Se è la stessa amm.ne a violare le norme è necessario reagire

 

Chi ci segue sa che fin dall’inizio abbiamo seguito la iniziative dell’amministrazione capitolina a sostegno del commercio nel perdurare dell’emergenza COVID19.

Non abbiamo fatto mancare le nostre critiche giudicando l’azione dell’amministrazione tardiva, disorganizzata e con numerosi aspetti di dubbia legittimità.

La delibera finale, approvata dall’Assemblea Capitolina agli inizi di luglio (delibera Assemblea Capitolina n.81/2020), ha confermato tutte le misure anticipate decretando definitivamente il far west in tutta la città nella materia delle Occupazioni di Suolo Pubblico (OSP).

Accogliamo oggi un contributo giuntoci da un’associazione del centro storico che insieme ad altre propone di contrastare la prepotenza di un’amministrazione che decide di favorire in maniera smodata solo un certo commercio, dimenticandosi delle esigenze e diritti di tutti gli altri cittadini. 

 

Nella giornata di ieri è stato approvato definitivamente dal Senato il cosiddetto “Decreto Rilancio”, ossia le misure previste dal governo per aiutare il paese a riprendersi dopo il periodo di isolamento.

È questo il decreto che all’art. 181 ha previsto alcune deroghe per il rilascio delle OSP, consentendo ai Comuni di allargare le maglie delle normative per rendere meno punitivo il distanziamento delle persone a tutela della salute pubblica.

In pratica il decreto ha stabilito la cancellazione di una serie di limitazioni per le OSP per consentire agli esercenti di recuperare all’esterno lo spazio perso per il distanziamento, ma il tutto con il termine del 31 ottobre 2020.

L’approvazione definitiva del decreto con la formulazione originaria dell’art. 181 conferma l’illegittimità della delibera approvata dall’Assemblea Capitolina agli inizi di luglio.

Tale delibera si basa infatti sulle norme previste dal Decreto Rilancio ma in più di un punto l’Assemblea Capitolina ha deciso di andare in deroga senza averne il potere.

Decidendo ad esempio che la normativa di emergenza vada avanti fino all’ottobre 2021 si sono create le premesse per cui fino al 31 ottobre 2020 non succederà nulla, ma dal 1 novembre gli uffici delle soprintendenze ricominceranno a dare i loro pareri sulle OSP ed una miriade di nuove occupazioni si ritroveranno magari cassate, laddove agli esercenti era stato promesso di poter operare con tranquillità fino alla fine dell’anno prossimo.

Oltre a ciò, questa delibera n.81/2020 è a nostro avviso criminogena, non prevedendo alcuna verifica preliminare delle richieste, non consentendo alcun controllo alla Polizia Locale e scaricando sugli uffici commercio dei municipi una mole di lavoro che assolutamente non possono sostenere. 

Per questi e altri motivi insieme ad altre associazioni del centro storico noi abbiamo deciso di ricorrere al giudice amministrativo richiedendo l’annullamento di questa delibera. 

Non che noi non si riconosca la necessità di aiutare il commercio in un periodo tanto critico, con la concreta possibilità che centinaia, forse migliaia, di attività commerciali non ce la facciamo a ripartire e siano costrette a chiudere.

Siamo però convinti che noi sia questo il modo di procedere, ossia lasciare mano completamente libera agli esercizi di somministrazione creando una confusione normativa che non potrà che portare a innumerevoli contenziosi e incertezza nell’applicazione delle norme.

C’è poi il discorso della sparizione di centinaia o migliaia di posti auto regolari per far posto agli arredi esterni.

Non che ci si voglia qui imbarcare in una discussione se siano meglio i tavolini o le macchine, ma come si può pensare di eliminare tanta sosta regolare in tutta la città senza una scadenza e soprattutto senza una verifica di quale possano essere gli impatti per i residenti delle varie zone di Roma?

Si può dall’oggi al domani mettere i cittadini di fronte all’impossibilità di trovare un posto regolare per la propria auto con l’aggravante di avere un servizio di trasporto pubblico sempre più asfittico e costantemente ben al di sotto di quanto programmato?

Come detto, abbiamo quindi deciso di prendere l’iniziativa e chiedere l’annullamento dell’ultima delibera OSP.

Questo messaggio è per offrire ad altri cittadini ed associazioni che come noi trovano sbagliato questo modo di procedere l’opportunità di contribuire all’iniziativa aderendovi direttamente o anche solo supportandola con un contributo economico.

Il ricorso al giudice amministrativo è oneroso e senza mai garanzie di riuscita (benché in questo caso alcune illegittimità appaiano solari), però mai come in questo caso noi lo riteniamo necessario.

Se infatti si lasciasse in piedi la disciplina OSP appena approvata, non solo continuerebbe l’accaparramento senza regole del suolo pubblico, ma non ci sarebbe da stupirsi se il tutto venisse prorogato ulteriormente sine die, trasformando la città in una mangiatoia a cielo aperto senza alcun riguardo per il decoro ed il rispetto dei luoghi e dei diritti di tutti i cittadini.

Come detto, noi riconosciamo la necessità di prevedere una disciplina emergenziale per compensare il distanziamento, ma anzitutto essa deve rispettare i limiti temporali e le categorie merceologiche stabiliti dal governo nazionale, e poi in una realtà complessa come quella romana è indispensabile che ogni nuova OSP o ampliamento di OSP esistente sia preliminarmente verificata dagli uffici preposti, non potendo lasciare tutto alla sensibilità del singolo esercente.

Considerato il periodo estivo, quando tipicamente l’attività dei locali di somministrazione è ridotta (anche a causa dell’attuale assenza dei turisti), c’è tutto il tempo per  disegnare una nuova normativa che rientri nei limiti imposti dal governo e garantisca finalmente certezza dei propri diritti a tutti gli esercenti, oltre che a tutti i cittadini.

Chi come noi trovasse questo modo di procedere del tutto inaccettabile, può contattarci con una certa urgenza all’indirizzo email:  residenticampomarzio@gmail.com

Associazione Residenti Campo Marzio

 (Articolo pubblicato con questo titolo il 17 luglio 2020 sul sito online “diarioromano”)

 

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