“Troppi cervi allo Stelvio, caccia aperta”. Gli animalisti protestano contro l’abbattimento

 

DOPO lupi e orsi, è il turno dei cervi.

Nel Parco dello Stelvio scatta l’abbattimento programmato perché la “popolazione di cervi è eccessivamente numerosa e deve essere regolata“.

Lo ha stabilito la Provincia di Bolzano, annunciando che “il periodo di prelievo dei cervi nel parco 2018/19 prenderà il via lunedì prossimo 15 ottobre e si concluderà il 16 dicembre“.

IL PROVVEDIMENTO

Media Venosta-Martello e Gomagoi-Tubre le unità di gestione interessate dal provvedimento, stabilito in base alle indicazioni dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) che lo approva ogni anno.

L’obiettivo, spiega ancora la nota, “è ridurre la densità della popolazione dei cervi, per ricomporre gli equilibri ecologici e prevenire l’impatto sull’attività agricola e sulla rinnovazione del bosco“.

LE PROTESTE

Ma la decisione di aprire la caccia vede un fronte del ‘no’ da parte delle associazioni ambientaliste, Lega anti vivisezione (Lav) in prima fila, che in un comunicato ha criticato duramente la decisione della Provincia di Bolzano: “Questa azione si configura come una delle tante regalie nei confronti dei cacciatori altoatesini, ai quali le varie Amministrazioni provinciali li hanno da sempre abituati – scrive la ong -. L’uccisione dei cervi, oltre ad essere un atto inutile e di violenza inaudita, avrà come effetto secondario quello di costringere i lupi a rivolgersi verso altre prede, che potrebbero proprio essere gli animali domestici che pascolano in alpeggio“.

La misura degli abbattimenti selettivi è stata recentemente richiesta dalle Province autonome di Trento e di Bolzano nonché dalla Regione Toscana a governo e Unione europea per poter gestire in autonomia la presenza dei lupi considerati pericolosi o dannosi per allevatori e agricoltori.

 

(Articolo pubblicato con questo titolo il 12 ottobre 2018 sul sito online del quotidiano “la Repubblica”)

 

 

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