Trentino, è stato catturato l’orso M49

 

È durata meno di due mesi la fuga (la seconda) di M49, l’orso diventato famoso per la sua abilità nel divellere porte di ferro e superare recinzioni elettrificate.

Il Corpo forestale provinciale di Trento ha comunicato infatti la sua avvenuta cattura questa mattina a Socede, nel comune di Castel Tesino, sulle pendici di Cima d’Asta (nella parte alta del Vanoi).
M49 era riuscito a scappare, appunto dopo aver divelto una recinzione che era stata rinforzata proprio dopo la sua prima fuga, dal recinto del Casteller, sopra a Trento, a fine luglio.

Il Corpo forestale era sulle sue tracce, nonostante lo scorso 21 luglio l’animale avesse perso il radiocollare, probabilmente a causa di un dimagrimento.

Dopo la fuga, M49 era tornato in una delle zone che conosce meglio, quella del Lagorai, e anche quando le sue tracce non si potevano seguire con la radiolocalizzazione i forestali ne hanno monitorato i movimenti in base alle sue razzie e alle tracce biologiche.

Negli ultimi giorni l’orso aveva ridotto in modo significativo il suo raggio di azione, muovendosi tra la val Campelle e la val Cia.

Le tre trappole tubo posizionate nell’area hanno bloccato la sua fuga.

M49, nonostante la mitizzazione che ne è stata fatta viste le sue fughe, è caduto per la terza volta nella trappola a tubo, il metodo considerato più efficace, visto che per eseguire invece una cattura con narcotizzazione ci si dovrebbe avvicinare all’orso a 20 metri e M49 si è sempre tenuto lontano dall’uomo.

La difficoltà per la cattura riguardava soprattutto il punto in cui piazzare la grossa trappola, che presenta anche problemi di trasporto in zone impervie di montagna.

Nel pomeriggio M49, sedato e monitorato, è stato portato al Casteller, pesato (182 kg) e chiuso nella “tana”, una struttura coperta dove gli orsi hanno la possibilità di stare al chiuso, soprattutto per il letargo.

Nel recinto sono in corso dei lavori per modificarlo e rinforzarlo.

L’animale era stato castrato per ridurne la vivacità.

Le associazioni ambientaliste criticano la gestione dell’orso M49. Il Wwf definisce infatti la nuova cattura dell’animale “una vera e propria persecuzione” e scrive: “M49 resterà nell’area faunistica del Casteller, dove oggi sono già reclusi altri due orsi, DJ3 e M57, e dalla quale questo esemplare è già fuggito due volte negli scorsi mesi, mostrando da un lato la sua enorme voglia di libertà, e dall’altra la scarsa sicurezza e adeguatezza della struttura“.

Il Wwf sottolinea inoltre che “M49 non può rientrare nelle categorie di “orso pericoloso” o “orso confidente“, non avendo mai mostrato né comportamenti di abituazione né atteggiamenti aggressivi verso le persone. 

Papillon è un esemplare che si è reso protagonista in passato solo di alcuni danni al patrimonio zootecnico, in ogni caso molto inferiori al valore inestimabile che ha un orso per la biodiversità, e che per questi motivi va attentamente monitorato, ma non rinchiuso.

Lo stesso Pacobace (Piano d’azione interregionale per la conservazione dell’orso sulle Alpi) prevede la possibilità di monitoraggio e traslocazione per gli orsi che mostrano comportamenti simili, forme di gestione diverse da quella che ancora oggi sembra l’unica prevista dalla provincia autonoma di Trento”. 

Per questo il WWF si auspica che M49 venga rimesso in libertà, ma questa volta mettendo in atto un attento ed efficace sistema di monitoraggio, tramite radiotelemetria, che consenta ad una squadra appositamente dedicata di seguire tutti i suoi spostamenti, così da prevenire eventuali situazioni di criticità. 

Il monitoraggio e la dissuasione sono sistemi che, se applicati con efficacia, sono in grado di limitare o annullare le possibilità di incursioni di un orso in aree sensibili, come mostrato da numerose esperienze internazionali. 

Il WWF sottolinea inoltre la necessità di investire più risorse nella prevenzione e nella corretta informazione.

La prima e necessaria azione per evitare l’insorgenza di tali comportamenti in un predatore selvatico è infatti la messa in sicurezza delle strutture e e del patrimonio zootecnico, e non la captivazione o, peggio ancora, l’abbattimento degli animali.

Anche la Lav parla di accanimento e osserva: “La prigione del Casteller, da cui M49 era già fuggito due volte, è poco più di un recinto del tutto inadatto a ospitare orsi.

La Provincia di Trento non si accanisca contro M49: è stato catturato nella zona del Lagorai dove avrebbe potuto, tra poche settimane, andare tranquillamente in letargo.

Chiediamo al Ministro dell’Ambiente Sergio Costa di farsi garante della salvezza di M49 e chiediamo al Ministro e al Presidente Fugatti di sedersi ad un tavolo comune per trovare soluzioni diverse da ergastolo e uccisioni.  

L’orso era già fuggito due volte dal recinto del Casteller, dove peraltro era segregato in un angolo della struttura, stretto e angusto per qualsiasi orso – afferma Massimo Vitturi, responsabile LAV animali selvatici – uno spazio inadeguato, dove peraltro da alcuni giorni è stato portato anche l’orso M57 e dove è già presente l’orsa DJ3“.

(Articolo di Cristina Nadotti, pubblicato con questo titolo il 7 settembre 2020 sul sito online del quotidiano “la Repubblica”)

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