Aule Natura, Wwf: «Giardini e cortili scolastici sono una risorsa per riprendere le lezioni in sicurezza»

 

Il Wwf ricorda che «a una settimana dall’apertura della scuola continua la discussione su come far riprendere in sicurezza le attività educative agli studenti italiani che si trovano ad affrontare il proprio percorso di studi nel mezzo di una emergenza sanitaria senza precedenti e quando il contagio da Covid-19 è ripreso a ritmi più alti rispetto ai primi mesi dell’estate» e, proprio per garantire spazi educativi qualificati, adeguati e sicuri il Panda italiano chiede di «prendere in considerazione gli spazi esterni degli istituti scolastici italiani che potrebbero essere utilizzati come vere e proprie aule all’aperto, in grado di garantire la sicurezza degli studenti oltre che arricchire l’offerta educativa grazie a lezioni a stretto contatto con la natura».

Secondo una stima elaborata dal Wwf, «negli edifici scolastici esistono più di 64,5 milioni di metri quadrati di spazi esterni che, se adeguatamente attrezzati, potrebbero essere utilizzati per migliorare la sicurezza e la qualità della didattica.

Secondo i dati attualmente disponibili sappiamo che solo nei comuni capoluogo di provincia per ogni alunno sono disponibili circa 8,5 metri quadrati di giardini scolastici con una distribuzione maggiore al Nord (11 metri quadrati per alunno), tendenzialmente in linea con la media nazionale al Centro (8,7 metri quadrati per alunno) e un po’ inferiore al Sud (circa 6 metri quadrati di verde scolastico per alunno).

Con un rapido calcolo sulle superfici medie, garantendo uno spazio di sicurezza di 3,5 metri quadrati per alunno i cortili scolastici permetterebbero di accogliere in sicurezza più del doppio della popolazione studentesca del nostro Paese».

Per attrezzare gli spazi all’aperto degli edifici scolastici, l’associazione ambientalista ha lanciato il progetto Aule Natura, con l’obiettivo di «realizzare in via sperimentale alcune aule all’aperto all’interno di alcuni istituti scolastici individuati attraverso un confronto con il ministero dell’istruzione sia in luoghi particolarmente colpiti dal Covid-19 sia in contesti socio-economico-culturali che hanno bisogno di maggiore attenzione».

Il Wwf spiega che «il progetto prevede la costruzione di “strutture” verdi di supporto alla didattica in grado di garantire la delimitazione di uno spazio e l’opportuno distanziamento tra gli alunni. 

Il progetto prevede poi la realizzazione di differenti micro-habitat (stagno, siepi, giardino) in cui osservare direttamente non solo le diverse forme di piante e animali, ma anche scoprire le relazioni che li legano tra di loro, attirando in particolare insetti e uccelli, offrendo luoghi-rifugio alla piccola fauna, allestendo un orto didattico». Per avviare la sperimentazione il Panda chiede a tutti i cittadini di «sostenere il progetto Aule Natura che ha l’obiettivo di migliorare la sicurezza e la didattica delle scuole italiane».

Gli ambientalisti sottolineano che «l’adozione di lezioni in ambiente aperto, infatti, permette di migliorare la qualità dell’apprendimento superando quello che diversi studiosi hanno definito come disturbo da deficit di natura che comporta disattenzione, svogliatezza, noia, persino ansia e depressione oltre ai tradizionali pericoli legati alla sedentarietà.

I ricercatori sono sempre più convinti che alcune malattie in rapida ascesa tra i giovani come obesità, asma, allergie, depressione, alcune manifestazioni dell’autismo e persino la fantomatica ADHD (Attention Deficit Hyperactivity Disorder, sindrome da deficit di attenzione e iperattività) siano in correlazione con le nuove dinamiche sociali per cui i ragazzi passano la quasi totalità del loro tempo seduti, a scuola, in auto o a casa davanti a uno schermo. In un mondo reso completamente artificiale non siamo più in grado di vivere un’esistenza equilibrata, in movimento negli spazi aperti con tutti i cinque sensi stimolati e al lavoro per farci fare un’esperienza della vita che sia completa.

Con questa deprivazione sensoriale e motoria non possiamo pensare di evolvere né come individui né come collettività».

Il Wwf conclude: «Proprio nell’anno in cui si festeggiano i 150 anni dalla nascita di Maria Montessori sarebbe un bel segnale recuperare la parte del “metodo” che poneva particolare attenzione agli spazi naturali e ai contesti dell’apprendimento elementi fondamentali del progetto educativo.

In questo contesto recuperare la funzione del verde scolastico permetterebbe non solo di riprendere le lezioni con un maggiore livello di sicurezza ma anche un evidente vantaggio pedagogico per la formazione dei cittadini di domani».

(Articolo pubblicato con  questo titolo il 7 settembre 2020 sul sito online “greenreport.it”)

 

 

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