Rifiuti, la raccolta differenziata cresce ancora: al Sud supera il 50%. Ma solo la metà finisce negli impianti di recupero. Il rapporto Ispra

 

La raccolta differenziata è cresciuta anche nel 2019 (di oltre il 3% rispetto al 2018) arrivando al 61,3% della produzione nazionale, percentuale raddoppiata rispetto ai dati del 2008.

E il Sud supera per la prima volta il 50%, con un aumento della percentuale di 4,5 punti.

Eppure ancora oggi il 21% dei rifiuti urbani è smaltito in discarica.

È una foto in chiaroscuro quella scattata nel rapporto 2020 dell’Ispra, l’istituto di ricerca del Ministero dell’Ambiente basato sui dati del 2019.

I rifiuti di imballaggio rappresentano, per esempio, uno dei principali flussi monitorati dall’Unione Europea, per i quali il ‘Pacchetto economia circolare’ ha definito obiettivi di riciclaggio più ambiziosi al 2025 e al 2030.

Aumenta del 3,1% rispetto al 2018 il recupero complessivo dei rifiuti di imballaggio che rappresenta l’80,8% dell’immesso al consumo: il vetro mostra l’aumento più elevato, seguito da plasticaacciaio e legno.

Ma se tutte le frazioni di imballaggi hanno già raggiunto gli obiettivi di riciclaggio previsti per il 2025, non vale lo stesso per la plastica.

Per il riciclaggio di tale frazione – scrive Ispra – costituita da diverse tipologie di polimeri, sarebbe necessaria l’implementazione di nuove tecnologie di trattamento, tra cui anche il riciclo chimico”.

LA PRODUZIONE DI RIFIUTI REGIONE PER REGIONE – Nel 2019 sono state prodotte circa 30 milioni di tonnellate di rifiuti urbani, dato in lieve calo (dello 0,3%, ossia meno 80mila tonnellate) rispetto al 2018.

Un dato che è somma dell’incremento dello 0,5% al Nord e del calo al Centro (-0,2%) e al Sud (-1,5%).

Le regioni con un pro capite superiore alla media nazionale sono Emilia-Romagna, Toscana, Valle d’Aosta, Liguria, Marche, Umbria, Lazio e Trentino Alto Adige.

Tredici regioni italiane, in particolare quelle meridionali, fanno rilevare un calo della produzione dei rifiuti urbani.

I maggiori decrementi si osservano per il Molise (- 4,5%), la Sicilia (-2,6%) e la Calabria (-2,3%).

LA RACCOLTA DIFFERENZIATA Per quanto riguarda la raccolta differenziata, gli aumenti maggiori si registrano in Molise (+12 punti) e Sicilia (+9 punti), seguite dalla Sardegna (+6,3), dalla Puglia (+5,2) e dall’Abruzzo (+ 3,1). Nel 2019 superano l’obiettivo del 65% di raccolta differenziata (fissato però al 2012 dalla normativa) otto regioni: Veneto (74,7%), Sardegna (73,3%), Trentino Alto Adige (73,1%), Lombardia (72%), Emilia Romagna (70,6%), Marche (70,3%), Friuli Venezia Giulia (67,2%) e Umbria (66,1%). Al di sopra del 60% la Valle d’Aosta (64,5%), il Piemonte (63,2%), l’Abruzzo (62,7%) e la Toscana (60,2%). Inferiore al 50% risulta la raccolta in Basilicata (49,4%) e Calabria (47,9%).

La Sicilia rimane al di sotto del 40%, pur facendo registrare un aumento di 9 punti rispetto al 2018 (dal 29,5 al 38,5%).

Tra le città metropolitane, la percentuale più elevata di raccolta si rileva a Cagliari con il 71,4% (+13,6 punti rispetto al 2018); Venezia si attesta al 70,9% e al di sopra del 60% si collocano MilanoBologna, e Firenze (rispettivamente 67,4%, 65,5% e 64,8%).

La Città metropolitana di Roma Capitale raggiunge il 51,2%.

Il valore più basso, 29%, si registra per Palermo che, in ogni caso, fa rilevare, nell’ultimo anno, un incremento di 9,1 punti (19,9% nel 2018). 

L’organico si conferma la frazione più raccolta in Italia.

Rappresenta il 39,5% del totale, carta e cartone il 19,1%, il vetro è al 12,3% e la plastica rappresenta l’8,3% della raccolta che fa registrare una crescita del 12,2%, con un quantitativo complessivo pari a oltre 1,5 milioni di tonnellate. Il 94% dei rifiuti plastici raccolti in modo differenziato è costituito da imballaggi.

LA GESTIONE: SOLO METÀ DELLA DIFFERENZIATA VA AL RECUPERO Nel 2019, è stato inviato a impianti di recupero solo il 50% dei rifiuti prodotti e raccolti in maniera differenziata.

Il riciclaggio totale, comprensivo delle frazioni in uscita dagli impianti di trattamento meccanico e meccanico biologico, si attesta al 53,3%.

Riguarda organico, carta e cartone, vetro, metallo, plastica e legno.

Va rilevato – scrive l’Ispra – che l’aumento della raccolta differenziata ha determinato negli anni una crescente richiesta di nuovi impianti di trattamento, soprattutto per la frazione organica, ma non tutte le regioni dispongono di strutture sufficienti a trattare i quantitativi prodotti”.

Al 2019 risultano operativi 658 impianti di gestione dei rifiuti urbani (355 al Nord, 121 al Centro e 182 al Sud), 345 dedicati al trattamento della frazione organica della raccolta differenziata, 130 a quello meccanico o meccanico biologico dei rifiuti, 131 sono impianti di discarica a cui si aggiungono 37 inceneritori e 15 impianti industriali che effettuano il coincenerimento dei rifiuti urbani. Il 21% dei rifiuti urbani è smaltito in discarica, pari a quasi 6,3 milioni di tonnellate, con una riduzione del 3,3% rispetto al 2018.

Solo nel Centro Italia si è registrato un incremento (+19,4%) – sottolinea il rapporto – mentre si rilevano riduzioni consistenti nel ricorso alla discarica al Sud (-15,2%) dovute anche ai miglioramenti in termini di raccolta differenziata”.

Il Nord non fa registrare variazioni significative (-0,9%).

Anche se resta una percentuale significativa, nell’ultimo decennio il ricorso alla discarica si è ridotto del 58,2%.

Il 18% dei rifiuti urbani prodotti è incenerito (oltre 5,5 milioni di tonnellate) e il dato è in aumento dell’1,4% rispetto al 2018.

Su 37 impianti operativi, il 70,3% si trova al Nord, in particolare in Lombardia e in Emilia Romagna.

(Articolo di Luisiana Gaita, pubblicato con  questo titolo il 21 dicembre 2020 sul sito online “Ambiente & Veleni” del quotidiano “Il Fatto Quotidiano”)

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Vas