Nasa, Esa e Jaxa si alleano per misurare l’impatto della pandemia da Coronavirus su ambiente e società

 

In risposta alla pandemia globale di coronavirus (Covid-19), la Nasa, l’Esa (l’Agenzia spaziale europea) e la Jaxa (Japan aerospace exploration agency) hanno unito le forze per utilizzare le potenzialità scientifiche collettive dei propri dati satellitari di osservazione della Terra per documentare gli ampi cambiamenti nell’ambiente e nella società umana.

La ricchezza delle informazioni collettive di queste agenzie ora è disponibile con il semplice tocco di un dito”: così oggi l’ente spaziale statunitense ha dato notizia dell’avvio di una collaborazione senza precedenti con due delle altre agenzie spaziali più importanti al mondo, al fine di riuscire a comprendere in modo più dettagliato e approfondito l’impatto che la pandemia da Coronavirus ha avuto sull’ambiente e sulle attività umane.

Il lungo periodo di lock-down mondiale seguito al diffondersi della pandemia ha infatti avuto un impatto complesso, tanto sul nostro Pianeta che sulle attività umane.

Se infatti da un lato la diminuzione delle attività umane ha portato a una generale diminuzione dell’inquinamento dell’aria e delle acque, dall’altra ha ovviamente influito in maniera negativa sull’economia mondiale.

A complicare maggiormente il quadro, a livello scientifico, è poi anche il fatto che in realtà la correlazione diretta tra blocco delle attività umane e miglioramento dell’inquinamento, macroscopico a livello locale ma non così enorme su scala planetaria, non è così immediatamente evidente e andrebbe quindi accuratamente studiato, facendo uso di un set di dati molto più esteso, tanto nello spazio quanto nel tempo.

La Nasa aveva già avviato un progetto del genere assieme alla John Hopkins University, ma la collaborazione con altre due agenzie spaziali trasporta il tutto su una scala ancora più grande e, si spera, affidabile per i ricercatori.

Quando abbiamo iniziato a vedere dallo spazio in che modo i mutamenti degli schemi di attività umana causati dalla pandemia stavano avendo un impatto visibile sul pianeta, abbiamo capito che se avessimo combinato le risorse, avremmo potuto portare un nuovo potente strumento analitico per la comprensione di questa crisi in rapida evoluzione”, ha spiegato Thomas Zurbuchen, amministratore associato della Nasa per la scienza.

Così lo scorso aprile, le tre agenzie hanno formato una task force per affrontare la sfida, identificando i flussi di dati satellitari più rilevanti e adattando l’infrastruttura informatica esistente per condividere i dati provenienti da tutte le agenzie.

La dashboard, ovvero l’interfaccia messa a punto, che consente di consultare e filtrare la gran massa di dati disponibili, offre così accesso ai dati sui cambiamenti nella qualità dell’aria e dell’acqua e delle attività economiche e agricole, sia su scala globale che in specifiche aree di interesse.

 “Comprendere la portata di tali cambiamenti sarebbe importante per sostenere i mercati globali e locali e la sicurezza alimentare mentre il mondo si riprende dalla pandemia”, si legge ancora nell’articolo.

L’intento di questa collaborazione è dunque fornire a politici, autorità sanitarie e studiosi di vario genere, nuovi e più potenti strumenti, per cercare una possibile risposta alla necessità di preservare al tempo stesso il nostro Pianeta e le attività produttive che sostengono l’economia mondiale e che sembrano incompatibili.

(Articolo di Tom’s Hardware, pubblicato con questo titolo il 26 giugno 2020 sul sito online “Ambiente & Veleni” del quotidiano “Il Fatto Quotidiano”)

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