Stadio della Roma: questa volta rispondiamo a Berdini nel merito

Per avere conoscenza dell’iter complessivo fin qui precorso dal progetto del nuovo stadio di calcio della Roma, entro cui si inquadra l’articolo suddetto, si rimanda all’articolo-dossier pubblicato in data odierna sul sito del Circolo Territoriale di Roma di VAS . (http://www.vasroma.it/liter-fin-qui-percorso-dal-progetto-del-nuovo-stadio-di-calcio-della-roma/#more-14801) 

Il 13 gennaio 2015 sul quotidiano “Il Fatto Quotidiano” è stato pubblicato un articolo di Paolo Berdini dal titolo “Nuovo stadio della Roma: perché lo pagheremo anche noi” (http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/01/13/nuovo-stadio-della-roma-perche-lo-pagheremo-anche-noi/1335580/), in cui afferma fra l’altro che “ciò che dispiace dal punto di vista generale è che alla difesa della mura del Campidoglio siano stati arruolati anche associazioni che dicono di battersi per gli interessi della città, come ad esempio Carteinregola, ma ognuno sceglie la sua strada.

Il successivo 15 gennaio l’articolo è stato pubblicato anche su “Eddyburg” (http://www.eddyburg.it/2015/01/nuovo-stadio-della-roma-perche-lo.html).

Anna Maria Bianchi Missaglia, responsabile del sito “Carte in regola” ha immediatamente replicato con una nota che è stata pubblicata sia su “Il Fatto Quotidiano” che su “Eddyburg”, che considera la replica “del tutto giustificata”.

 Immagine.Anna Maria Bianchi.1

Anna Maria Bianchi Missaglia

Sul solo sito de “Il Fatto Quotidiano” è stata pubblicata la seguente risposta alla replica dell’ing. Paolo Berdini: “Nel mio articolo non scrivo affatto che carte in regola è a favore dello stadio. Solo chi è in mala fede può affermarlo. Dico – e c’è scritto sul loro sito – che utilizzano le stesse motivazioni che hanno consentito alla maggioranza capitolina di far passare una vergognosa speculazione edilizia per “interesse pubblico”. Si tranquillizzi dunque Carteinregola, non c’è stata alcuna “grave scorrettezza”, ma solo la cronaca di cose chiaramente scritte.”

L’articolo con entrambe le repliche è stato pubblicato in data odierna anche su questo sito. (http://vasonlus.it/?p=10659&preview=true&preview_id=10659&preview_nonce=55161f6cae)

Il 15 gennaio 2015 Anna Maria Bianchi Missaglia ha pubblicato sul sito di Carte in regola un articolo di ulteriore e ben più dettagliata replica, che per opportuna conoscenza ripubblichiamo anche noi su questo sito.

 Immagine.Carte in Regola 

Sul suo blog su ilfattoquotidiano.it (1), l’urbanista Paolo Berdini il 14 gennaio ha attaccato Carteinregola a proposito dello Stadio della Roma, lanciando accuse piuttosto pesanti: “…E veniamo al merito del progetto per cercare di smontare il cumulo di bugie che sono state maldestramente costruite a difesa dello scempio. Ciò che dispiace dal punto di vista generale è che alla difesa delle mura del Campidoglio siano stati arruolati anche associazioni che dicono di battersi per gli interessi della città, come ad esempio Carteinregola, ma ognuno sceglie la sua strada“. 

Il riferimento è al nostro ultimo articolo, all’indomani dell’approvazione in Assemblea Capitolina dell’interesse pubblico della proposta di realizzare uno Stadio al posto dell’Ippodromo di Tor di Valle, con allegata  una montagna di cubature commercial/recettivo/direzionali,  che si intitolava  “Stadio della Roma: le nostre ragioni (e le leggende metropolitane)

Ma per  Berdini le nostre argomentazioni contro il progetto Stadio  –   il “pezzo forte” dell’articolo,  e in buona parte le medesime addotte da Berdini – non contano affatto, mentre  meritano l’etichetta di “cumulo di bugie” “maldestramente costruite” quelle che noi abbiamo classificato come “leggende metropolitane“. 

Che poi  Berdini sarebbe liberissimo di criticare comunque, ma attenendosi ai fatti. 

Perché il punto è questo:  definire la nostra posizione “difesa della mura del Campidoglio” vuol dire far credere a chi legge  che noi siamo entusiasti sostenitori del progetto dello Stadio. 

E anche se nella rettifica della rettifica pubblicata gentilmente da Il Fatto dopo le nostre rimostranze (2),  Berdini sostiene che “solo chi è in malafede può affermare” che “nel suo articolo scrive che Carteinregola è a favore dello Stadio“(3), noi   ci rimettiamo al libero giudizio di chi legge il suo testo.

E di chi vuole andare a vedere in tutti gli articoli, i  dossier, gli appelli al Sindaco che abbiamo pubblicato*,  quale sia la nostra posizione sul progetto e con quale impegno abbiamo cercato di mettere a disposizione di tutti tutte le informazioni disponibili. 

E ci sembrava abbastanza esaustivo quanto già messo on line, ma visto che molti si aspettano una nostra risposta alle critiche di Berdini, risponderemo. 

Anche se con un certo disagio,  perché  in una  situazione generale  così  drammatica forse bisognerebbe fare lo sforzo di concentrarsi più sulla sostanza delle cose e soprassedere su questioni più  marginali. 

Ma tant’è. 

Con una premessa: quando facciamo una battaglia,  noi non abbiamo bisogno di “esagerare” la realtà per essere più convincenti. 

Anzi, siamo profondamente convinti del fatto che solo dicendo le cose come stanno, accertando i fatti e separandoli dalle opinioni con rigore e serietà, si possa essere credibili. 

Cominciamo. 

1) Berdini: “l’amministrazione comunale non farà alcun investimento economico”. Credono ancora di prendere in giro i romani: le opere giudicate di interesse pubblico saranno realizzate attraverso l’esborso di denaro pubblico noto (gli oneri di urbanizzazione previsti dalla legge) e da altro denaro di proprietà pubblica derivante dai maggiori introiti dovuti agli aumenti di volumetria concessi. Si spenderanno dunque per opere utili solo e soltanto alla Roma calcio preziosi soldi pubblici”.

Qui  il punto è stabilire se le infrastrutture, soprattutto per la mobilità, inserite dal Comune come “conditio sine qua non” al progetto dello Stadio, siano al solo servizio dell’impianto sportivo (e strutture commerciali e direzionali annesse)  o della città. 

Berdini è convinto   che  “i soldi pubblici” si “spenderanno per opere utili solo e soltanto alla Roma calcio“, ma  è una sua opinione, dato che non sono stati fatti studi trasportistici puntuali:  non li ha Berdini  come non li abbiamo noi, che infatti abbiamo chiesto che i vantaggi per la città  venissero  dimostrati ai cittadini  prima che venisse approvato  l’interesse pubblico del progetto. 

In ogni caso noi abbiamo sempre ribadito la nostra contrarietà alla “moneta urbanistica” – cubature edilizie in cambio di  corrispettivi economici,  in contanti o in infrastrutture – anche a fronte di ipotizzati obiettivi “virtuosi”(4). 

2) Berdini: “Si afferma che non è vero che l’area sia in un deserto urbano ma “sta a ridosso del popoloso quartiere Eur-Torrino”. Questo quartiere si trova in realtà a cento metri di dislivello dall’area ed è da essa diviso da una invalicabile barriera morfologica costituita da una ferrovia e da due strade carrabili ad alta percorrenza. L’area scelta è un deserto urbano, punto e basta”. In realtà basta farsi un giro su “google map“.  

Ma consideriamo già un successo che Berdini , che in un precedente articolo aveva sostenuto che l’area si trova “in aperta campagna“(5) abbia ripiegato su “deserto urbano”. 

3) Berdini: “Si afferma poi che non è vero che vengano regalati 350 mila metri quadrati di cemento perché nell’area esistono altre volumetrie e il piano vigente prevede di realizzare 112 mila metri quadrati”.  

Noi contestiamo le volumetrie date in compensazione per l’”equilibrio economico” dell’operazione stadio.  

Ma i 112 mila metri quadrati del PRG vigente sono un dato di fatto. 

Del resto nell’area c’è già un  ippodromo con vari annessi. 

Noi ci siamo stati sul posto. 

E abbiamo  fotografato

Berdini: “Addirittura si afferma che “se si avvalesse del ‘Piano Casa’ potrebbe ulteriormente aumentarle e trasformare l’Ippodromo in appartamenti”. Ma quando mai! L’area è destinata a verde e attrezzature sportive: quelle volumetrie potevano essere realizzate per attività sportive, non per le più lucrose attività commerciali o per uffici (6). Riguardo al Piano casa è appena il caso di ribadire che non è applicabile alle zone di verde e attrezzature sportive“. 

Sul Piano casa  della Regione Lazio, appena prorogato fino al gennaio 2017,  che permette  di trasformare in appartamenti strutture dismesse, Berdini potrebbe avere ragione, ma non perché non sia “applicabile alle zone di verde e attrezzature sportive” – non ci risultano  vincoli in quel senso neanche nella delibera di Alemanno, che  esclude dagli interventi del Piano casa solo “verde Pubblico e Servizi Pubblici di Livello Locale”  (7), mentre qui si parla di verde privato – quanto perché la Delibera di Alemanno sottopone l’applicazione del  Piano casa  ai  beni inseriti nella  “Carta per la Qualità” –  come l’Ippodromo (8) –  al  parere del competente Ufficio Capitolino (con silenzio assenso, però) (9). 

4) Berdini: “Terzo argomento, il più grave sotto il profilo della legalità, riguarda la questione sollevata da molti articoli di stampa che la società proponente non fosse titolare delle aree su cui si dovrà realizzare il progetto. Su questo punto Carteinregola afferma addirittura che “E’ un problema del privato, non del Comune. Se il privato non potrà più mantenere la proposta avanzata, automaticamente decadrà”. Decine di anni di rapporti tra pubblico e privato sepolti con disinvoltura: è noto infatti che amministrazioni pubbliche devono obbligatoriamente verificare la titolarietà della proprietà immobiliare del proponente. Altrimenti sarebbe il far west.” 

Quello che Berdini sembra dimenticare è che in questa fase l’Assemblea Capitolina si doveva solo esprimere sul pubblico interesse  dello studio di fattibilità

Quindi siamo ancora in  una fase preliminare  che – teoricamente – potrebbe anche interrompersi per la non disponibilità del privato a sottostare alle prescrizioni  della Giunta e agli emendamenti inseriti in Aula. 

È chiaro che nelle fasi successive, dalla conferenza decisoria in Regione fino al rilascio del Permesso di Costruire, l’amministrazione dovrà man mano acquisire tutta la documentazione prevista in termini di legge, sia dalla legge 147 (comma 304) sia dalle  varie leggi ordinarie che dettano i requisiti per l’ottenimento dei titoli necessari. 

Quanto alla proprietà delle altre aree  contigue, noi abbiamo specificato che ci saremmo riservati  “di approfondire le osservazioni presentate da alcuni oppositori del progetto a proposito di una diffida presentata dai proprietari di aree limitrofe a quelle di proprietà (anche questa ancora in forse a causa di un fallimento in corso del precedente proprietario) della Eur Nova del costruttore Parnasi, aree che dovrebbero essere espropriate (a spese del costruttore) per realizzare parcheggi e standard per lo stadio e/o il Business center”

Concludendo: sarebbe bello che chi si batte contro gli stessi obiettivi facesse fronte comune anziché farsi la guerra. 

Ma effettivamente non basta avere lo stesso  fine, per combattere insieme, bisogna condividere anche i mezzi, e lo stile. 

Per noi le battaglie giuste si combattono con la verità. 

Perchè solo quando si combatte a viso aperto, contrapponendo argomenti ad argomenti, senza demagogia, senza sottintesi o  insinuazioni sugli avversari, si può vincere veramente.

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(1) Nuovo stadio della Roma: perché lo pagheremo anche noi di Paolo Berdini | 13 gennaio 2015

http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/01/13/nuovo-stadio-della-roma-perche-lo-pagheremo-anche-noi/1335580/

(2) LA NOSTRA LETTERA ALLA REDAZIONE DEL FATTO:

Nell’articolo pubblicato oggi sul blog del Fatto Quotidiano, “Nuovo stadio della Roma: perché lo pagheremo anche noi”, Paolo Berdini attacca esplicitamente Carteinregola, citando un nostro articolo sul progetto dello Stadio, pubblicato sul nostro sito il 22 dicembre scorso, Stadio della Roma: le nostre ragioni (e le leggende metropolitane), ma soprattutto – e forse è proprio questo che ha scatenato tanto livore – ripreso da Eddyburg, il sito di “urbanisti militanti” su cui spesso scrive lo stesso Berdini.

Naturalmente noi non abbiamo niente in contrario sul fatto che Berdini possa muoverci delle critiche – accade spesso – con l’unico limite, che ci sembra faccia parte anche della filosofia del vostro giornale, di riportare le posizioni senza faziosità. Cioè senza far intendere cose diverse dalla verità. Invece da quanto scritto da Berdini nell’articolo citato, chi legge potrebbe facilmente dedurre che Carteinregola sia a favore dello Stadio della Roma a Tor di Valle  e che  difenda il progetto del sindaco a spada tratta. Invece sfido chiunque a trovare una sola riga in tutti i nostri articoli in cui noi non sia ribadita la nostra avversità al progetto dello Stadio, tra l’altro supportata da molte motivazioni addotte dallo stesso  Berdini (soprattutto per le cubature come “moneta urbanistica” per pagare le infrastrutture di interesse pubblico). Anche se, devo dire, non condividiamo tutte le motivazioni di Berdini, perché  noi non abbiamo bisogno di “esagerare” la realtà per essere più convincenti. Anzi, pensiamo che solo  dicendo le cose come stanno, accertando  i fatti e separandoli dalle opinioni con rigore e  serietà, si possa essere credibili. E  il “pezzo forte” del nostro articolo da lui criticato era dedicato a una circostanziata disamina delle  nostre 5 ragioni contro il progetto dello Stadio, ragioni e posizione che Berdini si è guardato bene dal citare, alla faccia della correttezza che chi scrive su una testata di informazione dovrebbe garantire.

Alla fine non credo che ne saremo danneggiati, visto che il nostro laboratorio,  che si batte per l’interesse pubblico, tanto da organizzare un presidio  di 4 mesi contro le delibere urbanistiche di Alemanno (due anni fa) e un presidio di due mesi contro il Piano casa di Zingaretti (4 mesi fa) non gode di un grande visibilità sulla  stampa (ma il Fatto è stato il primo e pressoché unico giornale che ci ha dato la parola sul Piano Casa, quest’estate) è comunque  per noi pubblicità. Però ci piacerebbe che qualcuno ricordasse a Berdini che non si fa un gran servizio ai lettori  travisando  così  i fatti,  al riparo – e approfittandosi –  della visibilità e dell’autorevolezza di una testata notoriamente indipendente come Il Fatto Quotidiano.

(3) LA REPLICA DI BERDINI: Nel mio articolo non scrivo affatto che carte in regola è a favore dello stadio. Solo chi è in mala fede può affermarlo. Dico -e c’è scritto sul loro sito- che utilizzano le stesse motivazioni che hanno consentito alla maggioranza capitolina di far passare una vergognosa speculazione edilizia per “interesse pubblico”. Si tranquillizzi dunque Carteinregola, non c’è stata alcuna “grave scorrettezza”, ma solo la cronaca di cose chiaramente scritte.

(4) Le infrastutture prescritte dal Comune per il pubblico interesse, in parte  “compensate”  dalla realizzazione del Business Center, sono per la maggior parte opere  che non ricadono  nell’area di intervento e  alcune di queste, come l’unificazione Ostiense /via del mare e  il collegamento con l’Autostrada Roma Fiumicino, sono previste da decenni come opere pubbliche da realizzare.

(5) http://ilmanifesto.info/la-malattia-delle-grandi-opere/

(6) In realtà l’ “Art.87. Verde privato attrezzato” prevede: “Le aree per Verde privato attrezzato, individuate negli elaborati 2. e 3.“Sistemi e Regole”, rapp. 1:5.000 e 1:10.000, sono destinate al mantenimento e/o alla messa a dimora di alberature, accompagnate dalla realizzazione di attrezzature sportive e di servizi connessi (servizi igienici, spogliatoi, magazzini) e complementari (bar, ristoro, mini-shop; servizi culturali, didattici e ricreativi; foresterie, alloggio custode)” scarica le NTA prg_nta

(7) scarica la delibera 9/2012 2012-9 Delibera Piano Casa Assemblea Capitolina

Gli interventi di cui al Capo II della L.R. n. 21/2009 e ss.mm.ii. non si applicano alle seguenti componenti del PRG vigente sprovviste di pianificazione attuativa:

–  nelle Centralità Urbane e Metropolitane; –  negli Ambiti di Riserva a Trasformabilità Vincolata.

I sopradetti interventi non si applicano inoltre nel Sistema dei Servizi, delle Infrastrutture e degli Impianti con riferimento a: –  Servizi Pubblici di Livello Urbano; –  Verde Pubblico e Servizi Pubblici di Livello Locale; –  Infrastrutture per la Mobilità; –  Reti Tecnologiche; –  Aree per Nodi di Scambio; –  Aree Aeroportuali; –  Piattaforme Logistiche; –  Infrastrutture Tecnologiche; –  Impianti e Attrezzature per la Gestione del Ciclo dei Rifiuti.

(8) L’Ippodromo è opera di Julio Lafuente, l’architetto che disegnò e inaugurò nel ’59 l’impianto per le Olimpiadi di Roma del ’60 ed è stato inserito   nella Carta delle Qualità del nuovo piano regolatore di Roma come complesso specialistico di rilevante interesse urbano

(9) Delibera 9/2012: Gli interventi di cui al Capo II della L.R. n. 21/2009 e ss.mm.ii. si applicano ai beni inseriti nell’elaborato “Carta per la Qualità” del PRG vigente, previo parere conforme del competente Ufficio Capitolino che deve verificare l’ effettivo permanere dell’esigenza di tutela imposta dal carattere storico, artistico, urbanistico ed architettonico del bene inserito nell’elaborato “Carta per la Qualità”; il parere deve essere rilasciato entro il termine di 50 (cinquanta) giorni dalla richiesta, decorso infruttuosamente il quale, si intende favorevolmente reso.

 

 

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