Consiglio di Stato sospende sperimentazione su macachi

 

Il Consiglio di Stato “sospende, fino alla discussione collegiale in udienza pubblica – che fissa al 28 gennaio 2021 – la esecutorierà della sentenza appellata e gli atti impugnati in primo grado“.

Il Consiglio di Stato di fatto ordina la sospensione della sperimentazione sui macachi delle Università di Torino e Parma, ribaltando la sentenza del Tar.

Il Consiglio di Stato ribaltando la sentenza del Tar del maggio scorso ha dato ragione nuovamente alla Lav ordinando una seconda sospensione del famigerato esperimento sui macachi dell’Università di Torino, in corso presso l’Università di Parma.

Questa importante pronuncia fa chiarezza oltre il ‘muro di gomma’ che difende un progetto sperimentale in cui emergono sempre di più requisiti mancanti, incongruenze e insufficienti valutazioni di parte“: è il commento della Lav che sottolinea come “il supremo organo della giustizia amministrativa ha richiesto un dovuto ‘approfondimento scientifico analitico e motivato’ da parte di un ente terzo che dovrà confrontarsi con le parti: una grande novità rispetto al passato“.

Una sentenza che pesa come un macigno sul futuro della ricerca italiana, sempre più in balia dell’antiscienza e dell’aggressiva deriva animalista“.

Così Research4Life commenta il pronunciamento del Consiglio di Stato.

E’ una sentenza “che lascia senza parole – aggiunge – attoniti e tristi“.

A nulla, ricorda, “sono valse la recente relazione del ministero della Salute sulla indisponibilità di metodi alternativi e la lettera aperta dei rappresentanti scientifici di molte università italiane.

Non possiamo che ribadire – immaginando di interpretare il pensiero di tutti i ricercatori italiani – che il perpetrato stravolgimento dei giudizi di merito enunciati da organismi autorevoli e competenti in ambito scientifico comporta un ulteriore logoramento dei principi di libertà di ricerca (art. 33 della Costituzione) su cui si fonda l’Università pubblica.

Una condanna – conclude – alla “marginalità sociale” e alla “‘irrilevanza politica’

(ANSA del 9 ottobre 2020, ore 15:49)

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