Liguria – Una fragilità paesistico- ambientale minacciata

 

Riceviamo e volentieri pubblichiamo.

Per capire che cosa succede in Liguria basta riflettere sugli ultimi mesi di confinamento e di limitazioni al movimento con le regioni contermini: infatti è emersa una regione costruita per seconde e terze case in percentuali altissime anche oltre il 50% (con la nota devastazione del territorio) per residenze occupate poche settimane all’anno: con rete idrica e infrastrutture squilibrate ma anche con una dipendenza economica per la monocultura turistica e la cementificazione indotta.

Dopo il crollo del ponte Morandi e la colpevole assenza di manutenzione delle  gallerie e viadotti  oggi  per controllarli come necessario si è determinato un blocco del movimento in tutto il nodo autostradale con ricadute pesanti anche per il porto

Molti chiedono la famosa Gronda che, a ponte ricostruito, non è certo l’emergenza soprattutto con un progetto di grave impatto ambientale che andrebbe rivisto rispetto ad altre priorità come il nodo ferroviario.

Fanno discutere ancora oggi, a distanza di sei anni, le polemiche per una frase dell’allora presidente di Confindustria Genova Giovanni Calvini: “Quando tra dieci anni il Ponte Morandi crollerà, e tutti dovremo stare in coda nel traffico per delle ore, ci ricorderemo il nome di chi adesso ha detto ‘no’ alla Gronda, aveva detto per ribattere a chi, come il M5S, diceva no all’opera. A noi, replicava Paolo Putti M5S , Autostrade, in quest’aula, ha detto che per altri 100 anni” il ponte “può stare in piedi“.

Il ponte sbandierato come modello Genova per la procedura agevolata rispetto al codice degli appalti  non sarebbe , secondo il Sole 24 ore a norma.

Per ora limite di 70 km in un verso e 80 in altro verso.

Se la situazione  dell’area metropolitana è tragica  il malgoverno regionale  si è esteso in questi anni all’intero territorio e ai parchi, con una opposizione in particolare al parco nazionale di Portofino, e con tagli indiscriminati a tutte le aree parco con una accentuata gerarchizzazione e  controllo regionale su tutte le aree protette (il direttore del parco di Portofino si è dimesso prima del tempo con dichiarazioni molto critiche verso la regione). Inizio modulo

Tuttavia, con sentenza n 134 anno 2020 la Corte Costituzionale, ha  dichiarato illegittime larghe parti della legge regionale ligure 3/2019 con la quale si cambiava la legge regionale 12/95 che disciplina le Aree Protette in Liguria.

In particolare nei punti in cui sopprimeva le aree protette in Provincia di Savona, in quelli in cui si disciplinavano per legge i confini di alcuni parchi liguri, come Alpi Liguri, Aveto, Antola, Beigua.

Alcuni  esempi di malgoverno del territorio nelle aree parco liguri.

La prima riguarda una strada di cemento costruita nel Parco di Portofino

La Corte dei conti trasmetterà alla procura di Genova gli atti relativi all’indagine avviata dal pm  negli scorsi mesi  (che hanno sentito dirigenti del comune di Portofino per capire come nacque l’idea di coprire di cemento un sentiero nel bosco, da chi venne finanziato e per quale motivo).

Il Parco di Portofino dovrebbe essere  sottoposto a rigidi vincoli ambientali e paesaggistici per tutelare il promontorio e proteggerlo dalle speculazioni edilizie. Il cemento, dopo un esposto di Italia Nostra, era stato rimosso, ma alcuni tratti sono rimasti.

Un secondo caso clamoroso riguarda la  demolizione di una casa nella ex area parco ancora sottoposta per la parte naturalistica in presenza di sic  all’ente parco di Portofino una casa tipica ligure anche per i colori e l’affaccio sul mare.

La Regione con una sua legge permissiva favorisce demolizioni e ricostruzioni a volume ampliato.

Il Parco, competente per gli aspetti naturalistici relativi al Sic, autorizza.

Il comune competente per gli aspetti paesaggistici, approva.

Certamente non è all’altezza per esprimere un parere qualificato!.

Non ho ancora capito come abbiano potuto ignorare la situazione di grave franosità dell’area!

Ingegneri burocrati architetti e amministratori complici!

Adesso per diversi km (fino al castello di Sem Benelli) lato mare è rimasta solo una casa rossa, un pò sbiadita, circondata da pesanti interventi immobiliari: dal Tigullio’s rock (un anglicismo al posto del toponimo Liggia) al Condominio degli ulivi, con piloni di tipo autostradale dentro al bosco, al condominio La scogliera; nella collina    un numero di piscine esagerato a fronte di un mare inquinato senza depuratori funzionanti!

Non si capisce  tanta ottusa opposizione al parco!

Penso  per contro agli urbanisti,  geologi,  agronomi,  naturalisti , paesaggisti, ma  anche pittori, acquarellisti ,poeti come Montale e Sbarbaro e Descalzo e altri che hanno saputo vedere ciò che altri non vedono.

 Pineta-Lecceta di Chiavari: verso il degrado  

Da sopralluogo effettuato il 27 giugno all’ingresso del sito di interesse comunitario (Sic) denominato Pineta-Lecceta di Chiavari (codice IT332614) emerge la forte criticità nella quale versa l’intera area.

In seguito alla frana del dicembre dell’anno scorso all’imbocco della galleria “Le Grazie” in direzione Zoagli, i detriti sono stati abbancati in somma urgenza lungo la Via Romana.

I cumuli di massi e terra si estendono per decine di metri, rappresentando un pericolo sul fronte mare e sul sentiero che collega il Santuario delle Grazie con la città di Chiavari in direzione Colonia Fara.

Legittima la preoccupazione che con le piogge autunnali, sempre più violente, l’abbancamento possa scivolare a valle deturpando gravemente l’intera area sottostante. 

Ricordiamo che i Sic sono stati definiti con la direttiva comunitaria “Habitat” n. 43/1992 – recepita nel 1997 dall’Italia – che ha lo scopo di promuovere il mantenimento della biodiversità attraverso la conservazione degli habitat naturali e seminaturali, della flora e fauna selvatiche. 

Quale è il piano per il recupero dell’area?

Quale è il piano per valorizzare il Sic mettendo in rilievo il ruolo straordinario ecologico e paesaggistico che lo caratterizza?

Tunnel Rapallo Fontanabuona

Il progetto iniziale l’unico esistente, prevedeva un’area di colmata davanti al fiume Entella (un esempio da manuale di quello che non si dovrebbe fare davanti alla foce di un fiume) per i detriti  di un doppio tunnel del costo di oltre 500milioni per eliminare boschi e prati e costruire capannoni di rimessaggio per i porti turistici del Tigullio Esiste un parere negativo del politecnico di Milano e anche  un rifiuto della società Autostrade per lo squilibrio costi benefici, anche in presenza  di alti  pedaggi.

Da anni un progetto elettorale, che puntava verso il rinnovo della concessione ad Autostrade e alle opere compensative.

Il progetto è anche quello di realizzare due altri tunnel per arrivare direttamente a Portofino con una alterazione irreversibile della  linea di costa

Porto di Rapallo   

La magistratura ha avviato un’inchiesta sullo smaltimento dei relitti dopo la mareggiata;  finiscono agli arresti domiciliari direttore e amministratore delegato del porto privato e sembra che la concessione non verrà rinnovata.

Rino Vaccaro

 

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