Rossella Muroni: uno scudo umano contro la crudeltà e l’indifferenza della politica cattiva

 

Oggi Rossella Muroni, ex presidente di Legambiente e deputata di Liberi e Uguali, ha rotto il velo di ipocrisia e di silenzio e mettendosi di fronte a un bus carico di migranti pronti per essere deportati dal Cara di Castelnuovo di Porto, ha denudato un atto di inutile crudeltà politica e ha dato uno schiaffo alla nostra indifferenza e alla crudeltà di una politica che ha bisogno di creare altra insicurezza spacciandola per sicurezza.

Sulla sua pagina Facebook la Muroni spiega così – con i valori di civiltà e rispetto delle persone che sono le fondamenta dei valori dell’occidente, dell’Europa e dell’Italia democratica –  il suo gesto ghandiano: «Civiltà. Vogliamo che l’Italia resti un Paese civile.

Uno stato di diritto deve garantire la destinazione e un’accoglienza adeguata.

Sui pullman che partono da Castelnuovo di Porto ci sono bambini, donne e uomini.

Vogliamo sapere dove vanno e cosa troveranno al loro arrivo.

Questo è quello che ho chiesto.

Sono persone cui dobbiamo offrire tutta la nostra umanità».

Ma quello della parlamentare di LeU è un atto drammaticamente e squisitamente politico: «Il governo venga a riferire in Aula, e lo faccia rapidamente, su quanto sta accadendo al Cara di Castelnuovo di Porto, che il ministro della paura Salvini ha dato mandato di sgomberare senza preavviso e senza far sapere che fine faranno le 320 persone che lì hanno vissuto fino ad oggi – ha detto la Muroni – Una vera e propria deportazione organizzata in 24 ore.

Anche senza confronto con le istituzioni locali.

Vorrei sottolineare il metodo con cui si sta attuando questo trasferimento: senza informazione, senza consapevolezza di quali sono le situazioni che si vivevano in quel centro.

Di questo dobbiamo ringraziare il ministro dell’Interno e il suo cosiddetto decreto Sicurezza.

È grave che ci si dimentichi in maniera così palese e crudele che si sta parlando di persone, di esseri umani, a cui era stata riconosciuta anche una situazione di fragilità e di debolezza.

Come se non bastasse nel Cara di Castelnuovo di Porto, un centro integrato nel territorio, ci sono delle situazioni che sono colpite dall’attuazione del decreto-legge Salvini anche in maniera assolutamente illegittima: ci sono casi di permessi umanitari antecedenti al 5 ottobre e non si può avere una retroattività dell’efficacia del decreto.

E sempre in quel centro ci sono moltissime donne che hanno subito violenza e quello che stanno subendo in queste ore è l’ennesima violenza.

Un fatto che ci preoccupa molto ed è in linea con quanto successo nelle ore e nei giorni scorsi nel Mar Mediterraneo, prima con un naufragio e poi con 100 migranti che chiedevano aiuto e sono stati riportati in Libia.

Dove i migranti vengono torturati e lo fanno con la complicità di questo Governo.

Il mio intervento ieri in Aula su quanto sta avvenendo a Castelnuovo di Porto».

Il gesto di Rossella Muroni è stato naturalmente accolto da una canea di insulti, molti a sfondo sessuale, che sono tutte medaglie per una donna coraggiosa che non rinuncia a restare umana e che non si spaventa certo per la bile sputata su Facebook da gente che vive odiando.  

Quella mostrata dalla Muroni  è un’umanità che non ammette ipocrisie  e che per questo ha ricevuto il sostegno e la solidarietà di ancora più cittadini di quanti insultano.

E’ la buona politica intransigente davvero, quella che cozza con le dichiarazioni di un ministro degli interni che tace sulle condanne per le spese pazze dei suoi capogruppo e del vicepresidente  del Senato per affermazioni razziste ai danni di una parlamentare di colore, cose che in qualsiasi altro Paese democratico avrebbero sortito dimissioni immediate e che nel nostro Paese alla rovescia non suscitano nessuna reazione tra i leoni da tastiera anti-casta.

Ha ragione Papa Francesco: «È la paura che rende pazzi. Sono i muri della paura, come scrive L’Osservatore Romano nell’editoriale di Monda, che è da leggere».

La co-presidente del Partito verde europeo, Monica Frassoni,  ha scritto: «Grazie Rossella Muroni per aver bloccato il pullman che trasportava i profughi dal CARA di Castelnuovo di Porto perché non erano noti né il luogo di destinazione, né le condizioni che avrebbero trovato. 

Contro la barbarie di questi tempi, dobbiamo restare umani».

Alla Muroni arriva la solidarietà di Nicola Fratoianni, segretario di segretario nazionale di Sinistra Italiana e anche lui di Liberi e Uguali, che ha detto a Rai News 24: «Oggi il ministro Salvini ordina una spietata deportazione di richiedenti asilo dal Cara di Castelnuovo di Porto e mette in mezzo alla strada centinaia di esseri umani.

Oggi Salvini  continua a dire no alla richiesta della Sea Watch di un porto sicuro per i naufraghi salvati 4 giorni fa.

E sempre Salvini continua a non pretendere dai suoi amici libici l’arresto dei trafficanti e degli scafisti che sono ben noti.

L’attuale è un governo che getta nel disonore e nella vergogna un intero Paese.

Sono esterrefatto per il silenzio imbarazzato degli esponenti del M5S per quello che sta avvenendo al Cara di Castelnuovo di Porto.

Ritengono giusto, condivisibile, sostenibile in un Paese civile quanto è accaduto lì in queste ore.

Stanno facendo di tutto, Salvini e soci, cinicamente per creare allarme ed emergenza per poi poter urlare all’allarme e all’emergenza.

E fa bene, in questi minuti la nostra collega Muroni a bloccare la partenza del prossimo bus di deportazione dal centro.

E’ ora di dire basta a questi continui soprusi e a questa vergogna».

La Muroni, dopo aver avuto assicurazioni dal Prefetto che verrà informata sulla destinazione e le modalità di accoglienza dei migranti, conclude: «I migranti che il ministro della paura Salvini ha deciso di trasferire dal Cara di Castelnuovo di Porto sono persone e hanno il diritto di sapere dove saranno portati e che condizioni troveranno.

Per questo stamattina ho bloccato un pullman che usciva dal centro.

Come noto ho criticato aspramente e da subito il cosiddetto decreto Sicurezza voluto da Salvini che tanta parte gioca nella vicenda, ma qui metto in discussione il metodo.

Visto che la decisione di sgomberare e chiudere il centro è stata presa.

Gli ospiti però devono essere adeguatamente informati.

Ricordo che l’operazione è partita con un preavviso di sole 24 ore e senza dare notizie ai migranti che vivono nel centro.

Per questo già ieri avevamo chiesto che il governo venisse a riferire in Aula sull’accaduto.

Richiesta che ribadiamo.

Non dimentichiamoci di essere un Paese civile.

Con la chiusura del centro, peraltro, resteranno senza lavoro gli operatori della cooperativa che lo gestisce.

Vorrei avere garanzie anche sul loro ricollocamento.

Oppure ‘prima gli italiani’ è solo uno slogan elettorale?»

 

(Articolo pubblicato con questo titolo il 23 gennaio 2019 sul sito online “greenreport.it”)

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