Cari Amici e Amiche, cari Soci e Socie e … cari Compagni e Compagne, anche questo anno se ne è ormai andato. L’associazione è riuscita ad andare avanti ma con molta fatica. Sono state molte le difficoltà affrontate, con in testa a tutte il debito e le esposizioni diventate ormai sempre più insopportabili: ad esse si è aggiunto il venir meno anche della pubblicità per la rivista “Verde Ambiente”, di cui si è resa conseguentemente necessaria la sospensione delle pubblicazioni. È stato per di più un anno nel corso del quale più di una volta abbiamo provato un grande dolore ed un profondo dispiacere per la malattia e soprattutto per la morte di soci/amici, ultimo dei quali il nostro amato Antonio D’Acunto. L’anno che sta per iniziare non si presenta certamente sotto i migliori auspici. Bisogna decidere cosa si rende necessario ed urgente fare subito, per superare le difficoltà e comunque per evitare che cresca ulteriormente il debito, visto e considerato che alle nostre richieste non è stato dato finora alcun seguito né dalle istituzioni né dai privati. Per decidere sul da farsi si conferma l’intenzione di convocare il Consiglio Nazionale per sabato 24 Gennaio 2015. Si spera che in questo frattempo vogliate far pervenire suggerimenti, consigli e proposte. Rinnoviamo i nostri più fraterni auguri di buon anno e di buone feste. Il Presidente e l’Esecutivo
Archivi Annuali: 2014
(ANSA, ore 11:00 del 22 dicembre 2014) – Le emissioni di polveri sottili (PM10) dei trasporti su strada calano del 50% in 12 anni e scendono del 63% anche quelle del settore industriale, anche se le concentrazioni rimangono ancora troppo alte. Questa la situazione in 73 città italiane (capoluoghi di provincia con popolazione superiore ai 50.000 abitanti e tutti i capoluoghi di regione) presa in considerazione dal decimo rapporto dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA) sulla qualità dell’ambiente urbano. Secondo il report si preferisce la provincia alla città, ma ci si sposta sempre di meno. Si dichiara di voler usare il trasporto pubblico ma l’offerta cala nella maggioranza delle aree urbane, e l’auto privata detiene ancora il primato. Va bene invece il sistema di metropolitane. In Italia – spiega l’Ispra – nascono nel 2013 circa 600 imprese in più rispetto al 2012, ma quelle che chiudono rappresentano il numero più alto degli ultimi cinque anni. Nelle aree urbane prese in considerazione, dal 2000 al 2012, le emissioni di PM10 risultano quasi sempre in diminuzione, con un calo complessivo del 37%. Alle riduzioni del settore trasporti e industriale, bisogna aggiungere l’aumento del 47% dovuto al riscaldamento. Viene segnalata una situazione “sempre più drammatica” per il consumo di suolo: tra le città le percentuali più alte sono a Napoli e Milano, con valori superiori al 60%, e a Torino e Pescara con oltre il 50%. L’area totale a rischio sismico, in 45 città attraversate da ‘faglie capaci’ (cioè quelle fratture della crosta terrestre potenzialmente in grado di riattivarsi o che si muovono lentamente con continuità), è pari a circa 244 kmq, pari al 2,5% del territorio. La pericolosità è “assai rilevante a Reggio Calabria, Messina, Catanzaro e Cosenza” ma anche a “L’Aquila, Benevento, Trieste, e Perugia“.
(ANSA, ore 9:49 del 21 dicembre 2014) – Per molti il buco nell’ozono significa rischio di scottature e di cancro alla pelle, ma le radiazioni dei raggi ultravioletti non sono il solo problema. Secondo una nuova ricerca a guida australiana, il buco nell’ozono sopra il Polo Sud, effetto delle emissioni di sostanze chimiche tossiche causate dall’uomo, rimane grande quanto prima e sta “riscrivendo” gli andamenti meteo e l’intero ecosistema attraverso Australia, Antartide e Sud America. Lo strato di ozono, una forma di ossigeno che si trova nella stratosfera, assorbe i raggi ultravioletti ad alta energia e impedisce così a tali raggi di raggiungere l’atmosfera, dove può danneggiare il Dna di piante e animali. Il buco è stato scoperto nel 1985 e la causa è stata individuata nelle sostanze chimiche dette clorofluorocarburi (Cfc) e halon, usati come propellenti negli aerosol e in refrigerazione. Le sostanze furono messe al bando ma sono rimaste nella stratosfera, permettendo alle letali radiazioni di raggiungere la Terra e sono un principale fattore nei tassi crescenti di cancro alla pelle in Australia. Scienziati guidati da Sharon Robinson della Scuola di Scienze Biologiche dell’Università di Wollongong, con la collaborazione di colleghi dell’Oak Ridge National Laboratory in Tennessee, hanno documentato che la radiazione sta avendo un effetto molto più ampio. Sharon Robinson “Gli impatti sull’ecosistema osservati finora includono cambiamenti nei tassi di crescita degli alberi in Sud America e in Nuova Zelanda, una crescita ridotta di muschio antartico e mutamenti di biodiversità nei laghi antartici“, scrive la studiosa sulla rivista Global Change Biology. Poiché non assorbe più la luce ultravioletta, la stratosfera si è raffreddata, il che riduce la pressione atmosferica sopra il Polo Sud e sospinge verso sud la corrente a getto meridionale, insieme con i sistemi meteo a essa associati, prosegue Robinson. Questo ha aiutato a […]
Dicembre è il momento in cui le varie istituzioni fanno un bilancio dei mesi trascorsi: a Milano è toccato al Questore Luigi Savina di comunicare ai cronisti milanesi e lombardi il report sulla sicurezza e sui reati nella consueta conferenza stampa di fine anno. Luigi Savina Il fulcro dei dati presentati ci pare orientato solo verso i reati alla persona e una forte preoccupazione rivolta alle recenti manifestazioni (casa, lavoro ecc.). Poca invece l’attenzione sulla situazione dell’infiltrazioni delle mafie e della crescente corruzione, a cui è stato dedicato solo ad un veloce passaggio. Crediamo che questo sia dovuto solo alle inchieste su Expo. Come Vas Onlus, a partire dal 2012, avevamo posto invece l’attenzione sui grandi appalti e sui cantieri che si stavano per aprire per il grande evento del 2015. Tanto che in concomitanza con l’apertura dell’anno giudiziario 2013 avevamo aperto un focus sulla legalità, invitando giornalisti e magistrati, per ricordare che la Lombardia è la Regione col 10% delle inchieste per traffico illecito di rifiuti. Eppure, nessuno sembrava saperlo. E in pochi se ne preoccupavano. Nemmeno una parola anche all’inaugurazione dell’anno giudiziario. Eppure, succede anche in Lombardia. Le indagini hanno coinvolto anche grossi progetti immobiliari, come Santa Giulia, Buccinasco Più. La Lombardia è la terza Regione d’Italia dove la corruzione inquina di più. Oltre 80 sono le inchieste per corruzione e reati legati ad attività dal forte impatto ambientale solo tra gennaio 2010 e settembre 2012. Nel febbraio scorso Vas Onlus, con il suo Presidente Nazionale Pollice, ha incontrato il Questore Savina per proporre una forte collaborazione dell’associazione ambientalista lombarda con l’intento di aprire, presso gli uffici di Via Fatebenefratelli a Milano, uno sportello telefonico sulla legalità da offrire ai cittadini per segnalazioni su reati ambientali, corrutivi o di infiltrazione delle mafie gestito da agenti con competenze sui […]
Oggi 30 dicembre ricorre l’anniversario della morte di Rita Levi Montalcini. Ho avuto l’onore non solo di conoscere Rita ma di essere nel novero di coloro che Lei considerava amici, amicizia estesa anche a mia moglie Gabriella. Abbiamo conosciuto la grande scienziata negli anni 90. Ci ha dato una mano e molti suggerimenti per il nostro lavoro in difesa dell’ambiente. Non ha esitato un momento ad accettare la carica di presidente onorario di Green Cross Italia, l’associazione fondata e presieduta da Gorbaciov,cosi come con tanto entusiasmo su proposta di Gorbaciov stesso ha accettato di far parte della Presidenza mondiale. Io ed Elio Pacilio (attuale presidente italiano) l’abbiamo coinvolta e Lei ha sempre aderito alle iniziative italiane ed internazionali ed ha partecipato a quelle di Lione, di Bruxelles, di Ginevra e di Zurigo. Mi piace ricordarla cosi, semplice curiosa e attenta: non gli sfuggiva niente e anche negli ultimi anni si ricordava di tutto e di tutti. Grazie Rita per il tuo affetto e per ciò che hai fatto per l’intero mondo. DICHIARAZIONE DI GUIDO POLLICE presidente onorario e fondatore di Green Cross Italia e di VAS (associazione verdi Ambiente e Società)
Articolo di Tomaso Montanari pubblicato il 28 dicembre 2014 su “La Repubblica”. Tomaso Montanari SIAMO davvero un Paese singolare: da tre giorni infuria la polemica sugli scavi di Pompei chiusi a Natale e a Capodanno (e il 1° maggio: come tutti gli altri musei e siti monumentali statali). E allora? Il Louvre chiude il 1° gennaio, il 1° maggio, l’11 novembre (armistizio della Grande Guerra) e il giorno di Natale. IL British Museum chiude il 24, 25, 26 dicembre e il Venerdì Santo. Il Metropolitan di New York è chiuso a Natale e a Capodanno, oltre che nel giorno del Ringraziamento e il primo lunedì di maggio. Si potrebbe continuare a lungo: notando anche che moltissimi grandi musei del mondo chiudono anche un giorno ogni settimana (il Louvre di martedì), mentre Pompei è aperta sempre, 362 giorni all’anno. Insomma, dall’elenco dei mille veri scandali del povero patrimonio culturale italiano possiamo depennare almeno questa polemichetta natalizia, tristanzuola e provinciale. La netta sensazione è che anche in questo caso abbia colpito la proverbiale pigrizia della macchina italiana dell’informazione: lo “scandalo Pompei” è ormai diventato come le “bombe d’acqua”, il “bollino rosso” sui giorni del rientro e altri topoi di larghissimo consumo. Luoghi comuni che ci sollevano dall’ingrato compito di pensare. E invece si parla pochissimo del fatto che a Pompei sono appena state riaperte dodici domus , e che finalmente funziona la governance formata dal generale Giovanni Nistri, a capo del Grande Progetto, e da Massimo Osanna, a capo della Soprintendenza Speciale. Giovanni Nistri Massimo Osanna Naturalmente Pompei non è il migliore dei mondi possibili: basta notare che per trovare gli orari dei musei stranieri che ho citato in apertura ho impiegato 4 minuti in tutto, mentre il sito web di Pompei dice che gli scavi sono aperti «tutti i […]
Una signora tedesca mi ha chiesto documentazione e immagini sulla raccolta differenziata dei rifiuti, perché servivano a sua figlia che fa la scuola elementare. Ho redatto appositamente un vademecum, che le ho trasmesso con l’invito a selezionarvi quanto ritenesse utile per sua figlia: l’ho poi aggiornato e ritengo utile portarlo a conoscenza anche di chi visita il sito nazionale di VAS. Concetto e classificazione dei rifiuti Concetto di rifiuti I rifiuti sono costituiti dai materiali di scarto o di avanzo di svariate attività umane. Classificazione dei rifiuti In base alla legge che vige in Italia i rifiuti vengono classificati in base all’origine: in rifiuti urbani e rifiuti speciali e, in base alle loro caratteristiche di pericolosità, in rifiuti pericolosi e rifiuti non pericolosi Rifiuti solidi urbani (RSU) In base alla legge italiana (D.Lgs. 152/06, art. 184, c. 2) sono costituiti da: rifiuti domestici anche ingombranti, provenienti da locali e luoghi adibiti ad uso di civile abitazione; rifiuti non pericolosi provenienti da locali e luoghi adibiti ad usi diversi da quelli sopra detti, che sono assimilati ai rifiuti urbani per qualità e quantità; rifiuti provenienti dalla pulitura delle strade; rifiuti di qualunque natura o provenienza, giacenti sulle strade ed aree pubbliche o sulle strade ed aree private comunque soggette ad uso pubblico o sulle spiagge dei mari e dei laghi e sulle rive dei corsi d’acqua; rifiuti vegetali provenienti da giardini, parchi e cimiteri; rifiuti provenienti dalle attività cimiteriali, come esumazioni ecc. Rifiuti speciali In base alla legge che vige in Italia (D.Lgs. 152/06, art. 184, c. 3) sono i seguenti. Rifiuti da attività agricole e agro-industriali; Rifiuti derivanti dalle attività di demolizione, costruzione, nonché i rifiuti che derivano dalle attività di scavo; Rifiuti da lavorazioni industriali; Rifiuti da lavorazioni artigianali; Rifiuti da attività commerciali; Rifiuti da attività di servizio; Rifiuti […]
Articolo di Simona Fabiani, responsabile ambiente e territorio della CGIL nazionale, pubblicato il 15 dicembre 2014 sul sito htpp://greenreport.it. Si è conclusa la 20° COP a Lima ed è l’ennesima occasione mancata. Nessun risultato tangibile in termini di riduzione emissioni e adattamento, di fondo verde per il clima e finanza per i danni e le perdite, né per il trasferimento di tecnologie. L’ultimo giorno della conferenza, il popolo presente ha denunciato con un’azione collettiva l’inadeguatezza dei governi nell’individuare risposte, azioni e finanziamenti concreti e immediati per garantire la giustizia climatica. Tutti sdraiati a terra per rappresentare i morti causati dai cambiamenti climatici. Dalla Tanzania, dalle Filippine, dal Perù e dalla Repubblica Domenicana, le storie delle vittime: vittime dei tifoni, della siccità e delle carestie, vittime della repressione, protestano in difesa della vita e dell’ambiente. Bilancio invece estremamente positivo della Cumbre de los pueblos, l’altra faccia dei negoziati sul clima, che si è conclusa giovedì scorso. Nel pomeriggio dell’ultimo giorno un’affollata assemblea di convergenza ha valutato l’esito dei negoziati di Lima e iniziato la discussione sul processo di mobilitazione per tutto l’anno, in tutti i paesi del mondo, per traguardare Parigi a dicembre 2015. L’obiettivo è quello di rafforzare il movimento globale per la giustizia climatica e lavorare a una proposta collettiva di lotta e di richieste a livello nazionale e globale. Lo slogan centrale è: cambiamo il sistema, non il clima. Da qui si parte, in una visione trasformativa per la giustizia sociale e ambientale, contro la privatizzazione della vita e per la difesa dei beni comuni. Il movimento è formato dal movimento sindacale, movimenti sociali, donne, campesinos, indigeni, associazioni ambientaliste. La compresenza di sensibilità diverse e globali ha generato un’analisi complessiva e avanzata che, lasciando in secondo piano le differenze, ha fatto sintesi delle varie esperienze e rafforzato […]
L’articolo di Antonio Emanuele Piedimonte che è stato pubblicato il 29 dicembre 2014 sul “Corriere della Sera” rende omaggio nel modo migliore al “nostro” Antonio D’Acunto. Antonio Emanuele Piedimonte È finita con “Bella ciao” cantata da decine di persone sul sagrato del Duomo di Napoli in un freddo pomeriggio di dicembre. L’ultimo saluto ad Antonio D’Acunto, uno dei padri dell’ambientalismo in Campania, in un certo senso ha riunito le sue due anime: l’uomo di fede e il vecchio compagno che aveva messo da parte la falce e martello quando aveva scoperto che il partito aveva un’idea diversa dalla sua sull’ecologia e in particolare sul nucleare. Fu proprio la questione dell’energia atomica, infatti, la goccia che fece traboccare il vaso e spinse il brillante ingegnere dell’Enel che si era fatto apprezzare tra i quadri del Pci verso un’altra, diversa militanza: in breve fu tra i fondatori e primo presidente della Lega per l’ambiente (che in seguito, e con altri protagonisti, sarebbe diventata la Legambiente). In seguito, poi, guiderà con la consueta energia vulcanica un’altra associazione, i Verdi ambiente e società (Vas). Domenica 28 dicembre nella Cattedrale erano davvero in tanti adire addio all’amico e al compagno di mille battaglie, che se ne è andato in punta di piedi, in una corsia dell’ospedale San Gennaro, rapito da un male che si può tranquillamente considerare la materializzazione di un insopportabile dolore, quello per la perdita dell’adorata moglie Ileana. Folla commossa nella cattedrale Una folla commossa che dopo la cerimonia funebre non riusciva a staccarsi dall’ingresso della chiesa, dal feretro, per condividere ricordi ed emozioni, per raccontare episodi grandi e piccoli, dalle leggi che D’Acunto, in veste di consigliere regionale, promosse e riuscì a far approvare, sino alle incredibili campagne anti-abusivismo edilizio. Iniziativa, quest’ultima, che prese forma nella creazione di inedite pattuglie (delle […]