«Tutti per Roma» in marcia lungo la banchina del Tevere: «Basta Raggi»

 

Grandi palloni bianchi con la scritta «Basta Raggi» e in rosso il segno del pollice verso sono stati il simbolo della marcia di protesta lungo le sponde del Tevere di «Tutti per Roma».

A guidarla tre delle sei donne che avevano dato il via alla contestazione della sindaca in Campidoglio esattamente un anno fa: Emma Amiconi, Roberta Bernabei e Martina Cardelli.

A sfilare, quasi in fila indiana per permettere ai ciclisti di passare, un po’ più di 500 cittadini esasperati.

«Non dobbiamo smettere di protestare», dice Emma Amiconi.

E anche se i romani non hanno partecipato a migliaia, come il 27 ottobre 2018 sul colle capitolino, «siamo soddisfatti di come è andata e anche del fatto che continuano ad arrivare richieste di persone che vogliono lavorare con noi.

Segno che ci sono energie, competenze e cittadini che non si sono rassegnati.

Dopo un anno di promesse non mantenute – aggiunge – e di un’ulteriore ed evidente perdita di credibilità siamo passati a da “Tutti per Roma” a “Basta Raggi”».

Scritta che in molti hanno anche sulle magliette, mentre tra coloro che sfilano ci sono pure rappresentanti politici come Pino Galeota di «Corviale domani» e colui che è stato per lungo tempo presidente del I Municipio, Giuseppe Lobefaro.

La più giovane delle manifestanti ha 19 mesi e si chiama Anita, mentre Luigia Mirella Campagna, dell’associazione «Roma San Pietro», ha voluto esserci nonostante le stampelle.

Partono a gruppetti ripetendo «non importa quanti siamo, l’importante è esserci» e arrivati a ponte Cestio c’è il riassunto di quanto si vuole fare perché «il mondo ci compatisce, è ora di reagire, per avere una città moderna ed efficiente».

 

(Articolo di Lilli Garrone, pubblicato con questo titolo il 27 ottobre 2019 sul sito online della cronaca di Roma del quotidiano “Corriere della Sera”)

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Gli organizzatori hanno voluto anche presentare proposte concrete che si possono trovare in questo post della loro pagina Facebook

 

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