Stop all’inquinamento da plastica, il Wwf: “Serve accordo globale dei capi di Stato”

 

Un trattato internazionale per fermare l’inquinamento da plastica.

E’ quanto propone il Wwf a livello mondiale con una petizione a firma dei cittadini, per chiedere ai governi del mondo di stipulare un Global Deal giuridicamente vincolante con l’obiettivo di bloccare la dispersione di plastica in natura entro il 2030.

E’ un ulteriore passo avanti per chiedere uno sforzo globale e condiviso dopo che l’Ue, con l’addio ai monouso entro il 2021, ha già avanzato direttive in tal senso.  

Per descrivere la grandezza del problema il Wwf elenca numeri ben precisi:  “il 95%, è la percentuale di plastica contenuta nei rifiuti del Mar Mediterraneo che soffoca habitat e specie; 1,25 milioni di frammenti per km2 è la concentrazione record di microplastiche nel Mare nostrum, quasi 4 volte superiori a quelle registrate nell’isola di plastica del Pacifico settentrionale; oltre il 90% dei danni provocati dai nostri rifiuti alla fauna selvatica è dovuto alla plastica; 134, sono le specie vittime di ingestione da plastica nel Mediterraneo (tra cui tutte le specie di tartaruga marina, che scambiano i sacchetti di plastica per prede); l’Europa è il secondo produttore di plastica al mondo; 2,1 sono i milioni di tonnellate di imballaggi di plastica consumati ogni anno dagli italiani“. 

Cifre che narrano un’emergenza “fuori controllo. In 50 anni abbiamo compromesso l’ecosistema più  importante del pianeta, ignorandone le conseguenze.

Ora sappiamo che è necessario agire rapidamente e concretamente per  fermare la silenziosa invasione di plastica che minaccia gli oceani e i mari di tutto il pianeta” spiega Donatella Bianchi, presidente del Wwf Italia. 

Il dato concreto è che “non c’è tempo: tutti i Paesi sono responsabili di questa emergenza ambientale e ciascuno deve essere parte della soluzione“. 

Obiettivo del trattato sarà dunque quello di vincolare tutti i Paesi, ad esempio anche Usa o i Paesi asiatici che ospitano la maggior parte dei fiumi in cui naviga la plastica diretta al mare, a prendere un accordo obbligatorio per la creazione di Piani d’azione nazionali in modo da raggiungere gli obiettivi stabiliti. 

Mentre l’Italia è uno dei paesi apripista per le politiche virtuose atte a combattere l’inquinamento da plastica, con ad esempio lo stop all’utilizzo di shopper di plastica, l’introduzione di quelli biodegradabili per gli alimenti e i divieti per cotton fioc e dal prossimo anno anche microplastiche nei cosmetici, anche gli altri Paesi dovranno “impegnarsi sottoscrivendo un patto globale“. 

Intanto, mentre in questi giorni è in discussione il provvedimento “salvamare”, Wwf ricorda che in un’altra petizione online lanciata lo scorso anno  600mila cittadini hanno firmato per chiedere un maggiore impegno nella lotta all’inquinamento da plastica.  

Per chi volesse contribuire anche alla pulizia delle spiagge (tour #Plasticfree) il Wwf ricorda che sono già in calendario gli appuntamenti del 17 febbraio e il 3 marzo lungo la spiaggia antistante l’Oasi Wwf di Burano, in Toscana.

 

(Articolo di Giacomo Talignani, pubblicato con questo titolo il  5 febbraio 2019 sul sito online del quotidiano “la Repubblica”)

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