Lo studio “Uniqueness of Protected Areas for Conservation Strategies in the European Union” pubblicato su Scientific Reports da un team di ricercatori, tedeschi e britannici e dagli italiani Antonello Provenzale del Cnr e Alessandro Chiarucci dell’università di Bologna, che per la prima volta ha esaminato il valore delle principali aree naturali e dei principali parchi nazionali europei per la protezione delle specie di interesse conservazionistico parte dal fatto che «l’area del Mediterraneo e le Isole Canarie, ma anche l’arco alpino e l’Europa Centrale sono le regioni dell’Unione Europea che ospitano le aree protette più preziose per la conservazione della biodiversità». Infatti lo studio ha preso in esame le principali aree protette d’Europa e analizzato la distribuzione al loro interno delle specie animali e vegetali a rischio. All’università di Bologna spiegano che «in totale, sono stati analizzati i dati di 1303 specie (469 specie di uccelli, 105 di pesci, 93 di mammiferi, 49 di anfibi, 73 di rettili, 111 di artropodi, 20 di molluschi, una di altri invertebrati, 32 di piante non vascolari e 350 di piante vascolari) all’interno di 432 parchi europei. Tra questi, ci sono anche 35 aree italiane, tra parchi nazionali e siti Mab, le Riserve della biosfera individuate all’interno del programma Man and the Biosphere dell’Unesco. Obiettivo dello studio era calcolare il valore conservazionistico, in termini di unicità a livello europeo, delle singole aree protette. Per farlo, il gruppo di ricerca ha messo a punto una serie di metodologie pensate per misurare quanto ogni area contribuisce alla conservazione sia delle singole specie analizzate che dei raggruppamenti tassonomici (uccelli, pesci, mammiferi, ecc.). Nonostante i numerosi sforzi compiuti negli ultimi decenni, infatti, ancora molto lavoro rimane da fare per capire sia la reale dimensione della biodiversità e la sua distribuzione geografica che, soprattutto, la reale possibilità di preservarla sul lungo periodo». Chiarucci, che ha coordinato lo studio, sottolinea che «la riduzione dello spazio a […]