Archivi Annuali: 2015
Dopo due anni di lotta sembrava tutto perduto. I lavori per chiudere le Logge dei Tiratori di Gubbio, con enormi pannelli di vetro e acciaio secondo i progetti presentati dal proprietario, con il nuovo anno sembravano ormai prossimi all’inizio. Ma una lettera dal Quirinale, alla vigilia di Natale, ora sembra aver rimesso tutto in dubbio. Tutto in moto. Procediamo con ordine. È l’ottobre 2013 quando a Gubbio si costituisce un Comitato cittadino a cui aderiscono fin da subito le associazioni Italia Nostra e Terra Mater. L’obiettivo è quello di ribellarsi alla riduzione a ennesimo centro servizi — di fatto una sala congressi, il salotto buono della Fondazione — di uno storico monumento che avrebbe dovuto restare pubblico: le Logge dei Tiratori della Lana, rarissimo opificio preindustriale, sistema basamentale dello straordinario paesaggio urbano della città. Le Logge sono state costruite sotto la spinta dell’Arte della Lana nel 1603 sopra il lungo edificio dello Spedal Grande, eretto nel 1323, pensate come spazio aperto per “tirare” i panni e farli asciugare dopo averli tinti. Oggi il monumento, biglietto da visita della città, è di proprietà della Fondazione Cassa di Risparmio, alla cui presidenza siede il cavaliere Carlo Colaiacovo, proprietario del più grande cementificio cittadino, la Colacem. La procedura che intende snaturale e che — ove mai andasse in porto — passerà alla storia come “vetrificazione delle Logge”, segue un iter veramente curioso. È la commissaria straordinaria Maria Luisa D’Alessando, moglie di Gianlorenzo Fiore, membro della Fondazione Cassa di Risparmio, a dare il primo placet del Comune a un’operazione che la stampa definisce «dal sapore bancario», che serve a quintuplicare il valore dell’immobile. La proposta di trasformazione riguarda una porzione significativa dell’intero complesso edilizio, in particolare del loggiato superiore. L’intervento deturpante e impattante che si preannuncia è la sua chiusura con enormi pannelli di vetro. Anche al primo piano è prevista la ridistribuzione di tutte le superfici, con cambi di destinazione d’uso. […]
Le meravigliose logge dei tiratori di Gubbio hanno avuto la sfortuna di entrare nel patrimonio della Fondazione della Cassa di Risparmio di Perugia a capo della quale c’era Carlo Colaiacovo, una delle famiglie più ricche e influenti di Gubbio. È da allora che iniziano i suoi guai perché entra nel grande meccanismo che deve aumentare il valore delle proprietà, costi quel che costi. Il caso di banca Etruria e banca Marche ha reso evidente che molti istituti di credito hanno finanziato oltre la decenza ogni valorizzazione immobiliare e ogni avventura edificatoria di spregiudicati speculatori. Per ripianare la voragine di bilancio Banca Etruria sceglie di alimentare il mercato delle obbligazioni speculative e l’esito sono le decine di migliaia di risparmiatori a cui hanno sottratto i risparmi. La Fondazione della cassa perugina sceglie un’altra strada: quella di valorizzare gli immobili di proprietà che – prassi come noto molto diffusa — vengono spesso iscritti a bilancio per un valore notevolmente superiore a quello reale. Il pareggio di bilancio è nel breve periodo assicurato ma occorre concludere i processi di valorizzazione e il caso delle logge di Gubbio dimostrano che non ci si ferma nemmeno di fronte alla storia e all’identità di una città. Esse sono infatti una caratteristica peculiare della storia di Gubbio, una parte dell’identità storica del popolo eugubino: ciononostante si vuole chiuderle con una gigantesca vetrata aumentando la superficie (e il valore economico) dell’immobile e la sua destinazione d’uso. Inizia così la pressione verso il comune per ottenere il permesso di chiudere con “moderne” vetrate il grande loggiato per ottenere un parere positivo. L’ostacolo sembrava insuperabile poiché l’attuale sindaco Filippo Maria Stirati era stato eletto due anni fa perché si era chiaramente espresso contro la chiusura della loggia. Evidentemente la proprietà possiede efficaci mezzi di convincimento se quello stesso sindaco è oggi a favore del progetto. La potente proprietà ha sbagliato solo un calcolo: non ha pensato […]
Sulmona, i cittadini occupano l’ufficio del sindaco (28 dicembre 2015) Il Consiglio dei Ministri sta per approvare definitivamente il progetto di gasdotto Snam s.p.a. “Rete Adriatica”, lungo l’Appennino, nelle zone a maggior rischio sismico d’Italia, ricche di valori naturalistici e paesaggistici. Potrebbe danneggiare gravemente turismo e prodotti tipici locali (il tartufo umbro-marchigiano, per esempio). In più non serve, visto che interessa zone già servite da metanodotti e il consumo in Italia diminuisce da anni. Lo stiamo avversando in tutte le sedi da lunghi anni, insieme a tanti cittadini abruzzesi, umbri e marchigiani, perché è un folle progetto di pura speculazione energetica, finalizzato a sostenere l’obiettivo di far diventare l’Italia un hub del gas per l’Europa. I cittadini di Sulmona, dove dovrebbe esser realizzata la fondamentale centrale di compressione del gas, sono insorti e noi siamo con loro, ma anche tu puoi far sentire la tua voce: scrivi al Governo e fai sapere che cosa ne pensi! Gruppo d’Intervento Giuridico onlus https://www.youtube.com/watch?v=78ufTpkPVZ0 da Il Corriere Peligno, 28 dicembre 2015 Vicenda Snam: occupato l’Ufficio del sindaco di Sulmona. 26 dicembre 2015 Centrale Snam: la democrazia sotto i piedi. simulazione posa gasdotto (Studio Newton, Fano) da Rete 5 TV, 28 dicembre 2015 Scatta l’occupazione in Comune contro il via libera alla centrale Snam. da Il Centro Abruzzo News, 28 dicembre 2015 Scontro tra comitati e Sindaco, domani tutti in Regione. I cittadini chiedono un atto di forza di Ranalli contro D’Alfonso. Il primo cittadino ribadisce la sua contrarietà alla Snam ma si oppone al presidio. (Barbara Delle Monache) Un colloquio animato quello avvenuto stamattina tra il comitato per l’Ambiente e il sindaco Ranalli a pochi minuti dalla decisione del cittadini di occupare il Comune. I comitati hanno lamentato l’immobilismo dell’amministrazione che dovrebbe dare battaglia contro la Snam e “fare sentire l’opposizione […]
Il summit sullo smog tra il ministro dell’Ambiente Galletti, i presidenti di regione e i sindaci – presidiato dagli ambientalisti fuori dal ministero – ha approvato un protocollo e raggiunto alcuni risultati: il ministero propone di ridurre di 2 gradi il riscaldamento negli edifici pubblici e privati; di abbassare i limiti di velocità a 30 Km/h nelle aree urbane; incentivi per i bus gratuiti; limitazione dell’utilizzo delle biomasse per il riscaldamento dove sono presenti alternative; un fondo di 12 milioni di euro per il trasporto pubblico locale e la mobilità condivisa. La strategia di lungo periodo approvata prevede un Piano strategico triennale per i territori metropolitani e l’istituzione di un “Comitato di coordinamento ambientale” e una task force, coordinata dal ministro dell’ambiente, tra presidenti di Regione e Sindaci delle città metropolitane. Inoltre verranno definite misure vincolanti per: controllo e riduzione delle emissioni delle grandi utenze; passaggio al trasporto pubblico low carbon con il rinnovo del parco mezzi; reti di ricarica elettrica efficienti; miglioramenti e sussidi al trasporto pubblico locale; incentivi per il verde pubblico; efficientamento energetico di impianti sportivi ed edifici statali; riduzione dell’uso di fertilizzanti azotati; possibilità di nuovi incentivi per la rottamazione. Le risorse programmate e disponibili sono 405 milioni di euro: 35 andranno alla mobilità sostenibile casa- scuola e casa-lavoro, car e bike sharing e piedibus; 50 milioni per realizzare le reti di ricarica elettrica; 250 milioni per l’efficientamento energetico di scuole, strutture sportive e condomini; 70 milioni per riqualificare degli edifici dell’amministrazione pubblica centrale. Queste misure si vanno ad aggiungere a quelle già approvate con la legge di stabilità, ma rimangono un’inezia. Considerando come in Italia i costi collegati alla salute derivanti dall’inquinamento dell’aria arrivino ad oscillare fra i 47 e i 142 miliardi l’anno, è chiaro come gli investimenti necessari a calmierare questa nostrana “eterna emergenza” si tramuterebbero presto […]