“Ora il Covid è in equilibrio, ma si muore come nell’800”

Avremo 50 mila decessi all’anno come quando le malattie infettive erano la prima causa di morte

DI ALESSANDRO MANTOVANI, IL FATTO QUOTIDIANO, 7 MAGGIO 2022

Erano mesi che non si parlava di immunità di gregge e ieri Andrea Crisanti ha detto che “siamo molto vicini all’immunità di gregge”.
Ma come, professore, non ci avevate detto che l’immunità di gregge si ha quando tra vaccini e immunità post-infezione nessuno si contagia più? Qui invece i vaccinati si infettano più dei non vaccinati e abbiamo in media 130 morti al giorno…
No. L’immunità di gregge si raggiunge quando mortalità e contagi oscillano, ma nel tempo rimangono sostanzialmente stabili. Questo significa che il tasso di riproduzione del virus Rt è uguale a 1 o intorno a 1. In realtà si sarebbe raggiunta anche prima dei vaccini ma con un costo ancora più alto in termini di decessi. L’immunità di gregge non significa che il virus non circola più, questa è pura fantasia. È successo anche con il morbillo, la rosolia e altre malattie: il numero delle persone che si ammalavano rimaneva costante. Con il vaccino se funziona puoi arrivare a Rt meno di 1, con la diffusione naturale no, al massimo si arriva a 1.
Ma questi vaccini non proteggono dall’infezione.
Sì, e questo paradossalmente è un bene: sarebbe molto peggio un vaccino che protegge dall’infezione ma dura solo sei mesi.
Le terapie intensive scendono lentamente, i morti ancora meno.
Ormai sappiamo che i morti per lo più non passano per le terapie intensive, lo dico da tempo. Non si portano in rianimazione persone di 85 anni con più patologie, perché le probabilità che se ne giovino sono basse. Più passa il tempo, più questa forchetta aumenta.
Lei propone da mesi di cambiare strategia per proteggere i più fragili, tamponi regolari gratuiti a chi assiste e smart working per quelli che lavorano. Non le hanno dato retta.
Non hanno fatto nulla e questo ci porta a 50/60 mila morti l’anno per una malattia infettiva, cioè a livelli dell’inizio del XIX secolo quando le malattie infettive erano la prima causa di morte. Se il Covid ne fa 50/60 mila diventa la prima causa di morte in Italia.
Non diminuiranno neanche d’estate?
Di poco, credo. Forse di un quinto, se devo azzardare una previsione. Il virus circolando sta creando protezione, molto più del vaccino. Se noi oggi bloccassimo la trasmissione, a settembre sarebbe un disastro.
Come a Shanghai dopo il lockdown?
Esattamente.
Crescono un po’ le reinfezioni ma l’immunità naturale, secondo vari studi, dura più di quella vaccinale.
Questo è ovvio, è sempre stato così.
Sarà pure ovvio, ma per le categorie soggette al- l’obbligo come gli operatori sanitari, peraltro assai latamente intesi fino ai tecnici di laboratorio, c’è la sospensione dal lavoro anche per chi non fa la terza dose a 120 giorni dall’infezione. E per i guariti non vaccinati a 90.
E questo è sbagliato. Non c’è nessun impatto dei vaccini a livello di trasmissione e comunque non vale la pena di bloccare la trasmissione. Non servono gli obblighi, come non serviva il green pass. Bisogna solo proteggere i più fragili.

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