Articolo pubblicato con questo titolo il 26 ottobre 2014 sul sito ansa.it Ambiente & Energia. Sono 1.146 gli ettari di terreno della cosiddetta Terra dei Fuochi, tra le province di Napoli e Caserta, che risultano in varia misura contaminati, pari al 2% della superficie agricola totale dell’area nella quale non è stata rilevata alcuna presenza di radioattività. Sono i risultati del Gruppo di Lavoro “Terra dei Fuochi”, aggiornati al 17 ottobre scorso, secondo il report redatto dal gruppo stesso. Il Gruppo di lavoro, di cui fanno parte Istituto superiore di Sanità, l’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale), l’ARPAC (Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale della Campania), la Regione Campania, il CRA (Consiglio per la ricerca e la sperimentazione in agricoltura), l’AGEA (Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura), l’osservatorio IZS di Teramo e l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Mezzogiorno, ha messo a punto un modello scientifico di riferimento per individuare i criteri per la valutazione dei terreni agricoli, così da assicurare la salubrità e la qualità delle produzioni agroalimentari. Il territorio esaminato è stato classificato in cinque livelli di rischio contaminazione; per quelli più esposti (livelli 3, 4 e 5, dove 5 è il rischio più elevato) il Gruppo di Lavoro ha proposto l’adozione di misure di salvaguardia, nel rispetto del principio di precauzione, come il divieto di immissione sul mercato dei prodotti coltivati nelle aree, nell’attesa di ulteriori indagini. Ad alto rischio 7 siti agricoli (due ad Acerra, uno a Caivano, due a Giugliano, uno a Succivo, uno a Villa Literno); 40 quelli al livello 4 (uno a Nola, tre a Castel Volturno, 26 a Villa Literno, due a Giugliano, sette ad Acerra, uno a Caivano); quattro i siti agricoli classificfati con il livello 3 (Giugliano, Castel Volturno, Villa Literno); 1.335 di livello 2a e 2b; al […]