“50 milioni di api morte”, disastro ambientale in Croazia. Sospetti su pesticidi e antibiotici

 

Più di 50 milioni di api sono state trovate avvelenate nella regione settentrionale della Croazia, in una zona che confina con l’Ungheria.

L’avvelenamento da pesticidi, sebbene ancora non sia stato confermato ufficialmente, è sospettato di essere la causa dello scempio ecologico.

Le autorità locali hanno dichiarato il disastro naturale per una parte della regione e dato il via libera alle indagini di veterinari e scienziati forensi impegnati a capire cosa possa aver causato la strage di insetti. 

Il disastro

Oltre che per la biodiversità locale, il danno si farà sentire soprattutto per gli apicoltori, che hanno dovuto assistere a quello che i media croati hanno ribattezzato il “tappeto” di milioni di api morte rinvenute giorni fa.

La stima degli esemplari morti è stata possibile proprio grazie agli apicoltori del posto, che hanno denunciato di aver perso circa seicento alveari, che corrispondono alle 50 milioni di api rinvenute nel “tappeto”.

Le ipotesi

Probabilmente si tratta di avvelenamento da insetticidi”, ha detto l’apicoltrice Ana Pepelko a una TV locale.

Dopo l’analisi – afferma – si saprà se questo è il risultato dei prodotti spruzzati sulle patate o sulla colza ”. “Ma i pesticidi non sono l’unica causa di danno per le api”, sostiene invece Drazen Jerman presidente dell’Associazione degli alveari.

Le comunità di api sono sotto stress a causa dei cambiamenti climatici e c’è anche lo scoppio del coronavirus”. Jerman ha individuato l’inquinamento del fiume Sava dovuta agli antibiotici tra le altre ragioni del disastro. 

Indagini in corso

L’Istituto di sanità pubblica della contea di Medimurje, la regione colpita dal disastro ambientale, condurrà test sul miele, mentre l’Istituto di farmacologia e tossicologia della facoltà di veterinaria di Zagabria ha già affermato di voler dare il proprio contributo per accertare la causa della strage di insetti.

Sarà inoltre condotta un’analisi dell’impatto sulla salute umana.

(Articolo pubblicato con questo titolo il 19 giugno 2020 sul sito online “Roma Today”)

 

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