Nei pressi di Punta Alice, promontorio che sancisce il limite del golfo di Taranto, si trovano i resti perimetrali e la crepidine (ovvero il basamento) del tempio di Apollo Aleo di circa 46 metri x 19. Punta Alice e in evidenza i resti del tempio di Apollo Aleo da satellite Lo scavo ha portato alla luce il celebre acrolito (statua con testa, mani e piedi in pietra, marmo o avorio e il resto in legno ricoperto da stoffe o lamine metalliche) di Apollo Aleo, realizzato da un artista greco tra 440 e 430 a.C., rinvenuta nel naos (cella) del tempio. L’opera rimane frammentaria e ci sono giunti solo la testa, i piedi e la mano sinistra, tutti elementi che rimandano all’acrolito. Acrolito di Apollo Aleo Il prodotto artistico dimostra l’arrivo, dopo la metà del V secolo a.C., in occidente della maniera fidiaca. Il seguente articolo dell’archeologo Manlio Lilli pubblicato con questo titolo il 1 maggio 2015 su “Il Fatto Quotidiano”, ci informa sul progetto di risistemazione dell’area archeologica. Manlio Lilli Il Museo Civico archeologico di Cirò Marina dal 9 aprile ospita, provvisoriamente, l’acrolito di Apollo Aleo, proveniente dal Museo Archeologico di Reggio Calabria ma recuperato nel 1929, durante la prima campagna di scavi nell’area archeologica di Punta Alice. Un pezzo straordinario allontanato dal suo contesto. Il santuario scavato nel 1924 da Paolo Orsi e poi, tra gli anni Settanta e Novanta, interessato da campagne di scavo e di rilievo eseguite dall’Istituto Germanico e dalla Soprintendenza archeologica della Calabria. Un edificio datato al VI secolo a.C., ma la cui attività di luogo sacro si protrasse almeno per due secoli. Tempio di Apollo Aleo – in alto pianta del tempio arcaico, al centro e in basso pianta e facciata del tempio ellenistico Santuario del quale restano per breve altezza […]