Si è fermata alla discussione generale la seduta dell’Assemblea Capitolina sulla proposta di deliberazione della Giunta Capitolina in materia di occupazione temporanea del suolo pubblico

 

Nel pomeriggio del 30 giugno 2020 si è tenuta la seduta della Assemblea Capitolina con  al 1° punto all’ordine del giorno la “Proposta n. 108/2020. Disciplina transitoria di sostegno alle imprese in applicazione dell’art. 181 del D.L. n. 34 del 19.5.2020”.

La seduta è iniziata in  videoconferenza intorno alle 14,30

Dopo l’appello e l’inno nazionale, il Presidente della Assemblea Capitolina Marcello De Vito (M5S) ha dato inizio ai lavori.

Il consigliere Antongiulio Pelonzi (PD) ha chiesto una sospensione per un confronto fra i capigruppo sugli emendamenti.

La seduta è ripresa alle 15,45 con la relazione dell’assessore  allo Sviluppo economico, Turismo e Lavoro Carlo Cafarotti, che ha ricordato la deliberazione della Giunta capitolina n. 87 del 21/22 maggio 2020, che ha consentito e consente tuttora l’occupazione immediata di suolo pubblico con tempo zero.

Ha quindi illustrato sinteticamente la proposta in discussione di deliberazione della Giunta n. 108/2020, che rispetto alla delibera n. 87 sospende fino al 12 dicembre 2020 i Piani di Massima Occupabilità (PMO) ed il Catalogo degli Arredi, consentendo  l’immediata occupazione di suolo pubblico nel rispetto dei criteri minimi concordati con la Polizia Locale di Roma Capitale, la Soprintendenza Capitolina e la Soprintendenza Speciale di Roma Belle Arti, Archeologia e Paesaggio.

Ha confermato la stessa percentuale del 35% consentita anche per le nuove occupazioni, con l’aggiunta  della possibilità di trovare spazio pubblico da occupare anche a 25 metri di distanza.

Ha quindi messo in  evidenza come 1° aspetto il problema d una anticipazione quanto più veloce estesa anche ad altri esercizi di somministrazione.

Ha parlato di equilibrio di tipo politico e giuridico: ha citato il punto 14 delle  linee guida previste nelle proposta di deliberazione n. 108/20020 come giusto contemperamento degli interessi anche dei residenti del centro storico.

Ha quindi fatto sapere del rilascio entro 60 giorni della concessione di occupazione di suolo pubblico: ha considerato che questo lasso di tempo permette di controllare la regolarità della occupazione che è stata comunque anticipata.

Ha fatto presente infine che dell’intera problematica ha già avuto modo di parlare in Commissione Commercio.

Il Presidente Marcello De Vito ha quindi dichiarato aperta la discussione generale, dando la parola al consigliere Antongiulio Pelonzi (PD).

Ha esordito  parlando di crisi sanitaria che ha provocato una crisi economica, determinando la necessità di dettare delle  misure di sostegno a favore delle imprese di pubblico esercizio: in questa cornice il Ministro Franceschini  ha promosso l’art. 181 del D. L. n. 34 del 19 maggio 2020, quando però già dal precedente 9 maggio il PD aveva presentato una sua proposta di delibera.

Ha fatto una tirata d’orecchi alla Giunta Capitolina, perché ci avrebbe messo troppo tempo ad  approvare la deliberazione n. 87, con un ritardo che ha messo in difficoltà non solo i commercianti.

Ha messo in  risalto che le domande presentate fino ad oggi, con le conseguenti occupazioni temporanee immediate di suolo pubblico,  dovranno essere riviste sulla base degli emendamenti che verranno approvati dall’Assemblea Capitolina.

Come ulteriore punto che ha voluto mettere in evidenza, ha parlato del gran lavoro fatto in Commissione, con diverse sedute che hanno distinto il percorso della proposta di deliberazione cosiddetta “Cafarotti” dalle proposte di deliberazione di iniziativa consiliare di più largo respiro che sono state presentate in prospettiva della fase 3 e della fase 4.

Come 4° ed ultimo punto ha fatto presente la temporalità della deliberazione n. 87 che sarà aumentata, secondo il PD fino  ad un anno, ma a partire dal 31 ottobre 2020.

A tal ultimo riguardo ha precisato che se si aumenta questa durata si rischia un disallineamento e l’Assemblea Capitolina si deve prendere in tal caso una responsabilità, per il rischio di ricorsi al TAR in danno degli esercenti, perché dal prossimo 1 novembre ci sarà l’obbligo di acquisire sia i nulla osta della Soprintendenza che le autorizzazioni paesaggistiche.

Sempre allo stesso riguardo il PD fa la previsione di un eventuale rinnovo se perdurasse la crisi economica.

Ha quindi precisato che le percentuali di estensione inizialmente previste dal PD nella misura del 35% per il sito UNESCO e del 50% al di fuori di esso, sono state portate ora rispettivamente al 40% e 60%.

Ha parlato anche del rischio di sovrapposizione di uno stesso spazio.

Riguardo alle categorie merceologiche ha fatto sapere che per il PD devono essere quelle previste nel decreto “rilancio”.

Con riferimento al punto 14 della proposta di delibera “Cafarotti” per il PD i criteri debbono essere solo quelli concordati con la Polizia Locale di Roma Capitale e non anche con  le Soprintendenze.

Ha messo in evidenza il bisogno di licenziare questo provvedimento senza correre rischi di impugnazione al TAR.

Ha concluso il suo intervento affermando che lLe occupazioni di suolo pubblico devono essere un antidoto alla movida selvaggia.

Ha chiesto ed ottenuto di parlare il consigliere Andrea De Priamo (Fratelli d’Italia), che ha parlato di un provvedimento importante da approvare quanto prima, citando quanto è avvenuto ultimamente nel centro storico.

Si interrompe il collegamento ed il Presidente Marcello De Vito ha dato la parola al consigliere Andrea Coia (M5S), che ha criticato chi lo ha accusato parlando di regalie o di uso indiscriminato del centro storico di Roma, perché a suo giudizio è deserto come anche l’EUR.

Ha affermato che se primaria è la salute, primario è anche il lavoro secondo la Costituzione.

Ha parlato di piano di rilancio che richiede un contributo di sopportazione da parte dei cittadini perché consentirà di mantenere posti di lavoro.

Ha detto che “non possiamo accettare posizioni di protettorato ordinario, perché l’emergenza motiva le misure che proponiamo.”

Si è appellato alla Soprintendenza Statale, perché l’esenzione duri anche dopo il 31 ottobre 2020: ignora che una tale possibilità può essere concessa solo dal Parlamento in sede di approvazione del decreto rilancio che modifichi l’art. 181, allungandone la durata.

Ha concluso il suo intervento affermando che i criteri sufficienti secondo lui da rispettare per tutelare il centro storico di Roma sono solo il Codice della Strada e la distanza dai monumenti.

Ha quindi ripreso e completato il suo intervento interrotto il consigliere Andrea De Priamo, per perorare la necessità di approvare un provvedimento di emergenza.

Ha fatto sapere che la proposta di Fratelli d’Italia ritiene fra l’altro troppo eccessivi i criteri minimi, in opposizione a quanto detto precedentemente dal consigliere Pelonzi, con cui non è d’accordo anche sul fatto che la proposta di delibera non tenga conto dei provvedimenti del Governo.

Ha affermato di non essere d’accordo nemmeno sulla durata della occupazione temporanea, perché questa crisi è congiunturale e richiede un tempo maggiore di almeno 12 mesi.

Si è dichiarato in disaccordo anche riguardo alle percentuali proposte, mentre è d’accordo invece sulla estensione delle categorie merceologiche.

Ha concluso il suo intervento citando la conferenza dei Capigruppo che c’è stata poco prima ed ha fatto sapere che Fratelli d’Italia non farà comunque una battaglia di bandiera.

È intervento a seguire sempre sulla discussione generale  il consigliere Francesco Figliomeni (Fratelli d’Italia) per far notare che Fratelli d’Italia ha cercato di portare un suo contributo pensando anche alle periferie.

Si è di nuovo interrotta la comunicazione.

Ha chiesto quindi di parlare il consigliere Orlando Corsetti (PD), per far sapere di avere un a una posizione diversa dal suo partito.

Ha messo in  risalto che nessuno ha fatto il quadro della situazione attuale, che ha registrato molte violazioni dei criteri minimi dettati dalla deliberazione della Giunta Capitolina n. 87.

A tal riguardo ha fatto sapere che secondo i dati di appena 4 giorni prima, sono stati elevati 2 soli verbali da parte della Polizia Locale di Roma Capitale, per mettere in grande risalto che emerge quindi un aspetto drammatico, specie per gli uffici Municipali non in grado di istruire tutte le pratiche.

Ha fatto notare che oggi non si sta discutendo della modifica del Regolamento OSP, ma di una proposta di delibera che è legata in modo dirimente all’art. 181 del D.L. n . 34/2020, per cui “siamo quindi ancorati a ragionare su quel decreto  e  non è nostra prerogativa derogare da esso”, che dà come scadenza il 31 ottobre 2020: oltre questa data una norma del genere sarebbe impugnabile.

Ha messo in  evidenza che anche sulle attività di somministrazione non possono essere inserite le librerie, le gallerie d’arte e quant’altro.

Come possibilità solo dopo il 31.10.200 ci sono proposte di emendamenti che lo preoccupano fortemente.

Ha infine posto l’accento su un altro aspetto: bisogna fare uno sforzo per cercare di consentire l’immediata occupazione di suolo pubblico mantenendo il distanziamento sociale, ma con un controllo dei Vigili.

il consigliere Francesco Figliomeni (Fratelli d’Italia) ha ripreso il suo intervento interrotto per parlare anche di ordini del giorno che presenterà Fratelli d’Italia.

È quindi intervenuta la consigliera Svetlana Celli ( #Roma Torna Roma Giachetti Sindaco) per far sapere che il risentimento del Covid19 è stato sentito non solo nel centro storico, ma anche nelle periferie.

Ha fatto notare che le attività del settore della somministrazione sono concentrate solo nelle due fasce del pranzo e della cena.

Secondo lei, malgrado lo sforzo dell’Assessore Cafarotti, c’è stata una tardiva presentazione della proposta, perché avvenuta dopo circa un mese e mezzo.

Ha fatto presente le perplessità dei cittadini su come verrà applicata questa deroga: un conto è gettare un salvagente di emergenza ma un altro conto è il rispetto delle regole e non certo una durata indeterminata.

Ha detto di sperare che con gli emendamenti presentati si faccia un passo avanti.

Ha messo in evidenza di avere registrato un aumento esagerato delle percentuali che sono state proposte.

Ha affermato che “rischiamo di arrivare con l’ambulanza quando il malato è morto.”

Ha parlato di utilizzi di turnazione e fatto sapere di non essere d’accordo con alcune proposte di altre forze politiche.

Il consigliere Giuliano Pacetti (M5S) è intervento per replicare che non c’è stato alcun ritardo da parte della Giunta Capitolina, anche perché la proposta ha dovuto seguire l’iter procedurale di prassi, con l’acquisizione dei pareri dei Municipi e le controdeduzioni ad essi.

L’Assessore Carlo Cafarotti a sua volta ha precisato che la Giunta è intervenuta 2 giorni dopo il D.L 34 del 19 maggio 2020: ha ringraziato a tal riguardo  il Dipartimento attività Produttive che è stato più che solerte.

Il Presidente Marcello De Vito ha chiuso a questo punto la discussione generale ed ha fatto sapere che sono stati presentati 2 ordini del giorno, 47 emendamenti e 2 subemendamenti.

Il consigliere Giuliano Pacetti (M5S) è intervenuto di nuovo per far notare che c’è una delibera in scadenza (la n. 107/2020 sul rendiconto della gestione di Roma Capitale per l’esercizio 2019), che è bene chiudere prima.

Viene fatta una interruzione: i lavori sono ripresi alle 17,25 votando per il prosieguo dell’esame della proposta 108, con 35 presenti a quel momento.

Dopo una nuova sospensione della seduta, ripresa alle ore 17,50 con la votazione dei 2 ordini dl giorno, prima di passare agli emendamenti il Presidente Marcello De Vito ha fatto un’altra sospensione per acquisire i pareri degli uffici sugli emendamenti.

Quando i lavori sono ripresi alle ore 18,40, il Presidente Marcello De Vito ha proposto l’inversione dell’ordine dei lavori, anteponendo la proposta n. 107/2020.

Il consigliere Andrea De Priamo si è dichiarato contrario all’inversione: ha fatto sapere che il termine per la presentazione degli emendamenti è stato fissato per le ore 12 proprio per dare la precedenza alla proposta n. 108: ha chiesto quindi di rispettare l’ordine dei lavori.

A tal riguardo il Presidente Marcello De Vito ha fatto sapere che erano stati acquisiti tutti i pareri.

Il consigliere Antongiulio Pelonzi ha ritenuto utile una capigruppo di 5 minuti.

In 36 hanno quindi votato sulla la proposta di inversione, che è stata approvata.

La discussione e la votazione sul rendiconto della gestione di Roma Capitale per l’esercizio 2019 si è protratta fin quasi alla mezzanotte.

Il prosieguo della discussione e votazione sui 47 emendamenti e sui 2 subemendamenti è stato fissato per le ore 14,00 del 2 luglio 2020.

Evidentemente l’urgenza di approvare quanto prima delle misure di sostegno a favore delle imprese di pubblico esercizio, sbandierata da tutti i gruppi politici nel corso della discussione generale, non era in  fondo tale.

Dott. Arch. Rodolfo Bosi

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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