Rifiuti, la barriera “acchiappa plastica” del Tevere resta un altro anno: in arrivo anche sul fiume Aniene

 

Mille e settecento chili di plastica non sono finiti in mare. 

In soli quattro mesi, la quantità di rifiuti raccolti dalle barriere “acchiappa plastica” posizionate sul Tevere, è stata sorprendente.

Al punto da spingere la Regione a trasformare l’iniziativa, nata come una sperimentazione di soli due mesi, in un progetto strutturale.

Le dighe raddoppiano

Abbiamo pubblicato una manifestazione d’interesse perché abbiamo intenzione di lasciare la diga per un anno intero ha annunciato Cristiana Avenali, responsabile dell’ufficio sui contratti di Fiume della Regione Lazio. In realtà l’offerta raddoppia.

Sono stati stanziati 225mila euro per consentire di sistemare un secondo dispositivo.

Era un obiettivo che, visto il successo dell’iniziativa, ci eravamo prefissati.

E la faremo mettere sul fiume Aniene, all’altezza della confluenza col Tevere”.

Il cambiamento previsto

La raccolta dei materiali plastici, nel corso dei precedenti quattro mesi, è stata utile anche per perfezionare il progetto.

Inizialmente le reti sistemate alla foce del “biondo fiume”, erano due, poiché erano state dislocate su entrambe le rive.  

Abbiamo capito che è più utile spostare di un centinaio di metri la diga, sistemandola solo sulla sponda di Fiumicino perché lì s’intercettano più rifiuti” ha chiarito Avenali.

Come funziona

Ad oggi la raccolta della plastica è condotta manualmente.

Raggiunta in barca la diga, tre volte la settimana recuperano i rifiuti e li dispongono in grossi contenitori. 

Una volta ottenuto il quantitativo previsto, viene contattato un’azienda del consorzio Corepla che avvia al recupero le plastiche ancora utilizzabili.

Con la manifestazione d’interessi si punta a migliorare anche questa operazione.

La manifestazione d’interessi

Il procedimento è stato aperto sulla piattaforma STELLA.

Verranno selezionate tre proposte a cui si chiederà di realizzare un progetto definitivo.

L’iniziativa era in cantiere già da qualche settimana, ora finalmente possiamo annunciarla” ha chiarito Avenali.

In attesa che sia individuato il progetto migliore, si prosegue con l’attuale sistema di raccolta dei rifiuti.  

Perché si raccolgono le plastiche

Il ruolo di queste dighe, realizzate con reti lunghe alcuni metri, era già stata sperimentata sulla foce del Po.

In tal modo si riescono da intercettare i rifiuti prima che arrivino in mare.

Significa evitare la loro trasformazione in microplastiche che, una volta inghiottite dai pesci, finiscono per essere anche ingerite dall’uomo. 

(Articolo di Fabio Grilli, pubblicato con questo titolo il 1 aprile 2020 sul sito online “Roma Today”)

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