero in pericolo durante la cattura, possano ucciderlo.

Emerge dall’ordinanza firmata stamani dal governatore, Ugo Rossi. Il presidente ordina infatti “al Servizio Foreste e Fauna tramite il personale del Corpo forestale trentino di procedere, nel più breve tempo possibile” a monitorare l’area, identificare l’esemplare e procedere a cattura per captivazione permanente o abbattimento.

“In base alle indicazioni del ferito in merito alle dimensioni, dovrebbe essere stata una femmina e del resto si tratta di una zona in cui l’allerta è nota ed è crocevia per sei femmine” ha riferito l’assessore provinciale trentino all’Ambiente, Michele Dallapiccola, in Consiglio provinciale.

Mentre l’assessore è tornato a ribadire di comprendere le preoccupazioni della gente e che la Provincia è in attesa di una norma di attuazione proprio per ottenere maggiore autonomia e prontezza d’intervento in situazioni critiche, le opposizioni hanno nuovamente attaccato l’amministrazione per la gestione dei plantigradi.

La possibilità “di catturare, detenere reclusi a vita e finanche uccidere con relativa facilità gli orsi definiti ‘pericolosi’, non si sa bene in base a quali caratteristiche, è un vero abominio” afferma l’Ente nazionale protezione animali (Enpa) che ha promosso un “mail bombing attraverso la propria pagina Facebook e lanciato una petizione sulla piattaforma Change.org”.

Un esposto alla procura della repubblica di Trento per chiedere che si faccia chiarezza su quanto realmente accaduto nei boschi della zona dei laghi di Lamar. A parlarne è l’Aidaa (Associazione italiana difesa animali e ambiente), secondo cui “la storia ha dei lati oscuri” e “qualche dubbio sulla ricostruzione rimane – afferma Lorenzo Croce, presidente dell’associazione – anche perché se voleva davvero fare male l’orso non si sarebbe limitato a un morso al braccio ma avrebbe fatto davvero male”.

Molto probabilmente, aggiunge, “questo orso ha cercato dapprima di dissuadere l’uomo dall’avvicinarsi, mettendo in atto tutti gli accorgimenti di dissuasione, poi avrebbe dato un avviso con un falso attacco, in quanto un vero attacco da parte di un orso avrebbe lasciato conseguenze letali”.

La Lav rileva che “ergastolo o uccisione” è “il freddo, agghiacciante verdetto non degno di un Paese civile, avanzato dalla Provincia di Trento”.

“Chiediamo che non faccia parte della squadra del servizio foreste e fauna della provincia di Trento che sarà chiamato a dare attuazione all’ordinanza – dice la Lav – il medico veterinario che ha già condannato Daniza – e per il quale lo stesso veterinario, per non andare a processo, è stato ammesso all’oblazione dal Tribunale di Trento per il reato di cui all’articolo 727 bis – e chiediamo di sapere da chi sarà composta tale squadra”.

“Sappiamo tutti come è morta Daniza” ricorda l’associazione Centopercentoanimalisti aggiungendo che “da anni tiene viva la memoria di Mamma Orsa, con blitz e altre iniziative per non far dimenticare la vergogna della provincia Trentina” Centopercentoanimalisti “dichiara ‘lotta dura’ alla Regione Trentina, da adesso in poi ogni ‘uscita’ dalla Regione della morte, verrà boicottata, ad iniziare dalle varie squadre sportive, alle varie manifestazioni folkloristiche. Non permetteremo un’altra Daniza!”.

(ANSA del 24 luglio 2017, ore 18:40)

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