Crisi rifiuti, terremoto a Roma: Raggi perde un altro assessore

 

ROMA Quando l’assessore all’Ambiente del Campidoglio Pinuccia Montanari annuncia le dimissioni irrevocabili scatta la telefonata al capo politico Luigi Di Maio.

Certo, non ci voleva la notizia dell’ennesima testa della giunta Raggi che rotola in piena campagna elettorale alla vigilia del voto in Abruzzo.

Ma il vicepremier è informato, sa che il settore rifiuti nella capitale è in tremendo affanno e che c’è bisogno di una svolta che Montanari, in guerra con l’assessore Gianni Lemmetti, non può più assicurare.

L’ASSENSO 
E quindi quando gli comunicano delle dimissioni dell’assessore portato a Roma da Beppe Grillo, Di Maio dà il suo assenso, la copertura politica a Virginia e passa la palla al deputato romano Francesco Silvestri: «Chiamate lui», dice ai suoi.

Silvestri sa che Montanari balla da tempo e dice con tono liberatorio: «Vogliamo bene a Pinuccia ma la città soffre e non può permettersi di galleggiare. Se le due strade dovevano dividersi meglio ora che dopo».

Si volta pagina anche se il futuro dell’azienda è tutto da scrivere.

Da undici mesi il Campidoglio boccia sistematicamente il bilancio 2017 della più grande municipalizzata dei rifiuti di cui è unico cliente e socio.

E tra l’idealista Montanari e il pragmatico Lemmetti, che a Livorno con Aamps e poi a Roma con Atac, non ha avuto paura di premere il pulsante «fallimento pilotato», il M5S sceglie il secondo. Anche a costo di scontrarsi con altre turbolenze in città: i sindacati usano apertamente la parola «sciopero» in un contesto già abbastanza difficoltoso sul piano della raccolta dell’immondizia e della pulizia della città.

IL VERTICE

La giornata in Campidoglio comincia con i consiglieri di maggioranza in subbuglio; chiedono un incontro urgente a Lemmetti che invece non li riceve.

L’obiettivo per lui è politicizzare lo scontro in giunta dove porta la sua delibera in cui c’è scritto nero su bianco che non approva il bilancio dell’Ama.

I toni sono accesissimi, gli assessori che tutti i giorni si occupano di buche, bancarelle e scuole sgranano gli occhi e cercano di capire se è vero quello che si dice in giro: «L’Ama farà la fine di Atac».

Alcuni sono tentati di solidarizzare con Montanari e fare una cordata contro «lo strapotere di Lemmetti che con quella delega ai conti finisce per dettare legge su tutti».

Montanari si ribella, alza la voce, vuole che il bilancio redatto per la seconda volta dall’ad Lorenzo Bagnacani, reggiano come lei e legato all’ambientalismo rifiuti zero dei grillini prima maniera, venga approvato per il bene della municipalizzata. Sente che la bocciatura non è una mera questione contabile ma anche per lei.

LA CONTA 

Raggi, chiamata a fare da arbitro, nel bel mezzo del litigio decide di andare alla conta.

E dice chiaro e tondo che chi vuole approvare un bilancio che secondo lei, ma anche secondo l’assessore Gianni Lemmetti e il direttore generale del Campidoglio Franco Giampaoletti, non è corretto si mette fuori da solo.

Montanari è l’unica a voler approvare i conti di Ama e capisce che quella è l’ultima giunta per lei.

«Sono stufa. I cittadini che hanno perfettamente ragione.

È il momento di fare pulizia nel bilancio di Ama e soprattutto nelle strade.

Su questo non accetto alcun compromesso. E non si torna indietro», ha detto Raggi durante la giunta. 

LA DIFESA 

In quel momento Montanari capisce che è finita.

Gli unici che la difendono sono i consiglieri regionali del M5S.

Il vicepresidente del Consiglio regionale del Lazio Devid Porrello si dirà perplesso: «Non approvare il bilancio può determinare conseguenze preoccupanti.

Comprendo la decisione dell’assessore Montanari, della quale ho personalmente constatato il grande impegno nell’affrontare la complessa situazione che ha trovato a Roma».

I vertici M5S però stanno con Raggi e rimbeccano i regionali: «Pensassero a fare opposizione a Zingaretti perché spesso non si vedono», commenta un fedelissimo di Di Maio.

 

(Articolo di Stefania Piras, pubblicato con questo titolo il 9 febbraio 2019 sul sito online del quotidiano “Leggo”)

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