Amsterdam mette al bando le bici – del bike sharing a flusso libero

 

Il loro arrivo improvviso fra le strette strade della città stava causando grandi problemi alla circolazione di pedoni e ciclisti. 

Nella famosa città olandese queste bici si sono inserite in un contesto in cui i parcheggi per biciclette sono già pressoché saturi.

Le bici del bike sharing a flusso libero vengono quindi lasciate in modo caotico sui marciapiedi, sui ponti, dovunque ci sia posto, intralciando la circolazione.

Molti cittadini si sono lamentati, e questo ha spinto gli amministratori di Amsterdam alla decisione di mettere al bando questi servizi in città.

Naturalmente sarà ancora possibile noleggiare biciclette, come richiesto in particolare dai turisti.

Ma i servizi di noleggio non dovranno essere a flusso libero, né basati esclusivamente su app per smartphone.

Un portavoce della città ha spiegato: “Non è un problema parcheggiare una bici condivisa lungo le strade della città, come una qualsiasi bici [se poi è la stessa persona a riprendere la bici]. 

È però vietato lasciare una bici in un luogo pubblico, se questa è la modalità necessaria per farla utilizzare al successivo utente. 

Nell’ultimo anno abbiamo investito molto per creare parcheggi per bici, e non vogliamo che vengano occupati da operatori commerciali di sistemi di bike sharing”.

Negli ultimi mesi alcuni operatori come OBike, Flickbike e Donkey Republic avevano lasciato centinaia di bici lungo le strade, bici destinate prevalentemente ai turisti.

La città ha dovuto rimuovere molte bici non più funzionanti e quindi inutilizzate.

Il bike sharing a flusso libero non richiede le normali stazioni di noleggio e riconsegna necessarie con il bike sharing tradizionale.

Si tratta di una modalità di uso della bicicletta che ha un ottimo potenziale, dati i bassi costi di avvio del servizio.

Pur essendo presente in Europa da decenni, si sta diffondendo recentemente in seguito agli enormi investimenti realizzati da alcune aziende asiatiche.

Il bike sharing a flusso libero deve essere ben pianificato e gestito, in collaborazione con le amministrazioni locali.

Negli ultimi mesi diverse aziende, in gran parte cinesi, hanno invece deciso di “invadere” varie città europee – e non solo Amsterdam – con centinaia di bici, che vengono lasciate in modo più o meno casuale lungo le strade, senza alcun accordo con le municipalità.

Il rischio è che queste aziende, con il loro comportamento poco accorto, creino una cattiva fama per il bike sharing a flusso libero. 

Per questo è importante che le città che vogliono introdurre questo servizio lo facciano affidandosi a operatori esperti e rispettosi della realtà locale – in particolare nelle nostre città d’arte.

 

(Articolo di Paolo Volpato, pubblicato con questo titolo il 9 agosto 2017 sul sito “Bikeitalia.it”)

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Vas