Contro Tutankhamon Caravaggio Van Gogh

Articolo di Tomaso Montanari pubblicato il 30 dicembre 2014 su “La Repubblica” online, di cui condividiamo il documento scritto dai docenti vicentini e trasmesso al Giornale di Vicenza.

Immagine.Tomaso Montanari . Buona

Tomaso Montanari

Alcuni docenti vicentini hanno scritto al Giornale di Vicenza spiegando perché non porteranno i loro allievi a vedere la mostra supertrash Tutankhamon Caravaggio Van Gogh.

Immagine.Mostra Tutankhamon, Caravaggio e Van Gogh

Sarebbe bello che l’amministrazione comunale di Vicenza, la fondazione bancaria sponsor e le redazioni dei giornali che accettano di pubblicarne le pubblicità o recensioni compiacenti la leggessero, e la meditassero.

Sarebbe bello se i miei colleghi storici dell’arte delle università e delle soprintendenze la sottoscrivessero, facendola propria.

Da parte mia, lo faccio riproducendola tutta qua sotto:

«Siamo un gruppo di docenti del Liceo “Pigafetta” che ha deciso di non accompagnare le proprie classi in Basilica Palladiana alla mostra dal titolo: Tutankhamon Caravaggio Van Gogh – La sera e i notturni dagli Egizi al Novecento. 

«L’arte non può essere solo emozione effimera e spettacolarizzazione, evento mediatico valutato positivamente o meno sulla base del consenso di un pubblico indifferenziato, ma costruzione di conoscenza, strumento in grado di dare identità, di creare desiderio di capire, di affinare capacità di rispondere a domande che le opere pongono.

«L’insegnamento della Storia dell’Arte dovrebbe sensibilizzare i giovani rendendoli protagonisti consapevoli ovvero contribuendo a formare cittadini in grado di dare pieno valore a ciò che la nostra Costituzione recita all’Articolo 9 in merito allo sviluppo della cultura, alla tutela del paesaggio e del patrimonio storico e artistico della Nazione”.

«Perché è appunto nella conoscenza che si costruisce coscienza.

«Tra le principali motivazioni che ci spingono come insegnanti a non effettuare la visita, vi è lo scarso valore scientifico e didattico di eventi come questo, che si rivelano enormi calderoni dove le opere esposte sono legate da un generico filo (il ritratto, il paesaggio, la notte…).  

Di nuovo, di veramente utile all’educazione del grande pubblico o allo studioso, poco o nulla.

«La partecipazione con le classi alle precedenti mostre si è rivelata infatti un’esperienza scarsamente significativa sul piano educativo e piuttosto faticosa: organizzazione farraginosa, gruppi contingentati, tempi strettissimi, uscita solo in gruppo senza dare possibilità di rivedere o assaporare con un po’ di calma quanto visto e spiegato e questo a fronte di un biglietto non certo economico. Il tutto con l’unico evidente scopo: contare più visitatori, scalare le classifiche delle “mostre più viste”, mettere a segno un’operazione di successo.

«Eventi che potrebbero trovare sede da qualsiasi parte, che non stabiliscono un legame, anche labile, con la città.

«Quest’anno non cederemo alle varie sollecitazioni o alle richieste di alcune famiglie e di qualche allievo, liberissimi peraltro di visitare individualmente la mostra che certo annovera opere d’indiscusso pregio e valore; preferiamo insegnare ai nostri studenti ciò che pensiamo sia il significato profondo di patrimonio storico e artistico: qualcosa che deve essere, per quanto possibile, coeso, valorizzato e sviluppato in quelle specificità che sono proprie ed uniche di un luogo, di un territorio, qualcosa di svincolato da mere logiche mercantili.

«Sembra un po’ bella senz’anima, la nostra città, quando accetta tutto e magari se ne compiace, non protesta per le scelte operate dalle varie amministrazioni, non sempre mosse da logiche autenticamente culturali. Perché, come già detto, è nella conoscenza che si crea consapevolezza, fondamento di libertà e di sana democrazia.

«Francesca Lora, Mara Seveglievich, Luisella Ferrarese, Giuseppa Viviani, Clelia De Benedictis, Gianmaria Sberze, Diana Sartori, Marzia Zanella, Cristina Nizzero, Nicola Curcio, M. Elisa Cattelan, Elisabetta Xausa, Francesca Gottin, Cristina Ceccato Donato Mascia, Stefania Lievore, Marta Nori, Delia Bianco, Marina Savio, Giuseppe Muschitiello, Eleonora Iacobacci, Anna Farella, Silvia Rigotto, Annamaria Alfano, Felicetta Martino, Maurizio Zanon, Alessandra Milan, Tiziana Ponso, Rosamaria Torrisi, Maria Antonietta Mattiello»

 

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