Abruzzo, l’orsa Amarena a spasso a Villalago con i cuccioli. Il Parco: “La gente la sta mettendo in pericolo”

 

Povera Amarena, da quando ha avuto i cuccioli non la lasciano mai in pace“.

Il direttore del Parco Nazionale d’Abruzzo, Luciano Sammarone, manifesta tutta la sua preoccupazione per la sorte dell’orsa F17, che sta allevando quattro piccoli.

Certo, il filmato girato questa mattina alle 4 a Villalago, con F17 che attraversa il paese e uno dei piccoli che, alzandosi in piedi, scatena l’entusiasmo di chi gira il filmato, sembra la perfetta pubblicità per l’orso marsicano.

Ma non è così: invece che aiutare a proteggere la popolazione abruzzese, tanta attenzione rischia di metterla a rischio.

L’orsa a spasso con i cuccioli in paese. “Ma attenti a non assediarla, va protetta”

Il direttore del parco spiega: “L’orsa si aggira nel centro abitato perché lo percepisce più sicuro.

Le madri spesso subiscono gli attacchi ai cuccioli da parte dei maschi adulti e invece lei ha capito che gli animali a due zampe non le fanno nulla.

Ma a lungo andare questa sicurezza potrebbe nuocerle: intanto la sta trasmettendo ai piccoli, e questo non è mai un bene, e poi potrebbe diventare fonte di incidenti.

L’orsa scende in paese non perché in montagna non c’è cibo, ma perché si sente più sicura.

Un tempo, la gente alle 4 dormiva, almeno in montagna – ironizza l’esperto – gli orsi sono diventati animali notturni e crepuscolari proprio perché potevano starsene al riparo dall’uomo.

Ormai neanche più di notte.

Da metà maggio, Amarena non è mai stata da sola, uno stress terribile per un animale, costantemente nell’obiettivo dei fotografi“.

Qualche giorno fa Amarena è stata oggetto di attenzione mediatica perché ha ucciso una pecora – continua Sammarone – quando, cioè, ha fatto il suo mestiere di mamma orsa.

Si avvicina l’autunno e gli orsi devono fare provviste di grasso, la mamma ha nutrito se stessa e i piccoli, insegnando come si fa.

Il pastore è stato subito risarcito e le dico che non se l’è neanche presa, perché qui in Abruzzo la convivenza con gli orsi è di lunga data.

Prima si uccidevano, ora i pastori hanno capito che non ci perdono economicamente“.

Il direttore del Parco riflette anche sul fatto che gli orsi sono un formidabile richiamo turistico: “Questa è un’estate particolare, c’è tanta gente nelle nostre zone, troppa non conosce le regole che si devono osservare.

Ho addirittura chiuso dei sentieri nelle ore notturne, proprio per evitare disturbo agli animali.

Dobbiamo ripensare il modo in cui li osserviamo: come Parco diamo indicazioni e organizziamo visite etologicamente corrette.

Ma non tutti si rivolgono a noi“.

(Articolo di Cristina Nadotti, pubblicato con questo titolo il 28 agosto 2020 sul sito online del quotidiano “la Repubblica”)

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