I mozziconi di sigarette inquinano il mare più dei sacchetti e delle cannucce di plastica

 

Forse, come sa bene chi frequenta le spiagge, non c’è legge meno applicata in Italia di quella che dal 2016 vieta di gettare i mozziconi di sigarette nel suolo, nelle acque e negli scarichi e che non vale solo per le strade cittadine ma anche e soprattutto per le spiagge e i litorali.

Ma l’inciviltà regna sovrana e – non solo in Italia – tutt’al più la maggioranza dei fumatori balneari si limita a spegnere la sigaretta sulla sabbia e sui ciottoli delle spiagge, per poi nasconderci il mozzicone.

Di notizie di multe praticamente non se ne hanno, nemmeno dopo il rafforzamento della vigilanza sulle spiagge contro i venditori abusivi extracomunitari voluto e finanziato dal governo l’estate appena passata.

Mentre aumenta la preoccupazione e la consapevolezza dell’opinione pubblica per i pericoli per l’ambiente marino e la salute costituiti da sacchetti e cannucce di plastica, quasi nessuno sa che la palma di maggior inquinatore del mare spetta ai filtri di sigarette.

Ogni anno nel mondo vengono prodotti circa 5.500 miliardi di sigarette, 4.950 miliardi delle quali con il filtro e, secondo il Cigarette Butt Pollution Poject,  che punta a ridurne l’impatto sull’ambiente «questi prodotti fabbricati in massa contengono plastiche, acetato di cellulosa e tutti i composti prodotti dalla combustione della carta per sigarette e del tabacco».

Inoltre i filtri non sono biodegradabili e ci vogliono decenni perché si decompongano.

I filtri per sigarette sono stati creati negli anni ’50 dall’industria del tabacco nel tentativo di rendere il fumo un’alternativa più “sana” alle sigarette senza filtro, ma secondo Il rapporto “Tobacco and its environmental impact: an overview” pubblicato nel 2017 dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), «ora sappiamo che le affermazioni che le sigarette col filtro fossero “più sane” erano fraudolente».

Mentre il divieto dei sacchetti di plastica si sta estendendo in tutto il mondo e quello sulle cannucce di plastica sta guadagnando terreno insieme alle campagne contro i prodotti monouso in plastica – persino colossi come Starbucks e McDonald’s sono salite sul carro ambientale e  stanno eliminando le cannucce  di plastica per non inquinare gli oceani – alcuni esperti ritengono che l’attenzione dovrebbe essere concentrata maggiormente sui filtri per sigarette.

Secondo Cigarette Butt Pollution Project, quasi due terzi dei filtri per sigarette consumati ogni anno vengono gettati via irresponsabilmente e «molti dei filtri contengono sostanze chimiche aggressive come la nicotina, l’arsenico e i metalli pesanti».

Nel suo rapporto l’Oms evidenzia che «gettare un mozzicone di sigaretta per terra è diventato una delle forme più accettate di smaltire rifiuti in tutto il mondo e per molti fumatori confina con una norma sociale» e aggiunge che questa pessima abitudine porta «ogni anno a circa 680 milioni di chili di rifiuti di tabacco in tutto il mondo.

I rifiuti dei prodotti del tabacco contengono anche oltre 7.000 sostanze chimiche tossiche, tra cui noti cancerogeni umani, che si insinuano e si accumulano nell’ambiente.

Questo rifiuto tossico finisce nelle nostre strade, nelle nostre fogne e nella nostra acqua. 

La ricerca ha dimostrato che le sostanze chimiche nocive lisciviate dai mozziconi scartati, che includono nicotina, arsenico e metalli pesanti, possono essere estremamente tossiche per gli organismi acquatici».

Degli scienziati interrogati durante un’inchiesta della canadese NBC News  hanno detto di aver trovato tracce di queste sostanze chimiche nel 70% degli uccelli marini e nel 30% delle tartarughe marine. 

Nick Mallos direttore della campagna Trash Free Seas/Mers sans déchets, ha detto che «sono necessarie delle ricerche più ampie per  sapere cosa succede a tutto questo. La domanda è quale impatto hanno sulla salute umana queste  microplastiche e altri rifiuti».

Come alter Ong in giro per il mondo, Ocean Conservancy  organizza dal 1986 delle campagne di pulizia delle spiagge e in 32 ha raccolto più di 60 milioni di cicche, un terzo della spazzatura marina, l’altro è costituito da imballaggi di plastica, bottiglie e utensili da cucina.

Ma è solo la punta dell’iceberg: questi rifiuti si ritrovano in mare decomposti in microplastiche che vengono ingerite dalla fauna.

La maggior parte non viene gettato direttamente sulle spiagge, ma arriva in mare attraverso le fogne e i fiumi.

Anche il governo francese ha annunciato provvedimenti: il segretario di Stato Brune Poirson, che ha le deleghe per le problematiche legate al mare, alla biodiversità e agli oceani ha detto che bisogna «responsabilizzare gli attori della filiera del tabacco di fronte all’inquinamento prodotto dalle cicche di sigarette».

Il governo francese stima in «30 miliardi il numero delle cicche gettate via ogni anno in Francia, delle quali il 40% sarebbero nella natura.

Una cicca contamina diversi centinaia di litri di acqua».

The Truth Initiative, un’organizzazione antifumo statunitense, ha lanciato una campagna contro i mozziconi di sigarette definendoli «l’oggetto più discusso al mondo» e Nick Mallos, direttore della campagna Trash Free Seas di Ocean Conservancy, sottolinea: «Abbiamo ancora bisogno di ulteriori ricerche sull’impatto delle fibre [dei mozziconi] sugli animali marini e sugli esseri umani. 

Sappiamo che la plastica può rompersi in molte piccole fibre che possono essere ingerite.

Educare le persone sull’impatto che le sigarette hanno sull’ambiente è fondamentale, dato che molte persone potrebbero non saperlo.

Quindi bisogna far sapere alla gente che non si tratta solo di buttare via carta e tabacco, ma anche della plastica che può entrare nell’ambiente marino».

E le persone stanno iniziando a parlare dei pericoli ambientali dei filtri.

Nel febbraio del 2018, il democratico californiano Mark Stone ha cercato di far approvare una legge che vieta le sigarette col filtro e spiega che «la California ha leggi severe per scoraggiare le persone a buttare in giro i rifiuti, ma nonostante la minaccia di dover pagare fino a 1.000 dollari di multe e di dover passare un massimo di 24 ore a ripulire i rifiuti, le persone continuano a gettare mozziconi di sigarette sulle strade, nei parchi, nelle fogne e altri luoghi nelle loro comunità. Nelle pulizie annuali degli oceani del 2016, i mozziconi di sigarette sono rimasti il ​​principale oggetto abbandonato in California, negli Stati Uniti e a livello internazionale».

Il disegno di legge di Stone non è stato approvato, ma Mallos è convinto che nonostante tutto si stanno facendo passi avanti verso la risoluzione del problema.

Una delle soluzioni potrebbe essere quella di Greenbutts, una startup di San Diego, che sta sviluppando un filtro fatto di materiale organico come canapa e pasta di legno, che si degrada rapidamente nel suolo o nell’acqua.

 

 

(Articolo pubblicato con questo titolo il 27 settembre 2018 sul sito online “greenreport”)

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