Intervento di VAS alla audizione sulla procedura di designazione di 2 membri del Consiglio Direttivo di ciascuno dei 13 Enti di gestione della aree naturali protette di interesse regionale

 

Valerio Novelli

Presidente della VIII Commissione Ambiente Agricoltura della Regione Lazio

Il 10 maggio 2019 il Presidente della VIII Commissione Ambiente Agricoltura della Regione Lazio ha fatto trasmettere il seguente invito a circa una sessantina dei responsabili di Organizzazioni Professionali Agricole e di Associazioni Ambientaliste.

Hanno aderito soltanto una quindicina.

Si riposta di seguito l’intervento che ha fatto Dott. Arch. Rodolfo Bosi in qualità di responsabile nazionale di VAS per Parchi e Territorio.

DESIGNAZIONE DA PARTE DEL CONSIGLIO REGIONALE DEL LAZIO DI DUE MEMBRI DEL CONSIGLIO DIRETTIVO DI CIASCUNO DEI TREDICI ENTI DI GESTIONE DELLE ALTRETTANTE AREE NATURALI PROTETTE DI INTERESSE REGIONALE

– AUDIZIONE DEL 16 MAGGIO 2019 DELLA VIII COMMISSIONE AMBIENTE –

Con la legge regionale n. 12 del 10 agosto 2016 è stata cambiata la composizione dei Consigli Direttivi degli Enti di gestione delle aree naturali protette istituite nel Lazio, che da 7 membri è stata ridotta a 5, con il Presidente designato dal Presidente della Regione, 2 membri designati dalla Comunità del Parco e 2 membri designati dal Consiglio Regionale “sentite le organizzazioni agricole ed ambientaliste”, che in base alla precedente legge regionale avevano il diritto di designare ciascuna un proprio rappresentante.

Premesso che ci sono “associazioni” e non “organizzazioni” ambientaliste, l’obbligo di “sentire” sia le organizzazioni agricole che le associazioni ambientaliste appare un modo con cui si è voluta “compensare” l’abolizione tanto del rappresentante delle organizzazioni agricole quanto del rappresentante della associazioni ambientaliste, che con la suddetta legge regionale n. 12/2016 sono stati relegati come 4 membri aggiunti di ogni Comunità del Parco.

Ma questa “compensazione” non assume necessariamente il significato che il Consiglio Regionale debba designare specificatamente un membro delle organizzazioni agricole ed un membro della associazioni ambientaliste.

Per quanto riguarda comunque i due membri del Consiglio Direttivo designati dal Consiglio Regionale, si è venuto a creare un problema sulle forme ed i modi per “sentire” le organizzazioni agricole ed ambientaliste. 

A tal ultimo riguardo l’allora Assessore all’Ambiente Mauro Buschini, sentito in occasione di un convegno, ha detto che il compito di sentire le organizzazioni agricole ed ambientaliste non spetta a lui, ma al Presidente del Consiglio Regionale Daniele Leodori: a quello stesso convegno ha partecipato il Vice Presidente del Consiglio Regionale Mario Ciarla, che interrogato al riguardo ha risposto che tale compito spettava invece all’allora Presidente della VIII Commissione Ambiente Enrico Panunzi.

Nella scorsa consigliatura il 3 novembre 2016 è stato emanato un avviso pubblico per la presentazione delle candidature relative alla procedura di designazione di due membri del consiglio direttivo di ciascuno dei 13 enti di gestione di aree naturali protette di interesse regionale: è stato poi prorogato di 5 giorni con un avviso del 13 febbraio 2017.

L’avviso ha consentito la presentazione delle candidature non solo da parte dei singoli cittadini interessati o da gruppi consiliari o consiglieri regionali, ma anche da parte di ordini e collegi professionali, organizzazioni sindacali dei lavoratori e datori di lavoro, università o altre istituzioni culturali, associazioni e organizzazioni interessate.

L’estensione dei soggetti autorizzati a presentare candidature conferma implicitamente che i due membri dei 13 Consigli Direttivi designati dal Consiglio Regionale possono essere anche persone che non fanno parte né del mondo agricolo né del mondo ambientalista, di cui però la legge regionale obbliga a sentire le rispettive organizzazioni.

A tal ultimo riguardo c’è stata poi una audizione della VIII Commissione Ambiente a cui sono state convocate solo le organizzazioni agricole e le associazioni ambientaliste, finalizzata ad acquisire le loro indicazioni ed i loro suggerimenti in ordine alla modalità di scelta dei candidati, in sede di designazione degli stessi da parte del Consiglio regionale.

Il procedimento che è stato poi seguito dalla Regione Lazio a tal riguardo è stato concluso in modo del tutto anomalo da parte dell’allora Presidente Daniele Leodori, dal momento che è stato lui a segliere alla fine le persone designate, perché di fronte alla inaccettabile inerzia del Consiglio Regionale, «si è sentito autorizzato ad esercitare i poteri sostitutivi previsti dalla normativa vigente in materia» senza dare però alcuna dimostrazione di come e perché le persone siano state scelte tra il totale dei candidati e se ogni scelta sia stata doverosamente fatta «tra persone che si siano distinte per gli studi e per le attività nel campo della protezione dell’ambiente con comprovata esperienza di gestione ed adeguato curriculum”».

Su due delle persone designate sembra che da parte del Responsabile della Direzione Capitale Naturale, Parchi e Aree Protette dott. Vito Consoli sia stata riscontrata poi una incompatibilità e la mancanza dei requisiti richiesti, per cui il Presidente Nicola Zingaretti con decreti del 14 dicembre 2017 e del 10 gennaio 2018 ha nominato i membri dei Consigli Direttivi designati da Daniele Leodori, la cui carica è scaduta il 3 luglio 2018, senza che entro questo termine fossero insediati i rispettivi Consigli Direttivi dei 13 Enti di gestione.

Con determinazione n. 580 del 1 agosto 2018, pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione Lazio n. 63 del 2 agosto 2018, il Consiglio Regionale ha deciso di pubblicare nuovamente un «Avviso pubblico per la presentazione delle proposte di candidatura ai fini della designazione, da parte del Consiglio regionale del Lazio, di due membri del consiglio direttivo di ciascuno dei tredici enti di gestione delle altrettante aree naturali protette di interesse regionale».

L’avviso ha consentito anche stavolta la presentazione delle candidature non solo da parte dei singoli cittadini interessati o da gruppi consiliari o consiglieri regionali, ma anche da parte di ordini e collegi professionali, organizzazioni sindacali dei lavoratori e datori di lavoro, università o altre istituzioni culturali, associazioni e organizzazioni interessate.

Vi  viene precisato che con tale avviso non si attiva alcuna procedura concorsuale o preconcorsuale – dal momento che non è prevista una valutazione comparativa dei candidati finalizzata all’attribuzione di un punteggio e alla formazione di una graduatoria di merito, bensì solo al riscontro di competenze ed esperienze in loro possesso – ma è pubblicato allo scopo di garantire la piena applicazione dei principi di pubblicità, trasparenza e partecipazione.

Una tale precisazione, peraltro identica a quella contenuta nell’avviso pubblico della precedente consigliatura, assume l’implicito significato che la Regione Lazio non intende designare come membri dei 13 Consigli Direttivi esclusivamente le persone che meriterebbero di più di farvi parte, perché vuole lasciarsi il potere discrezionale (di chiara natura “politica”) di una scelta tra persone che siano prima ancora ben accette alla maggioranza di turno al governo della Regione Lazio, come del resto ha sancito anche la Giurisprudenza consolidata in materia riguardo alla scelta di queste figure apicali.

Ma l’avviso pubblico ha la dichiarata finalità di garantire anche la piena applicazione dei principi di pubblicità, trasparenza e partecipazione, che non sembra essere stata rispettata non solo nella precedente consigliatura, ma anche in questa, con riguardo alla nomina del Presidente dell’Ente Parco di Veio, a cui si è arrivati a conclusione di un analogo avviso pubblico, diventato obbligatorio anche per la figura dei Presidenti dopo che è stata approvata la legge regionale n. 7 del 22 ottobre 2018 che ha reso obbligatorio questo procedimento anche per la nomina dei 4 membri di ogni Consiglio Direttivo.

Malgrado la dichiarata finalità di garantire la piena applicazione anche dei principi di trasparenza, non è avvenuto niente di tutto questo dopo che sono pervenute e sono state ammesse 16 proposte di autocandidature alla Presidenza dell’Ente Parco di Veio e l’ulteriore e consequenziale adempimento è stato fatto dall’Assessore all’Ambiente Enrica Onorati che non ha motivato le ragioni per cui la sua scelta, condivisa con il Presidente Nicola Zingaretti, si è orientata sul sig.  Giorgio Polesi anziché su uno degli altri 15 candidati, diversi dei quali con curriculum vitae e titoli oggettivamente superiori a quelli del prescelto (basti citare l’ex direttore dell’Ente Parco di Veio o l’ex Presidente o l’ex Commissario Straordinario).

Il 7 maggio scorso alla VIII Commissione Ambiente è stato chiesto di esprimere un parere solo sulla proposta di decreto dell’Assessore Onorati e non anche sugli altri 15 candidati.

Nel testo dello schema di decreto si dichiara che «il sig. Giorgio Polesi risulta essere, sulla base del curriculum vitae, idoneo ad assumere l’incarico di presidente dell’ente parco di Veio regionale” nonché “in possesso di comprovata esperienza»,  attestata dal suo essere membro del Consiglio Direttivo con funzioni di segretario del Comitato di quartiere della “Giustiniana & dintorni”, coordinatore per la gestione del verde e la pulizia di due parchi comunali e fra organizzatori delle passeggiate archeo-naturalistiche del Parco di Veio.

Le suddette esperienze, così come il titolo di studio (diploma di maturità scientifica), non sono state ritenute rispondenti ai requisiti prescritti dalla legge sia dallo stesso Presidente della VIII Commissione Valerio Novelli che dalla consigliera Silvia Blasi, che hanno espresso parere negativo.

Il procedimento seguito per la nomina del Presidente dell’Ente Parco di Veio è stato volutamente richiamato in questa sede proprio perché fra le indicazioni ed i suggerimenti che l’associazione VAS intende portare come contributo in ordine alle modalità di scelta dei candidati ci sono sia quella di evitare nella maniera più assoluta che si ripeta una scelta operata anche stavolta dal solo Presidente Mauro Buschini anziché dall’intero Consiglio Regionale sia soprattutto quella di evitare di ripetere lo stesso procedimento che è stato seguito per la presidenza dell’Ente Parco di Veio, dal momento che entrambi i suddetti procedimenti non hanno di certo garantito il principio di trasparenza e fatto sapere pubblicamente perché la scelta è caduta esclusivamente sui designati e non sugli altri candidati.

Per la questione in esame, dopo ben 8 mesi dalla scadenza del 10 settembre 2018 (fissata per la presentazione delle candidature) sono state acquisite complessivamente come ammissibili 766 proposte di candidatura, di cui il Consiglio Regionale è chiamato ora a fare una scelta soltanto di 26 di esse (2 membri per ognuno dei 13 Consigli Direttivi).

Non sembra possibile adottare lo stesso procedimento seguito per la Presidenza dell’Ente Parco di Veio, dove è stato l’Assessore all’Ambiente ad operare la scelta in quel caso fra 16 auitocandidature, perché ora – a fronte di una media di circa 50 candidati per ogni Ente di gestione – si dovrebbe caso mai ipotizzare a maggioranza di incaricare qualcuno di operare la scelta di 13 coppie di candidati  da sottoporre ad una passiva ed acritica approvazione da parte del Consiglio Regionale: se fosse ad esempio la VIII Commissione Ambiente a dover operare questa scelta, dovrebbe darsi comunque dei criteri che possano motivare le scelte fatte, nel pieno rispetto del principio di trasparenza alla base dell’avviso pubblico, trovando un giusto equilibrio tra i requisiti richiesti dalla legge ed il carattere fiduciario che devono avere le persone prescelte.

Il 1° comma dell’art. 3 della legge n. 241/1990 prescrive che ogni provvedimento amministrativo (quindi anche la futura deliberazione del Consiglio Regionale) deve indicare i presupposti di fatto e le ragioni tecniche e giuridiche  che hanno determinato una certa decisione anziché un’altra.  

Per evitare di ridurre il Consiglio Regionale ad un ruolo passivo di mera ratifica di scelte fatte a monte, sarebbe ben più opportuno che per ognuno dei 13 Enti di gestione il Consiglio Regionale voti quanto meno a maggioranza scegliendo ogni coppia fra la rosa dei candidati ammissibili.  

In termini di ”etica”, oltre che di “legalità”, la scelta che è chiamato a fare il Consoglio Regionale non deve apparire offensiva della dignità dei candiati, dal momento che non hanno partecipato per pretendere l’attribuzione di un punteggio di favore e la formazione di una graduatoria di merito, ben coscienti che a tal riguardo anche la Giurisprudenza ha sancito che la scelta di queste figure apicali deve riguardare persone ben accette alla Amministrazione, ma che pretendono almeno che la valutazione di ogni candidato sia sempre e comunque effettuata sulla base della piena rispondenza ai requisiti di legge del rispettivo “curriculum vitae”, prima ancora di ogni altra considerazione di carattere “fiduciario”, nel totale rispetto dell’art. 97 della Costituzione sulla imparzialità ed il buon andamento di ogni Pubblica Amministrazione.

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Alla fine dell’audizione il Dott. Arch. Rodolfo Bosi ha chiesto al Presidente Novelli di sapere il procedimento che verrà seguito, facendo presente che in base al 3° comma dell’art. 55 dello Statuto (riguardante gli enti pubblici dipendenti) la VIII Commissione Ambiente dovrebbe esprimere il proprio parere su tutte le candidature pervenute e non più soltanto su una coppia già selezionata da altri.

Il consigliere Eugenio Patanè (PD) ha dichiarato che secondo lui alla VIII Commissione non spetterebbe questo compito: Bosi gli ha replicato che, oltre alla carica di Presidente di un Ente Parco, anche i membri del Consiglio Direttivo sono figure apicali su cui si deve esprimere la VIII Commissione Ambiente.

Il Presidente Valerio Novelli ha detto che allora si farà una riunione dei Capigruppo per decidere al riguardo.

Il Dott. Arch. Rodolfo Bosi ha allora consigliato di far esprimere alla VIII Commissione Ambiente il proprio parere favorevole ad una rosa ristretta di candidati per ognuno dei 13 enti di gestione, lasciando al Consiglio Regionale la scelta finale su ognuna delle 13 coppie da designare.

 

 

Audizione in ottava sulle nomine negli enti parco regionali

Spetta al Consiglio regionale la designazione di due membri dei consigli direttivi.

16/05/2019 – Maggiore attenzione per le problematiche dell’agricoltura nei parchi, soprattutto in relazione alla vincolistica e ai danni da fauna selvatica, l’auspicio che siano finalmente varati i nuovi piani di assetto e che i membri dei consigli direttivi degli enti parco siano competenti e rappresentativi del mondo agricolo e delle organizzazioni ambientaliste del territorio.

E’ quanto chiedono le associazioni ascoltate oggi dall’ottava commissione consiliare, Agricoltura e ambiente, nel corso dell’audizione sulla designazione da parte del Consiglio regionale di due dei cinque membri di ciascuno dei tredici enti di gestione di altrettante aree naturali protette di interesse regionale, così come previsto dalla normativa regionale in materia.

La legge regionale 29/1997, modificata con le leggi 12 e 17 del 2016 e la 7 del 2018, prevede appunto che siano “sentite le organizzazioni agricole ed ambientaliste” su tali nomine.

A seguito della pubblicazione di apposito avviso pubblico sul Bollettino ufficiale della Regione Lazio, complessivamente sono pervenute agli uffici competenti 815 domande per i tredici enti parco.

Di qui l’invito in audizione da parte dell’ottava commissione inviato a 76 associazioni agricole e ambientaliste.

Hanno risposto all’invito e sono state ascoltate le seguenti organizzazioni: Monte Pellecchio onlus; Coldiretti; Cai Rieti; Associazione naturalistica Valle dell’Aniene; Associazione l’Agrifoglio; Confcooperative Lazio; l’Associazione Verdi, ambiente e società onlus (che ha consegnato al presidente della commissione un documento); Earth; Cia Roma; Cia Lazio; Confagricoltura Lazio; Ass. agr. parchi regione Lazio; Territorio Roma. Nel corso dei lavori, sono stati messi a disposizione, per la consultazione gli elenchi delle candidature ammesse.

Le note polemiche non sono mancate, soprattutto sui vincoli agli agricoltori che operano sul territorio, sugli indennizzi per i danni da fauna selvatica (nel reatino sarebbero più i danni dai lupi che dai cinghiali), sulle modalità delle designazioni che secondo alcuni appaiono calate dall’alto.

Di qui la proposta del rappresentante l’Associazione Verdi, ambiente e società onlus, secondo il quale “per evitare di ridurre il Consiglio Regionale ad un ruolo passivo di mera ratifica di scelte fatte a monte, sarebbe ben più opportuno che per ognuno dei tredici enti di gestione il Consiglio regionale stesso voti quanto meno a maggioranza scegliendo ogni coppia fra la rosa dei candidati ammissibili”.
Così come previsto dall’articolo 82 del Regolamento del Consiglio regionale, la commissione rinvierà al presidente del Consiglio regionale le proposte di candidature che saranno poi sottoposte al dibattito consiliare, secondo le modalità stabilite dalla conferenza dei presidenti dei gruppi consiliari.

A cura dell’Ufficio stampa del Consiglio Regionale del Lazio

 

 

 

 

 

 

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