Usi civici a Civitavecchia

 

A Civitavecchia negli anni scorsi è venuta alla luce una situazione prima scarsamente conosciuta: una parte delle aree urbanizzate era stata edificata su terreni a uso civico (legge n. 1766/1927 e s.m.i.legge n. 168/2017regio decreto n. 332/1928 e s.m.i.legge regionale Lazio n. 1/1986) nelle Tenuta delle Mortelle e Ferrara, nonchè nella Tenuta dei XIII Quartucci.

I titolari dei diritti di uso civico sono riuniti nell’Università Agraria di Civitavecchia.

In seguito a lunghi contenziosi, la sentenza del Commissario per gli Usi Civici per Lazio, Umbria e Toscana n. 181 del 23 febbraio 1990 ha dichiarato la natura di demanio civico di quelle aree, la determinazione Dirigenziale n. A02844 del 30 settembre 2013 del Dipartimento Istituzionale e Territorio della Direzione Regionale Agricoltura e Sviluppo Rurale, Caccia e Pesca della Regione Lazio ne ha preso atto.

Numerosi cittadini, acquirenti di immobili di cui si sono ritrovati non proprietari, hanno proposto ricorso davanti al Commissario per gli Usi Civici per far dichiarare l’inesistenza dei diritti di uso civico, ma i relativi procedimenti giurisdizionali sono lunghi e dall’esito incerto.

Un’altra soluzione è possibile e l’abbiamo prospettata.

Gruppo d’Intervento Giuridico onlus

La vicenda degli usi civici di Civitavecchia si può risolvere.

Mercoledì scorso 26 settembre il Commissario per gli usi civici Dott. Catalani ha ricevuto il Sindaco di Civitavecchia, accompagnato dal Segretario generale, dal Consigliere La Rosa e dal tecnico incaricato dal Comune, in una riunione a cui ho preso parte come coordinatore regionale del Gruppo di Intervento Giuridico Onlus.

La riunione riguardava la situazione generale degli usi civici di Civitavecchia dopo la notifica a molte famiglie di una sentenza di accertamento dell’esistenza di usi civici sul terreno ove tali famiglie hanno le proprie case.

Il Commissario Catalani ha tenuto a precisare che, trattandosi di discussione generale al di là dei contenziosi in corso, il contenuto della riunione, per ovvi motivi di trasparenza, ha carattere pubblico, autorizzandoci a divulgare quanto ivi discusso.

Ebbene, in un clima di collaborazione e con la lodevole disponibilità del Commissario a impegnare per quanto possibile il suo ruolo istituzionale per trovare una soluzione al caso, si sono analizzate le possibili strade per scongiurare che tali famiglie vengano coinvolte in migliaia di contenziosi separati volti ad addivenire ad una conciliazione giudiziale fra le singole famiglie e la locale Università Agraria.

Il Commissario Catalani ha definito “bellissima” la proposta Grig di un trasferimento dell’uso civico in altra area, lasciando indenni i cittadini dalle conseguenze della sentenza.

Di ciò siamo evidentemente soddisfatti.

Per addivenire a tale auspicabile soluzione, occorre ora la fattiva collaborazione degli enti amministrativi coinvolti: Università Agraria, titolare dei diritti collettivi, Comune e Regione.

Tutto questo che ho scritto è stato proposto nell’ipotesi che, nei contenziosi demaniali già instaurati da alcune delle famiglie coinvolte, ai quali il Comune si è affiancato ad adiuvandum, dovesse confermarsi l’accertamento risultante dalla sentenza del 1990.

Nel caso in cui tale situazione dovesse verificarsi, ho proposto che i suddetti enti, Comune, Università Agraria e Regione istituiscano un tavolo di dialogo per organizzare la soluzione da noi proposta, che avrebbe carattere amministrativo e terrebbe i cittadini indenni da conseguenze, nel contempo salvaguardando le esigenze ambientali e di tutela degli usi civici, al di fuori da ogni logica liquidatoria.

 

Daniele Natili

Coordinatore per il Lazio del Gruppo di Intervento Giuridico Onlus

 

(Articolo pubblicato con questo titolo il 29 settembre 2018 sul sito del Gruppo d’Intervento Giuridico)

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