Portofino, alberi tagliati e tubi nel parco per uscire dall’isolamento. Italia nostra: “La strada non è finita, ma è già inutile”

 

Ponteggi, cemento, strada.

Tutto realizzato in una settimana.

Se ricostruissero così rapidamente il ponte Morandi saremmo a posto”, dicono a Genova.

Peccato che invece si tratti di una strada comparsa dal nulla in mezzo ai boschi del monte di Portofino, una delle zone più delicate e protette d’Italia.

I lavori sono andati avanti sabato e domenica.

Di giorno e, sostiene qualcuno, anche di notte.

Finché a pochi metri dalla meta i comuni hanno cambiato idea: “L’opera non è più utile”.

Forse anche perché è arrivata la denuncia delle associazioni ambientaliste e i carabinieri forestali hanno cominciato a indagare.

E così oggi rimangono una strada di quasi un chilometro e un ponte di tubi innocenti di decine di metri nel cuore del parco.

Ma come è potuto succedere senza che nessuno se ne accorgesse?

Siamo a fine ottobre, una mareggiata colpisce la costa ligure e isola Portofino spazzando via la strada che la collega con Santa Margherita.

Un disastro, ci vorranno mesi per ricollegare uno dei borghi più famosi del Mediterraneo – dove passano i loro weekend Silvio Berlusconi nonché Dolce&Gabbana – al resto della Liguria.

Così il sindaco Matteo Viacava decide: “Bisogna realizzare subito una viabilità alternativa per permettere alla gente di lavorare, di andare a scuola e di essere soccorsa”.

Vero, però nella comprensibile frenesia di quei giorni nessuno sembra far caso ai lavori che partono rapidissimi in località Gave, in mezzo a un bosco pregiatissimo che scende dalla vetta del monte verso il paese.

Una zona dove c’è un divieto assoluto di edificazione”, spiega Massimo Maugeri di Legambiente.

E invece arrivano tonnellate di cemento, migliaia di tubi innocenti.

Addirittura li cala un elicottero.

In una manciata di giorni un vecchio sentiero diventa una strada: “Hanno tagliato alberi alti oltre dieci metri, segato rocce, spianato scalinate”, racconta Ermete Bogetti, presidente della sezione genovese di Italia Nostra.

Un percorso lungo quasi mille metri.

Ma soprattutto c’è quel castello di tubi che a guardarlo fa paura.

Figurarsi a passarci sotto: “Noi abbiamo paura, sono tonnellate di metallo appoggiate sul fango”.

Ma non è il solo mistero.

Bisogna capire chi ha approvato la strada e chi la paga”, chiedono gli ambientalisti.

E non è così facile: “Subito dopo il disastro abbiamo approvato una delibera di giunta per dare il via ai lavori”, assicura il sindaco di Portofino.

Peccato che la strada ricada nel comune vicino di Santa Margherita.

C’è poi da capire chi abbia pagato i lavori: È stato un privato, spiega il sindaco Viacava.

Possibile, un’opera pubblica pagata da un privato?

Sì, una persona benestante che all’indomani della calamità ha voluto donare del denaro per aiutare il paese”.

Impossibile, però, sapere il nome.

Così come non si può sapere se il misterioso finanziatore sia uno dei proprietari delle case che vengono raggiunte dalla stradina.

Molti, però, mettono in discussione la reale utilità della nuova strada.

Ci siamo trovati nell’emergenza assoluta e abbiamo tentato tutte le soluzioni possibili.

Io devo pensare alla gente di Portofino, che non sono solo ricchi che campano a ostriche e champagne”.

Ma Bogetti ha molti dubbi: “Quando sono cominciati i lavori era già stato aperto un altro percorso per raggiungere Portofino.

Insomma, quella strada è inutile, almeno per affrontare l’emergenza”.

Dubbi che rimangono dopo aver sentito il sindaco di Santa Margherita (nonché presidente del parco regionale), Paolo Donadoni: “Abbiamo fermato i lavori perché ormai sono state trovate altre soluzioni e quella strada non è più utile”.

Ma Italia Nostra ha altre domande da porre al sindaco di Portofino.

Per esempio chiede notizie sul ruolo di Roberto Viacava, assessore all’Urbanistica del borgo.

Sindaco, è vero che è suo stretto parente?

”.

Lo stesso Roberto Viacava che è anche un noto geometra che cura progetti in zona: “Non sta eseguendo nessun lavoro nella zona vicina alla strada.

Non c’è nessun conflitto di interessi, noi ci occupiamo soltanto dei problemi della gente”, assicura il sindaco.

L’assessore fornisce però una versione diversa: “È vero, sto seguendo dei lavori in una casa a poca distanza dalla strada.

Ovviamente le due cose non sono connesse”.

Sarà certamente così.

Ma il mistero della strada comparsa dal nulla rimane: realizzata in meno di un mese e subito dichiarata “non più utile”.

Pagata da un privato, ma non si sa chi sia.

L’opera, spiega Bogetti, visto che sarebbe stata realizzata per far fronte all’emergenza, adesso deve essere demolita entro un anno.

Dovrebbe sparire tutto, fino all’ultima goccia di cemento”, chiede il presidente di Italia Nostra.

Ma c’è chi giura che non sarà così, proprio nel cuore del parco regionale di Portofino che molti vorrebbero trasformare in nazionale.

Eppure, dopo gli ultimi tagli, a sorvegliare questo gioiello noto in tutto il mondo c’è un solo guardiaparco.

 

(Articolo di Ferruccio Sansa, pubblicato con questo titolo il 27 novembre 2018 sul sito online “Ambiente % Veleni” del quotidiano “il Fatto Quotidiano”)

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