World water week: i benefici nascosti dei fiumi calcolati dal Wwf

 

Secondo il rapporto rapporto “Valuing Rivers” presentato dal Wwf in occasione della World water week  che ha preso il via a Stoccolma, «sottovalutare i benefici nascosti dei fiumi è una minaccia per le economie e lo sviluppo sostenibile. »

Mentre inondazioni e siccità devastano comunità e Paesi in tutto il mondo, il nuovo rapporto Wwf sottolinea «la capacità che hanno i fiumi, quando sono in buono stato di salute, di mitigare questi disastri naturali: tutti  benefici nascosti che potremmo perdere se si continua a sottovalutare e trascurare il vero valore dei corsi d’acqua».

L’associazione ambientalista evidenzia come «la visione ristretta che si ha dei fiumi, considerati solo fonte primaria di acqua e energia, metta a rischio altri benefici cruciali, dalla pesca d’acqua dolce alla protezione naturale dalle inondazioni per le città o la capacità dei delta di proteggere le coste dall’innalzamento dei mari grazie all’accumulo di sedimenti provenienti dai fiumi.

I corsi d’acqua producono benefici diretti per centinaia di milioni di persone, ma sono ancora trascurati e con una priorità bassa nelle agende dei decisori politici, almeno fino a quando un fiume scompare o provoca danni».

Un approccio miope che il rapporto dimostra quanto sia costoso e in grado di provocare ulteriori perdite economiche in futuro: «Il 19 % del Pil globale proviene da bacini che hanno già un rischio idrico elevato o molto elevato, mentre la maggior parte dei grandi delta del mondo – tra cui il Gange, l’Indo, il Mekong, il Nilo e lo Yangtze – stanno riducendo la loro portata o si stanno prosciugando».

Presentando il rapporto, Stuart Orr, Wwf Freshwater Practice Lead, ha detto che «la riduzione della pesca d’acqua dolce e l’estinzione dei delta sono solo due esempi dei danni collaterali del mancato riconoscimento dei benefici dei fiumi oltre  a  acqua e energia.

Se non vogliamo indebolire le economie e mancare  gli obiettivi di sviluppo sostenibile, dobbiamo trasformare subito il nostro modo di valutare e gestire i fiumi».

Valuing rivers descrive il ruolo centrale che i fiumi hanno in molte culture e religioni e l’ampia gamma di benefici che derivano da fiumi sani, in particolare quelli con un flusso libero da sbarramenti:  

2 miliardi di persone contano sulla presenza dei fiumi per l’approvvigionamento di acqua potabile; 500 milioni di persone vivono sui delta che mantengono il loro stato grazie ai sedimenti trascinati a valle dai fiumi;

il 25 % della produzione alimentare mondiale dipende dall’irrigazione dai fiumi;

ogni anno vengono pescate almeno 12 milioni di tonnellate di pesci d’acqua dolce che si traduce in cibo e mezzi di sussistenza per decine di milioni di persone.

Il rapporto analizza le pressioni sempre più forti e numerose sui corsi d’acqua, «come lo sviluppo delle dighe, i cambiamenti climatici e la crescente domanda di acqua per l’irrigazione agricola e le centrali idroelettriche» e fornisce «un nuovo quadro per migliorare il modo in cui le società misurano, valorizzano e promuovono i diversi benefici dei fiumi con soluzioni per una gestione sostenibile».

Il wwf è convinto che «un forte e positivo potenziale in questo senso è dato dalle nuove tecnologie come l’intelligenza artificiale, il telerilevamento e la gestione dei dati attraverso il sistema di blockchain, tutti sistemi che offrono metodi promettenti per migliorare il modo in cui misuriamo i sistemi idrici e fluviali.

Miglioramenti dei metodi di valutazione delle risorse idriche, quantificazione dei servizi ecosistemici e valutazione dei compromessi offrono anche nuove opportunità.

Infine, il rapporto raccomanda lo sviluppo di efficaci istituzioni e governance di gestione delle acque – indicando ruoli per governi, aziende e istituzioni finanziarie – affinchè vengano prese le migliori decisioni globali e sotto il ‘segno’ della sostenibilità».

Jeff Opperman, capo del Wwf Global Freshwater Scientist e autore del rapporto, conclude: «I fiumi non sono semplici tubi in cui scorre l’acqua.

Non dobbiamo accettare come inevitabile ’effetto collaterale’ dello sviluppo, la perdita di tutti quei benefici che ci forniscono.

L’innovazione, accanto alle soluzioni già esistenti, ci offrono la possibilità già da ora di conciliare la crescita economica sostenibile con la presenza di fiumi in buono stato di salute.

Questo non è un gioco a “somma zero”, dove il beneficio di una parte è a discapito dell’altra: comunità, aziende e governi possono – e devono – contribuire a tracciare un percorso migliore che aiuti a proteggere l’acqua per tutti, mantenendo al contempo queste ‘vene vitali del pianeta’ a beneficio delle  persone e della natura».

 

(Articolo pubblicato con questo titolo il 27 agosto 2018 sul sito online “greenreport.it”)

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