Incontro con i consiglieri regionali sul PTPR del Lazio, organizzato dalle “forze produttive”

 

In allegato ad  un messaggio di posta elettronica Luigi Tamborrino e Pippo La Cognata della associazione “Territorio Roma” (ma a capo anche del “Coordinamento Parchi”), hanno trasmesso un documento dal titolo “NEL LAZIO SI RISCHIA UN’INVOLUZIONE ECONOMICA E SOCIALE” in cui si afferma fra l’altro che «non aiuta la scelta del Governo di impugnare davanti alla Corte Costituzionale il riordino e la messa in coerenza di alcune normative su agricoltura e parchi previsti nella Legge Regionale 7/2018 riguardante la semplificazione e lo sviluppo regionale» e che «su tale questione è importante che la Regione difenda con forza e vigore la propria potestà legislativa».

Il documento prosegue sostenendo che «è necessario approvare correttamente il Piano Paesaggistico Regionale, nella consapevolezza che il PTPR potrà portare chiarezze e certezze nel governo del territorio o altresì degenerare in un piano teso a bloccare ogni intervento condannando il territorio all’immutabilità e alla decrescita economica per i prossimi decenni.

Per questo l’approvazione del PTPR costituisce l’atto deliberativo fondamentale di questa legislatura e rappresenta il vero banco di prova della classe dirigente regionale.»

Il documento si chiude nel seguente modo: «Per ottenere risultati concreti è decisiva la capacità unitaria delle forze produttive di avanzare proposte e di sviluppare un confronto costruttivo con tutte le forze politiche regionali.

Per questo le forze produttive hanno convocato per MARTEDÌ 22 GENNAIO – ORE 15.30 un incontro con i Consiglieri Regionali presso la Sala Mechelli del Consiglio Regionale in Via della Pisana.»

Le “forze produttive” che hanno aiutato Luigi Tamborrrino e Pippo la Cognata ad organizzare l’incontro suddetto sono le seguenti: ANCE–URCEL, ANIEM, FEDERLAZIO, CONFAGRICOLTURA, AIC, OICE LAZIO, TERRITORIO ROMA, FEDERALBERGHI, FAITA FEDERCAMPING, AREL, ASSOCIAZIONE ARCHITETTI E PROFESSIONISTI, COORDINAMENTO PARCHI , COORDINAMENTO CONSORZI DI AUTO RECUPERO DELLE PERIFERIE, ASSOCIAZIONE IMPIANTI SPORT E FITNESS, ASSOCIAZIONE AGRICOLTORI DEI PARCHI.

All’incontro hanno partecipato delegazioni di tutte le suddette “forze produttive”, tecnici e rappresentanti istituzionali, che hanno gremito la sala, costringendo a tardare di un’ora l’inizio dell’incontro per causa dei tempi lenti di registrazione all’ingresso dei partecipanti.

Ad ogni partecipante è stato fatto pervenire un documento stampato relativo alla seguente «Proposta di alcuni indirizzi fondamentali su cui impostare la modifica del PTPR», che è stato appoggiato su un bracciolo di ogni poltrona della sala Mechelli.

 L’introduzione è stata fatta da Pippo La Cognata che ha esordito facendo sapere che l’iniziativa promossa dalla suddette “forze produttive” è finalizzata alla approvazione di un PTPR che garantisca anche lo sviluppo economico.

Ha quindi tenuto a sottolineare i tre seguenti punti, per lui salienti:

1 – un sì alla approvazione del PTPR mettendolo però in coerenza che le più recenti modifiche legislative, causa oggi del rallentamento di molti progetti;

2 –   sbagliato invece approvarlo così com’è, perché è stato pensato come un grande PTP del Lazio, con un uso improprio ed una impostazione che va modificata per non ingessare il territorio, mediante procedure semplificate che diano sviluppo e lavoro;

3 – auspicare quindi un ampio confronto tra tutte le forze con tempi adeguati e quindi con una proroga di un ulteriore anno con incontri utili a verificarne le ricadute.

Ha quindi spiegato le modalità di svolgimento dell’incontro, precisando di non voler entrare oggi nel merito tecnico della proposta di modifiche, ma di avviare un confronto con i consiglieri regionale presenti, dando ad ognuno 5 minuti di tempo, sui 6 indirizzi su cui impostare le modifiche del PTPR, ma dopo l’Introduzione di Luigi Tamborrino.

Luigi Tamborrino ha esordito affermando che i 6 indirizzi proposti vogliono essere uno schema di cui tener conto, considerato evidentemente che si andrà ad una proroga della scadenza ormai prossima del 14 febbraio 2019 entro cui approvare definitivamente il PTPR.

Si è quindi soffermato nel dettaglio dei 6 indirizzi proposti dalle “forze produttive”.

Ha premesso che il PTPR è legato alla legge regionale n. 24/1998, per cui deve intervenire – in termini di efficacia – solo sulle zone vincolate, abolendo la sua valenza di “indirizzo” per tutto il resto del territorio laziale non soggetto a vincoli paesaggistici.

Ha quindi fatto presente la necessità di un aggiornamento delle cartografie, perché quelle del 2004 non sono più rispondenti alla realtà di oggi.

Come terzo punto si è soffermato sulla gestione delle aree vincolate, da lui considerate «una  enormità» per il fatto che coprono circa il 70% del territorio laziale, per cui occorre incardinare il PTPR sulla legge regionale n. 24/1998, ma confrontandosi anche con tutte le altre leggi, perché  «non si può con una mano dare e con l’altra levare», riferendosi da un alto anche ai programmi di utilizzazione aziendale nelle zone agricole e dall’altro lato alla rigenerazione urbana.

Ha ribadito l’opportunità per la Regione Lazio di confermare la «legislazione in vigenza» della legge regionale n. 7 del 22 ottobre 2018, anche per rispondere alla impugnazione presso la Corte costituzionale di suoi 13 punti da parte del Governo.

Riguardo al 4° indirizzo proposto ha citato l’art. 145 del D.Lgs. n. 42/2004 (“Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio”) in applicazione del quale non sarebbero state previste a suo giudizio misure di coordinamento con gli strumenti di pianificazione: ha parlato a tal riguardo di riallineamento degli edifici esistenti e dell’ampliamento del 20% di nuova edificazione (vedi rigenerazione urbana).

Ha infine affermato che la legge regionale n. 24/1998 non va di certo cancellata, ma siccome c’è e rimane non c’è bisogno di una nuova “ricognizione” che non va quindi ripetuta per i piani attuativi e per i piani regolatori.

Ha chiuso il suo intervento sostenendo un confronto serio, articolo per articolo delle Norme del PTPR, perché così com’è «non fa lavorare le aziende e mette in crisi l’agricoltura».

Dei consiglieri presenti all’incontro è intervenuto per primo Eugenio Patanè (PD), che ha esordito dicendo che si tratta di un problema assai complesso. Ha ringraziato l’Assessore all’Urbanistica Massimiliano Valeriani per aver congedato il PTPR, di cui ha voluto ricordare che avrebbe dovuto essere approvato dal 1999 per far presente che fino ad oggi ci sono state delle sovrapposizioni.

Ha quindi messo in evidenza che il PTPR è «un atto di copianificazione» almeno sui piani paesaggistici, facendo presente che occorrono da un lato intese sulle modalità dei piani, ma che dall’altro lato ci vuole l’approvazione definitiva del MIBACT, per cui «ha ragione Luigi sulla validità solo dei beni paesaggistici: dobbiamo inoltre stabilire un metodo di coordinamento» con i PTP, i piani di assetto di parchi e riserve ed i PRG successivi alla adozione del PTPR.

Si tratta di deliberare con 2 normative, di cui bisogna tener conto.

In base all’art. 23 della legge regionale n. 24/1998 (relativo alle “Procedure per l’approvazione e la modifica del PTPR”) i consiglieri regionali debbono entrare nel merito solo del PTPR e delle osservazioni presentate ad esso e controdedotte: quindi interviene la copianificazione con il MIBACT, sui cui tempi di intervento c’una diversa interpretazione tra l’Ufficio Legale della Regione (secondo cui la copianificazione deve avvenire prima della approvazione) ed il Consiglio Regionale (sulla cui approvazione il MIBACT interviene dopo, come ad esempio ha già fatto con il PTPR della Regione Toscana).

Riguardo ai 6 indirizzi proposti si è dichiarato:

1 – d’accordo sull’aggiornamento delle cartografia;

2 – d’accordo sulla abolizione del potere di indirizzo del PTPR nelle aree non soggette a vincolo paesaggistico;

3 – d’accordo sulla possibilità di utilizzo della “Carta dell’uso del suolo” laddove non fosse possibile l’aggiornamento cartografico;

4 –  d’accordo su un coordinamento del PTPR con tutti gli altri strumenti di pianificazione;

5 –  d’accordo sui fasce di rispetto dei “beni identitari”;

6 – d’accordo a verificare meglio gli aspetti legati alle visuali, ai piani di assetto, alle aree trasformabili ed alla plurifunzionalità rurale.

Ha concluso sostenendo che ci sono secondo lui le seguenti tre possibili strade:

1 – approvare il PTPR studiandone le possibili modifiche;

2 – approvare il PTPR così com’è;

3 – riadottare il PTPR.

Ha preso quindi la parola Marco Cacciatore (M5S), presidente della X Commissione Urbanistica, che ha inteso parlare anche come semplice consigliere.

Ha esordito affermando che senza la pianificazione gli scenari vanno tutti contro: ha voluto ricordare l’ampliamento del Parco dell’Appia Antica da lui fortemente voluto che gli ha procurato critiche di essere “ambientalista” quando non si sente di essere tale perché è comunque a favore dello sviluppo sociale.

Si è dichiarato d’accordo ad accelerare i tempi di approvazione del PTPR con un lavoro bipartisan con la maggioranza: a tal riguardo gradirebbe una proroga di soli 6 mesi, per fungere da maggiore stimolo alla approvazione definitiva, anche se andrebbe bene comunque la proroga di un anno.

Ha detto di essere convinto da un lato che la tutela paesistica ostacoli gli incentivi e che dall’altro lato la partecipazione dei cittadini semplifichi le procedure ed accorci i tempi, dando stabilità alle scelte poi prese.

Ha detto di condividere per la quasi totalità quanto detto dal consigliere Patanè.

Sull’aggiornamento cartografico ha detto che rappresenta un ostacolo anche per il MIBACT perché su molte aree verdi ci sono oggi le urbanizzazioni dei Comuni.

Ha messo in risalto che dopo l’approvazione del PTPR c’è la necessità di approvare i Testo Unico dell’Urbanistica, che disciplinerebbe la rigenerazione urbana e che darebbe sollievo alla legge regionale n. 38/1999.

Ha parlato anche di «scivolamento» del PTPR verso le Città Metropolitane, e del riconoscimento dei Piani Territoriali Provinciali Generali (PTPG) e della loro cogenza.

A suo giudizio è prescrittivo un riscontro su vincolo archeologico e vincolo paesaggistico.

Ha affermato che «sarò geloso sulle aree degradate che debbono essere lasciate in pace»: ha citato al riguardo Malagrotta.

Ha concluso il suo intervento invitando tutti a partecipare alla audizione che alle ore 10,30 del prossimo venerdì la Commissione Urbanistica terrà proprio sul PTPR.

È stata poi la volta ad intervenire del consigliere Orlando Tripodi (Lega), Vice Presidente della Commissione Bilancio, che ha esordito facendo sapere di essersi attivato subito su questa tematica che è attuale, sostenendo che occorre soprapporre il PTPR alla situazione attuale.

Ha affermato che la sua approvazione rappresenta una grande opportunità, perché non c’è una maggioranza forte e ben definita e quindi ci sarà sicuramente una forte coesione e comunque la possibilità di migliorare il PTPR, ad esempio per quanto riguarda il litorale e le zone dove c’è l’uso delle acque (da tutelare dall’inquinamento).

Rivolto ai presenti ha quindi dichiarato: «Con il vostro aiuto noi faremo proprie le vostre proposte di emendamenti: questo PTPR sarà una rivoluzione».

È poi intervenuto  Enrico Panunzi (PD), Vice Presidente della Commissione Urbanistica, che ha voluto iniziare con una sorta di provocazione perché sarebbe propedeutica una legge che semplifichi.

Ha proseguito affermando che bisogna distinguere la tematica in due grandi filoni: nel metodo e nel merito.

In termini di “metodo” ha detto che ci sono interpretazioni diverse sulle modalità di approvazione, di cui ha suggerito di capire la metodologia: ha parlato di “pubblicazione “ che non c’è stata ad esempio sulle “intese”.

Ha quindi fatto l’esempio della approvazione della Relazione, che è propedeutica a quella vera e propria.

Ha messo in risalto che se si facesse un emendamento per ognuna delle osservazioni presentate e controdedotte (che sono circa 22.000) allora ci vorrebbe un “Patto di Consiglio” per la approvazione che ad esempio affronti il rapporto tra PTP e PTPR: bisogna quindi «mettersi attorno ad un tavolo per togliere questo macigno».

Si è quindi chiesto provocatoriamente: «Che succede se il Consiglio Regionale non approva le controdeduzioni del MIBACT?».

Ha aggiunto: «Ci vuole quindi un metodo che sia suffragato da elementi certi: le norme del PTPR prevalgono sulla cartografia: se bocciassero piani attuativi o varianti di PRG saremmo nell’abnorme».

Dopo aver precisato di condividere tutti i e 6 gli indirizzi proposti ha concluso nel seguente modo: «Stabilire come il Consiglio Regionale vorrà l’approvazione: il MIBACT facesse poi quello che vuole».

L’ultimo intervento della giornata è stato del consigliere Emiliano Minnucci (PD), Vice Presidente della III Commissione Vigilanza sul pluralismo dell’informazione, che ha esordito affermando che nel momento che la Giunta ha deciso di «santificare» il PTPR «abbiamo bisogno di interlocutori credibili.

Questo strumento o serve per far decollare sia la tutela che lo sviluppo o sarà di blocco per entrambi.

Per approcciare al meglio le questioni, abbiamo bisogno di un confronto che punti a delle convergenze e che potrebbe essere anche il “Patto di Consiglio”.

Dopo un “patto di lavoro concreto” si deve passare alla analisi dei problemi, a partire dalla cartografia.

Dobbiamo capire qual è lo “schema” che ci mette al riparo dalle impugnazioni» a TAR e Consiglio di Stato.

Ha quindi fatto presente che il PTPR incide su circa 2/3 del territorio, per cui «si può lasciare in pace il resto del territorio».

Ha quindi aggiunto: «Mi sta a cuore far salvi gli strumenti attuativi dei Comuni ed i PRG: diventa una corsa al massacro».

Degno di attenzione secondo lui è tutto ciò che le “forze produttive” hanno evidenziato.

Ha concluso auspicando uno spirito costruttivo con Giunta e Assessore ed a distanza anche con il MIBACT.

Pippo La Cognata ha voluto fare il punto della situazione, ribadendo come primo punto che è stato fatto questo incontro per fare un 1° confronto con i consiglieri e capire come si debbano fare i lavori.    

Come secondo punto ha chiesto ai gruppi politici di fare incontri specifici di tipo tecnico sui singoli indirizzi proposti.

Si è augurato che vada avanti il “Patto di Consiglio”.

Ha fatto sapere in conclusione che stanno organizzando due assemblee sul territorio, una a sud e l’altra a nord del Lazio.

 

 

 

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