L’aggressione a Coia da parte degli urtisti è frutto dell’opera del M5S

 

Un’azione indegna, un gesto vigliacco da condannare!

Per cui chi in queste ore ci ha scritto che l’aggressione che ha subito Andrea Coia “gli sta bene”, sbaglia di grosso.

La violenza non si può mai giustificare.

Ma sicuramente non deve stupire.

Se affidi la città alle micro lobbies di potere, poi sono loro che vogliono comandare.

La storia parte da lontano e non riguarda solo il consigliere comunale Andrea Coia, presidente grillino della commissione Commercio.

E’ l’intero Movimento 5Stelle che sugli ambulanti ha sempre avuto un atteggiamento incredibile e fuori dalla legge.

Con il pretesto di difenderli da presunte multinazionali, ha sempre detto no alla direttiva Bolkestein e quindi ai bandi di gara per la concessione del suolo pubblico.

Parlamentari pentastellati, consiglieri regionali hanno fatto le barricate per negare l’applicazione in Italia di una direttiva europea che è sacrosanta e che il nostro Paese ha recepito con una legge nazionale.

Così facendo il M5S ha di fatto affermato che chi ha una licenza per operare sul territorio, ce l’avrà sempre.

A vita!

E che chi vuole entrare in quel mercato, non potrà farlo, a meno di comprarne una a caro prezzo da chi la detiene.

In sostanza chi è dentro è dentro e chi è fuori è fuori!

Un emendamento approvato di notte dal governo Conte 1 ha escluso balneari (sic!) e bancarellari dall’applicazione della legge.

Niente bandi per loro.

Niente servizi di qualità e offerta all’altezza.

Sono e devono restare dei privilegiati.

Arriviamo ai nostri giorni.

La Sindaca Raggi lancia una specie di campagna contro i 17 urtisti che impallano vergognosamente i monumenti più belli di Roma: dalla Fontana di Trevi, al Pantheon.

Lì davanti non ci possono più stare, dice la Raggi, che però lo comunica ai diretti interessati solo il 30 dicembre, dandogli un solo giorno di preavviso.

Assurdo!

Soprattutto perché questo riordino non è cominciato ieri, anzi non è cominciato affatto con l’amministrazione Raggi.

Risale ai tempi di Marino ed è frutto del Tavolo del Decoro voluto da tanti soggetti istituzionali, tra i quali la Regione e il Ministero dei Beni Culturali.

Questa Sindaca avrebbe potuto applicare molto prima la disposizione e spostare questi signori tre anni fa.

Ad ogni modo, dopo molti tentennamenti, dopo lunghe trattative che non hanno portato a niente, viene comunicato agli ambulanti che in quei posti non possono più stare a partire dal primo gennaio.

Loro, come era prevedibile, non se ne vanno.

E perché dovrebbero?

La comunicazione è arrivata all’ultimo minuto, la giunta e i 5Stelle hanno sempre mostrato di essere proni agli interessi della categoria, per cui nessuno si muove.

Diversi organi di informazione vanno a controllare, pure diarioromano lo fa, e quasi tutti gli urtisti sono di fronte i soliti monumenti.

La Raggi arrossisce, capisce che deve fare qualcosa e dà un “penultimatum” agli ambulanti: “Entro venerdì dovete trovare una soluzione” (!?!).

Cioè sono loro, gli urtisti, a dover decidere dove andare.

Una roba assurda che ovviamente non porta a nulla.

Ieri finalmente Fontana di Trevi e Pantheon si potevano ammirare senza gli osceni venditori di souvenir.

Ma solo perché a presidiare i luoghi c’erano diversi agenti della Polizia Locale come si vede dalle immagini che abbiamo scattato in mattinata.

Ma venerdì, l’ultimo incontro in Campidoglio era finito male.

Un paio di bancarellari violenti se la prende con Coia, lo sbatte a terra e gli dà una testata sull’orecchio.

Nel pubblicare il video dell’aggressione, Coia scrive sul suo profilo Facebook:” L’amministrazione comunale ……… è sola e nuda di fronte alle lobbies ed ai singoli che si ritengono proprietari del suolo pubblico.

Una concessione non è per sempre e te la devi meritare“. 

Ma come?

Prima gli dici per anni che la direttiva Bolkestein non va applicata.

Gli fai emendamenti alla legge di Bilancio scritti su misura.

Gridi che nessuno deve perdere la licenza e poi adesso sostieni che una concessione non è per sempre?

Ma è ovvio che questi perdano la pazienza e se la prendano con te.

E’ il minimo perché si sentono traditi.

Il problema è che quando si comincia a derogare dalla legge per favorire questo o quello, la situazione inevitabilmente scappa di mano.

Quando dicevamo a Coia che fare un bando per la festa della Befana di piazza Navona, privilegiando l’anzianità degli operatori equivaleva a dare la piazza alla solita famiglia che l’avrebbe resa un mercato di periferia, Coia andò avanti come un carro armato, perfino litigando col suo assessore dell’epoca, Adriano Meloni.

Quando gli dicevamo che il suo regolamento sull’ambulantato avrebbe solo incancrenito la situazione attuale, lui tirò dritto senza voler ascoltare critiche, portando la delibera in consiglio in piena notte, come mai era avvenuto in passato.

Di cosa si stupisce adesso?

Perché scrive che è deluso e amareggiato?

Se regali la città a qualcuno, non te la puoi riprendere indietro.

Prima di regalare un diamante ad una fidanzata ci pensi bene, perché sai che in caso di separazione quel diamante resterà a lei.

Quando i 5Stelle hanno scelto di schierarsi senza se e senza ma dalla parte degli ambulanti, dei tassisti e di tante lobbies tremende, dovevano sapere che quel diamante non sarebbe più tornato indietro.

Purtroppo a pagarlo sono stati e saranno i cittadini romani.

(Articolo di Filippo Guardascione, pubblicato con questo titolo il 12 gennaio 2010 sul sito online “diarioromano”)

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N.B. – L’art. 52 del D.Lgs. n. 42/2004 con cui è stato emanato il “Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio” disciplina l’“Esercizio del commercio in aree di valore culturale e nei locali storici tradizionali”.

Il 1° comma dispone che “con le deliberazioni previste dalla normativa in materia di riforma della disciplina relativa al settore del commercio, i comuni, sentito il soprintendente, individuano le aree pubbliche aventi valore archeologico, storico, artistico e paesaggistico nelle quali vietare o sottoporre a condizioni particolari l’esercizio del commercio.“

Il successivo comma 1-bis stabilisce che “fermo restando quanto previsto dall’articolo 7-bis, i comuni, sentito il soprintendente, individuano altresì i locali, a chiunque appartenenti, nei quali si svolgono attività di artigianato tradizionale e altre attività commerciali tradizionali, riconosciute quali espressione dell’identità culturale collettiva ai sensi delle convenzioni UNESCO di cui al medesimo articolo 7-bis, al fine di assicurarne apposite forme di promozione e salvaguardia, nel rispetto della libertà di iniziativa economica di cui all’articolo 41 della Costituzione.

Il citato art. 7-bis riguarda le “Espressioni di identità culturale collettiva” e stabilisce che “le espressioni di identità culturale collettiva contemplate dalle Convenzioni UNESCO per la salvaguardia del patrimonio culturale immateriale e per la protezione e la promozione delle diversità culturali, adottate a Parigi, rispettivamente, il 3 novembre 2003 ed il 20 ottobre 2005, sono assoggettabili alle disposizioni del presente codice qualora siano rappresentate da testimonianze materiali e sussistano i presupposti e le condizioni per l’applicabilità dell’articolo 10” come riconoscimento di “bene culturale”.

Con nota VAS prot. n. 42 del 7 settembre 2019 l’associazione VAS ha chiesto alla Sindaca del Comune di Roma di avvalersi del combinato disposto del comma 1 e del comma 1-bis dell’art. 52 del D.Lgs. n. 2014 e di sottoporre alla approvazione del Consiglio Comunale, d’intesa con la Soprintendenza Speciale Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Roma, una proposta di deliberazione con cui si individua Piazza della Rotonda  come area pubblica nella quale vietare l’esercizio di attività di somministrazione di alimenti e bevande in tutta la piazza o quanto meno all’interno della fascia di rispetto del vincolo storico-monumentale del Pantheon.

La finalità della suddetta nota è stata quella di impedire l’apertura del fast food che Mc Donald’s intende aprire a fianco del Pantheon: ma per la tutela dell’identità culturale dell’intera Piazza della Rotonda la deliberazione dell’Assemblea Capitolina potrebbe estendere il divieto anche alle bancarelle in generale ed a quelle degli urtisti in particolare.

Alla suddetta istanza di VAS  non è stato dato a tutt’oggi alcun seguito, malgrado l’obbligo di risposta entro 30 giorni prescritto dal 2° comma dell’art. 2 della legge n. 241/1990, costringendo VAS a trasmettere il 7 gennaio 2020 un invito-diffida a provvedere.

La auspicata deliberazione dell’Assemblea Capitolina potrebbe, se non dovrebbe, essere estesa anche alle altre piazze storiche, tra cui in particolare piazza di Trevi e piazza del Colosseo.

Dott. Arch. Rodolfo Bosi

 

 

 

 

 

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